PRESSO G. BOCCA LIBRAIO DI S. S. R. M. 1838. 619. L'Editore intende di voler godere del privilegio accordato dalle R. Patenti del 28 di febbraio 1826, avendo egli adempito a quanto è in esse prescritto. PREFAZIONE Spesse volte ci siamo maravigliati che, essendo gl'ingegni dell' età nostra sommamente rivolti allo studio dell'istoria, niuno degli scrittori, che applicarono a diradare le tenebre onde sono ingombrati i fatti e instituti del medio evo, abbia intrapreso a dichiarare l'origine della setta dei Valdesi. Pertanto sembra che cosiffatte ricerche non sieno senza importanza; perciocchè uno de' più chiari difensori del cristianesimo del secolo passato, parlando di questa setta, appunto scrisse non esservene un'altra forse la cui origine sia stata più contesa, e abbia dato luogo a narrazioni più opposte, e a maggior numero di calunnie contra la Chiesa romana (1). Varie opere su questo soggetto pubblicate, dacchè Bergier scrisse queste parole, hanno vie più dimostrate vere le sue asserzioni, e suscitarono più vivo il desiderio di vedere la questione daddovero esaminata. Ben l'avea toccata Bossuet nella sua immortale Istoria delle variazioni delle chiese protestanti; ma siccome i più degli scrittori del suo tempo e di quelli che l'aveano preceduto opinavano come lui, per comprovare il suo sentimento, non credette di doverne fare una discussione istorica nè riunirne le prove e i documenti. Oltre a ciò egli si sarebbe dilungato dal suo proposito, avendo a trattare della qualità delle dottrine primitive di questa setta, e non dell'origine di lei. Per quanto è a nostra notizia, niuno de' cattolici, dopo Bossuet, di proposito scrisse intorno ai Valdesi. Ma conosciamo molte opere storiche le quali a questi si riferiscono, scritte da' ministri della setta dopo che apparve l'Istoria delle variazioni. (1) Bergier, Dict. de theol. alla parola: Vaudois. |
