jubeas mederi infirma. Et per quem illorum suscepisti precamina, per eum jubeas nostra sanctificare oblata. Ut qui e coelis directus illorum praesentatus est oculis, nunc a te dirigatur benedicturus hic sacrificiis nostris. (A). (A) Eccelso Dio e Signore dei cieli, che per mezzo dell' Angelo ti degnasti di eccitare la volontà del tuo martire Valeriano, affinchè quella dimanda ti esponesse, che a lui fosse più aggradevole; e meritasse insieme di ottenerne l'effetto in vigore della sua fede, come difatti l'ottenne pregando istantemente per la salvazione del fratello; ti supplichiamo per la stessa preghiera di quel tuo Angelo, affinchè porgi orecchio benigno alle nostre petizioni. E come per mezzo di colui visitasti i loro cuori già conquistati dalla fede, così disponi che per il medesimo siano medicati i nostri cuori infermi. E come per mezzo dell' angelo accogliesti le loro preghiere, così per esso fa che le nostre offerte siano da te santificate. Affinchè come quegli dal cielo spedito si rese visibile ai loro occhi, così egli medesimo ora a te presenti i nostri sacrificj per essere benedetti. Ad Orationem Dominicam Attendite dilectissimi fratres, quid sanctorum oratio valeat. Quidve pro impiis opposite justorum intercessiones obtineant; cum orante Urbano, et virginis Caeciliae vota implentur, et Valeriani atque Tiburcii fides aucta, martyrii gloria decoratur. Proinde extensis ad coelum palmis, petamus nobis auxilium de superno invocantes eum ex pietate Patrem, quem terribilem venturum expavescimus Judicem. Profecto etenim erit per illum nobis vita aeterna, per quem virgo Caecilia non fuit in ardoribus con cremata. Qui enim illos in martyrii certamine positos exaudivit, exaudiet nos cum ad eum fuderimus clamorem gemitus nostri.... etc. (A). (4) Considerate, dilettissimi fratelli, quanto valgan le orazioni de' santi, e quel che ottengono le orazioni dei giusti all'opposto dell'odio degli empi; mentre alle preghiere di Urbano e rimangono adempiuti i desiderj di Cecilia, e la fede di Valeriano e Tiburzio accresciuta, la vien decorata della gloria del martirio. Per la qual cosa stese al cielo le mani chiediamo dall' alto l'ajuto, invocando quel Padre pietoso, che temiamo che sia per venire a noi Giudice terribile. Per verità ci verrà donata da colui la vita eterna, pel quale la vergine Cecilia non fu tocca dagli ardori del fuoco. E come egli porse ajuto ai medesimi nel cimento del martirio, così ci esaudirà mentre a lui innalziamo i clamori del nostro gemito. Benedictio Omnipotens Deus, qui inter Valerianum atque Caeciliam spirituale sanxit esse connubium, ipse in vos coelestis concordiae tribuat incrementum. Quique Tiburcium Fratris prece perduxit ad fidem, ipse per vos accendat plurimos ad diligendam aeternae gloriae mansionem. Ut horum semper foveamini praesidiis, quorum nunc patula exultatione laetamini de triumphis .... etc. (B). (B) L'onnipotente Dio che stabili fra Valeriano e Cecilia uno spirituale connubio, esso accordi a voi l'aumento della celeste concordia. E come per le preghiere del Fratello condusse Tiburzio alla fede, così per mezzo vostro accenda gli animi di molti ad amare l'eterna magione della gloria. Affinchè sempre siate difesi dalla protezione di quelli, del trionfo de quali ora voi esultate coll' effusione del gaudio. Potrei riportare ancora qualche passo del Breviario Gotico-Mozarabo ove ricorre l'esposizione degli Atti, e segnatamente un'Inno che può chiamarsi il compendio di essi; ma siccome ivi ricorrono i medesimi concetti che osservammo nella liturgia della messa Mozaraba, così per amore di brevità stimo di tralasciarlo. Questa mirabile consonanza delle antiche liturgie della Chiesa Occidentale compie a meraviglia la serie dei monumenti che confermano l'autenticità degli Atti di s. Cecilia come io mi era proposto di dimostrare. Che se dunque i monumenti delle varie epoche fino alla nostra che corre hanno sparsa una luce si copiosa di verità sugli Atti in discorso, e perchè, messo in non cale l'ipercriticismo della scuola giansenistica, tarderemo di porli nel novero di quelli che appellava il Ruinart sinceri ed autentici ? Tornerò a ripeterlo ancora una volta prima che ponga fine al mio assunto, che cioè gli Atti della nostra celebratissima Martire sono forse gli unici che hanno in loro sostegno il suffragio dei monumenti d'ogni tempo. E poi quale istorica narrazione può esservi più di questa varia e dilettevole ? Il lettore nello scorrere queste pagine ritroverà nella simplicità storica tutte quelle varie bellezze di episodî, di similitudini, di descrizioni, di dialoghi, d'imagini che oggi con tanto artifizio si adoprano nei romanzi e profani e sagri. Qui è tutta verità; non vi han luogo l' imaginazione poetica, gli anacronismi, lo scambio delle persone e quanto altro di finzione si accoppia colla storia nei romanzi. Dirò finalmente che il Patriziato Romano nell'illustre Cecilia, qual principale soggetto di questa storica narrazione, troverà un degno esemplare da essere imitato, in assai miglior modo che il trovarono i prischi cittadini di Roma, i quali ravvisavano la perfezione della virtù muliebre in Caja Cecilia Tanaquilla: e che la nobilissima cittadina si mostrerà benigna non solo coi Patrizi, ma eziandio cogli altri Ordini della cittadinanza Romaņa nell'infondere nei cuori di tutti quei sentimenti di cristiana virtù, che infuse negli animi dello sposo e del cognato. |