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BODLEIA

28 APR 1965

LIBRARY

per Satyras, Epistolarum

Sermonumque sales, novumque Epodon,
Libros carminis ac Poeticam artem,

Phoebi laudibus et vage Dianæ
Conscriptis voluit sonare Flaccus.

(Sidonius Apollinaris.)

La presente Opera s'intende posta sotto la protezione della legge

del 31 ottobre 1840 relativa alla proprietà letteraria.

Eccoti di nuovo Orazio. Nella prima edizione di questa Biblioteca lo avesti accompagnato d'un bel discorso dell' egregio amico mio Alto Vannucci e d'alcune note del Consigliere Pellegrino Nobili, uomo dottissimo e di antica virtù: il quale sebbene vecchio ed esule e travagliatissimo, pure non isdegnò di pigliare quella umile e noiosa fatica per amore d'un suo caro nipote. E cerlo se la età fiacca e poi la morte non lo avessero impedito di recare sopra il lavoro tutto il lume della sua mente, l'opera sarebbe riuscita degna di lui, il quale soleva parlare del poeta nostro con si profonda conoscenza ed acume, da doverci imparare assai anco i più familiari del Venosino. Ma per le cagioni delle quel Comento, quantunque non ispregevole, parve scarso al bisogno tuo. Perciò fu data all'ottimo amico mio Giuseppe Arcangeli ed a me la cura di aumentarlo: se non che poi sopravvenute all'amico nuove cure, il fardello fu tutto scaricato (certamente non pel tuo meglio) sopra le mie spalle. Ora perchè abbia io scelto di far di nuovo il Comento, lasciando intatto il primo, come io mi sia condotto in questo lavoro faticoso e manovalesco, te lo dirò da ultimo. Intanto porgi orecchio ad Orazio, il quale avendo, come il vecchio Lucilio, dipinto sè stesso nelle sue opere, non altrimenti che in un quadro 1, vuole farti conoscere la sua fisonomia ed il suo naturale innanzi che tu pigli a studiare ne' suoi versi.

4. Sat. II, 1. v. 32. ec.

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