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re l'anima propria e quella degli altri. Ma le chiese da noi separate, non si sono costituite che per professare liberamente l'errore, per favorire l'ambizione, l'orgoglio, i sacrilegi, gl'incesti, gli adulterii, le rapine de' loro autori; e questa è verità scritta a caratteri orridamente luminosi nella storia dei primordii di tutte le eresie. Han negato lo Spirito Santo, la confessione, la presenza reale di Gesù Cristo nell' Eucaristia, il celibato ecclesiastico, i voti religiosi, la stabilità del vincolo conjugale, i digiuni, le mortificazioni, le penitenze, la necessità della preghiera e delle buone opere per salvarsi. Han proclamata la libertà di coscienza: han fatta, cioè, la coscienza libera da ogni legge, da ogni freno. da ogni soggezione, da ogni autorità; e l'hanno autorizzata a creder quello che le piace e ad operar come crede. Ah! non si sono esse queste chiese da noi divise che per adulare le passioni de'grandi e secondare gli istinti brutali della moltitudine; ed a questa licenza accordata a' vizii, a questa tutela, a questo patrocinio che han preso delle passioni umane, devono la loro propagazione e i loro successi. Sono unite pertanto non per riformare i costumi, ma per corromperli; non per incoraggiar la virtù, ma per escluderla; non per reprime re le passioni, ma per lasciare loro libero il freno. In una parola, queste chiese sciagurate non esistono per la salute delle anime, ma per la loro perdizione e per la loro rovina. Non sono adunque unite nel nome di Gesù Salvatore, ma in nome del diavolo, nemico, OMICIDA delle anime: e Gesù Cristo non è, nè può essere con loro. Or come possono essere mai sante queste riunioni di uomini prive della comunione, della grazia, della presenza del Dio santo, solo principio ed autore della santità?

La sola Chiesa cattolica persevera da diciotto secoli nel santo proponimen to, con cui fu da Gesù Cristo istituita, di combattere gli errori, di debellare i vizii, di reprimere le passioni, di spargere nel mondo tutte le verità, di persuadere la pratica di tutte le virtù, in una parola di salvare le anime. Essa sola è dunque veramente unita in nome del Salvatore; e però Gesù Cristo, secondo la sua promessa, in essa e con essa si ritrova: Ubi sunt duo vel tres congregati in nomine meo, ibi sum ego in medio eorum. Ora, unita, abitata, presieduta, ispirata, arricchita dalle grazie del Dio di santità, come è possibile che non sia SANTA?

30. In secondo luogo, tra gli autori di scismi, tra i fabri infernali di eresie non ve n'è un solo cui si possa dare il titolo di onest uomo. Furono anzi essi, tutti senza eccezione (la storia pure lo dimostra), uomini di peccato; furon mostri di ambizione, d'avarizia, di libidine, di crudeltà. Come dunque è possibile che sian sante le chiese separate, costituite colle dottrine e cogli esempii di uomini scellerati? Nella sola Chiesa cattolica la predicazione, incominciata da' santi Apostoli, si è sempre continuata per mezzo di vescovi, di missionarii, di predicatori per lo più santi, spediti pel mondo da'sommi pontefici, il cui carattere, la cui missione si è sempre versata intorno alla santa dottrina di Gesù Cristo. Ora da sì santi principii, da radici si sante, S. Paolo lo ha detto, devono presto o tardi, più o meno, sbucciare rami essi pur santi: Si radix sancta, et rami (Rom. x1).

31. Alle ragioni corrispondono i fatti. Mirate la Grecia, la Germania, l'Inghilterra finchè queste contrade restarono unite alla santa radice della Chiesa cattolica, da cui emana il succo della s antità, si videro fiorire in esse uomini di tutte le virtù, un popolo di santi di ogni età, di ogni condizione, di ogni sesso, che han formata la gloria della Religione e l'ammirazione del mondo. Come si sono però questi infelici paesi da noi separati, una meledizione visibile li ha colpiti. Orrendamente feconde pel vizio, sono di una insanabile sterilità per la virtù. Non han più potuto formare un sol santo. Coll' avere

rinunziato al simbolo sincero della vera Chiesa, han dovuto chiudere il loro martirologio. Colla vera fede han perduta la vera santità non sol nella pratica, ma ancor nel vocabolo. Gli scismatici, gli eretici non citano che onesti uomini; ma de' Santi non ne parlano affatto, non ne hanno, e non possono, non isperano, non si lusingan di averne.

Al contrario però nelle contrade cattoliche, in tutti i tempi, in tutti i luoghi, veggono formarsi e prodursi, a confusione de' viziosi, a stupore dell'universo, anime veramente sublimi ed eroiche, i veri Santi. Il solo Martirologio della Chiesa cattolica ogni giorno si accresce di nomi venerabili, di uomini prodigio di tutte le virtù. In questa nave di Pietro, in cui è salito e si è assiso Gesù Cristo, lo spirito di Pietro e degli Apostoli non è venuto mai meno. Gli stessi prodigi di virtù ogni dì si ripetono. Ogni giorno vedonsi uomini di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i sessi, rinunziare a tutte le lusinghe, a tutte le speranze, a tutti i beni del mondo per seguir Gesù Cristo nella pratica della perfezione evangelica; vivere solo di lui e a lui, e morire generosamente per lui: Et subductis ad terram navibus, relictis omnibus, secuti sunt eum.

Mentre adunque le chiese separate sono tutte più o men viziose nel loro principio, nelle loro dottrine, nelle loro pratiche, nel loro fine, e da esse e per esse la corruzione alcune volte è traboccata ad infettare le cattoliche contrade; sol nella Chiesa cattolica si vede manifestamente risplendere il carattere augusto e regnare la santità. Essa sola è ed apparisce al mondo santa pel nome di Gesù Cristo in cui tutto opera; santa nello scopo cui tutto dirige; santa in un gran numero de' pastori che la governano; santa in una gran moltitudine delle membra che la compongono; santa nella fede che professa; santa nelle dottrine che predica; santa ne' Sagramenti che amministra; santa nelle leggi che impone ; santa ne' sagrificii che ispira; santa nelle opere che persuade; santa infine nelle ricompense che attende: e perciò ancora essa sola è la vera nave di Pietro, la vera Chiesa di Gesù Cristo.

32. Da ciò nasce però ancora, per tutti noi figli fortunati di questa santa Chiesa, l'obbligo di esser santi. L'unità, la cattolicità, l' apostolicità della Chiesa, dobbiam crederle; la santità dobbiam ancora praticarla. No, non basta, per essere membra viventi di questa Chiesa, il ben credere; ci bisogna ancora il ben vivere. Non basta il riconoscerla, il confessarla, il farsene un vanto colle parole; bisogna ancora onorarla colle opere. Non basta ritenerne le dottrine, bisogna averne ancora lo spirito: bisogna essere umili di mente, puri di cuore, casti di corpo, staccati dal mondo, severi con noi stessi, caritatevoli col prossimo, pii, religiosi. devoti, amanti di Dio. Senza di ciò non apparterremo, come si deve, ad una Chiesa le cui membra non sono veramente unite al Capo divino se non per la grazia e per la santità. Apparterremo al corpo della Chiesa, ma non al suo spirito. Cattolici per nome e per la esterna professione della fede, al cospetto degli uomini, saremo veri scismatici per la interna separazione del cuore innanzi a Dio. Non ci gioverà nulla l' essere stati presi nella rete della vera fede, se non rimaniamo a Gesù Cristo uniti pei legami della carità. Oggi nella vera Chiesa militante, rimarremo dimani esclusi per sempre dalla Chiesa trionfante.

Deh non rendiamo inutile la grazia singolarissima che Dio ci ha conceduta di farci nascere nella Chiesa santa. Sia santa la nostra vita, come è santa la nostra fede; e sarà poi santa e preziosa agli occhi di Dio la nostra morte: Pretiosa in conspectu Domini mors Sanctorum ejus (Psal. cxv). Così sia. .

Scuola de'Miracoli

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OMILIA XX.

LA PESCA MIRACOLOSA

S. Matteo, Iv; S. Marco, 1; S. Luca, v; S. Giovanni, XXL,

Omnis plantatio, quam non plantavit Pater, eradicabitur.

(Nell'odierno Vangelo Fer. iv post Dom. 111. Matth. xv).

1. E quali sono essi mai questi arboscelli infelici che, non essendo stati dal Davin Padre piantati, non posson mettere profonde radici nel suolo del mondo, poichè una mano inesorabile viene all'improvviso a sradicarli, a disperderli? Omnis plantatio, quam non plantavit Pater, eradicabitur. Sono, dicono i Padri e gl'interpreti, le scuole di errore, che non hanno la vera dottrina di Gesù Cristo per base, e i cui maestri e discepoli, dimentichi del cielo, sono solo intenti e attaccati col loro cuore alla terra: Sunt doctores cum sectatoribus suis, qui non habent fundamentum Christum, cor figentes in terris (Gloss. interpr. ex PP. in xv Matth.)

Tutti gli assurdi sistemi adunque de' filosofi, soggiunge l'Emisseno, tutte le superstiziose follie de' Giudei, tutti i simboli funesti degli eretici, tutte le dottrine in somma degli uomini di orgoglio, contrarie a Dio, alla giustizia, alla verità, per sentenza di Gesù Cristo, non hanno che una esistenza precaria, fugace; e il loro destino è di essere presto o tardi svelte e perire: Omnis igitur plantatio philosophornm, omnis plantatio pharisaeorum, omnis plantatio haereticorum, quaecumque contra Deum est et veritatem et justitiam, eradicabitur (Exposit. in eumd. loc.)

Non vi è che il grand' albero nato da un picciolissimo seme (Matth.), l'albero della dottrina cattolica e della Chiesa che la professa, che, per continuo battagliare attorno a lui di aquiloni e rompere di tempeste, non mai si piega, non mai si spezza; ma, divenendo più solido a misura che è più percosso, crescerà sino a diffondere i suoi rami maestosi, la sua ombra pacifica per tutto il mondo.

2. Ma come mai ciò ? Non sono stati altresì gli uomini, non sono stati gli Apostoli che han piantata questa dottrina e questa Chiesa? Non l'hanno essi irrigata coi loro sudori e col loro sangue? Ego plantavi, Apollo rigavit

(I Cor. 11). Come dunque può esso, quest'albero, pretendere alla immortalità, promessa solo alle piantagioni di Dio? Ma risovveniamoci di quello che siegue a dir pure nello stesso luogo S. Paolo, cioè, che è stato Dio colui che, benedicendo le fatiche degli Apostoli, ha conceduto alle opere del loro zelo l' incremento e il frutto, Deus autem incrementum dedit (ibid.); e che essi non hanno lavorato che in qualità di agricoltori e di cooperatori di Dio, Dei enim adjutores sumus (ibid.) Sebbene adunque piantata dagli Apostoli la dottrina, la fede e la Chiesa cattolica, pure, in essi e per essi, è lo stesso divin Padre che l'ha piantata e perciò S. Paolo chiama i veri cattolici i veri germogli della Chiesa, le pianterelle di Dio, il vanto, la gloria della coltivazione e della edificazione di Dio: Dei enim agricultura estis, Dei aedificatio estis (ibid.) Lungi adunque dal temere di essere sradicata la Chiesa, perchè la mano degli Apostoli l'ha piantata; appunto perchè è stata piantata dagli Apostoli, ministri fedeli di Dio in tutto il mondo, cioè a dire, appunto perchè essa è APOSTOLICA ed UNIVERSALE, è la pianta legittima di Dio e la vera Chiesa di Dio.

E questa stessa grande verità ha voluto ancora il Signore inculcarci nel prodigio della pesca miracolosa, che jeri abbiamo esposto nel suo senso storico e litterale, e che oggi dobbiamo spiegare nel suo senso misterioso ed allegorico. Vediamo adunque, seguendo questa ammirabile istoria, come la UNIVERSALITÀ E APOSTOLICITÀ sono caratteri essenziali della Chiesa; che essi alla sola Chiesa cattolica si convengono; che essa sola è perciò la vera Chiesa di Gesù Cristo. L'argomento è quanto importante per la istruzione delle nostre menti, altrettanto delizioso e caro ai nostri cuori. Poichè qual cosa più deliziosa e più cara ai veri affezionati figliuoli, quanto il render col pensiero ed il narrare colle parole i privilegi, le grandezze e le glorie della propria madre ?

PARTE PRIMA

3. Dopo di aver cessato il Signore di ammaestrare dalla nave di Pietro il popolo di Galilea: « Via, disse allo stesso Pietro, spingi in alto mare la nave; e quanti qui siete spiegate le reti alla pesca ». Ora tutto questo discorso è ancora evidentemente misterioso e profetico. Volle con ciò il Salvatore, dice Teofilatto, manifestar fin d' allora che dopo la sua Passione avrebbe cessato di predicare al popolo egli stesso, ed avrebbe imposto agli Apostoli di esercitare questo ministero divino in pieno mondo, dicendo loro: Andate pel mondo intero a predicarvi ad ogni creatura il Vangelo: Tunc Dominus cessavit loqui, quando post Passionem a praedicatione quievit. Tunc quidem praecepit Simoni aliisque Apostolis ut in altum ducerent et laxarent retia, cum dixit: Euntes in mundum universum, praedicate Evangelium omni creaturae (Exposit.)

Ma la nave di Pietro era, come si è veduto, la Chiesa. Ora in Gesù Cristo che, dopo di aver parlato alle turbe giudaiche, ordina a Pietro di spingere in alto mar questa nave, chi non vede espresso al vivo il mistero di giustizia insieme e di misericordia che fra non molto si dovea compiere ; onde, dopo che Gesù Cristo dalla nave di Pietro, cioè, dalla Chiesa primitiva formatasi in Gerusalemme collo zelo e sotto la presidenza di Pietro, predicò ai Giudei, impose allo stesso Pietro di trasportar la sua nave, la vera Chiesa in alto mare, presso i gentili?

Gerusalemme addio! Oh città sventurata! Pietro che colla sua nave, in cui è Gesù Cristo e gli altri Apostoli, in cui sono le reti divine, i misteriosi arnesi soli capaci di fare una pesca miracolosa, lascia oggi il lido della Galilea e prende il largo, è Pietro che tra poco si partirà da te per non più rive

derti, e che, partendo, via porterà seco, e ti leverà, per trasportarlo altrove, il vero regno di Dio, la vera Chiesa, che tu, invece di accogliere, vorrai perseguitare. Ma dove, o Pietro, conducete voi questa vostra nave che porta in sè il Figlio di Dio ed in esso e con esso tutte le ricchezze della grazia e dell'eterna salute? In alto, in alto; tale si è il comandamento che ha ricevuto da Gesù Cristo: Duc in allum. Oh nave! Beato il lido cui approda! Beato il porto che le dà ricovero! Beato il popolo che l' accoglie! E qual sarà mai questo popolo, questo porto e questo lido? O santo Nocchiero, o remiganti pietosi, o aura propizia dello Spirito Santo, o vento placidissimo dell'oriente della divina misericordia, deh dirigetelo, spingetelo questo prezioso naviglio verso occidente, verso l'Italia nostra! noi siam pronti a riceverlo, ad accoglierlo, a festeggiarlo!

4. Oh misteri! Oh memorie! Roma pagana era città superba non meno per l'altezza delle sue ricchezze, delle sue glorie, del suo potere, del suo impero, che per l'altezza del suo orgoglio, ed insieme città degradata e vile per la profondità della sua corruzione e de' suoi vizii. Era un vero mare, un ocea no alto e profondo, di continuo agitato da' venti delle più licenziose dottrine, da' flutti delle più violente passioni. Gesù Cristo adunque che ingiunge a Pietro di condurre in alto mare la nave, Duc in altum, è Gesù Cristo che, in figura, ordina fin da ora a Pietro di trasferire la vera Chiesa da Gerusalemme a Roma. O Roma, considera bene con ispirito umiliato, applaudisci con divoto e riconoscente affetto alla storia del mare di Tiberiade, in cui furono fissati i tuoi nuovi destini, e chiaramente predette le tue felicità e le tue glorie novelle! In Pietro che volta la poppa alla terra giudaica e spinge in alto il suo naviglio ravvisa il mistero della tua elezione, onde Pietro è quindi a te venuto a farti ricca di tutte le sue virtù, di tutti i suoi privilegi, della sua sublime dignità; a stabilire in te il centro della vera Chiesa, la cattedra eterna; a cominciarvi una pesca sempre varia, sempre copiosa sino alla fine del mondo!

Ma voi, o popoli tutti dell'universo, non temete che coll'andar Pietro sulle alture di Roma non vorrà sapere de' vostri lidi; non temete di restar perciò privi per sempre delle ricchezze divine che egli, con Gesù Cristo, seco porta nella sua nave. No, no, che non sarete voi altrimenti dimenticati e lasciati in abbandono. Aprite anzi voi pure alla speranza ed alla riconoscenza il cuor vostro. Roma è città regina, è città che ha l'impero terreno del mondo; e come tale, Gesù Cristo vi ha inviati i suoi principi Pietro e Paolo a stabilirvi il celeste suo impero: Ubi mundus caput habet imperii, ibi regni sui principes collocavit (S. Maxim. in natal. App. Petri et Pauli). Coll' avere adunque Gesù Cristo detto a Pietro : « Conduci in alto la nave, Duc in altum », senza determinargli alcuna direzione, alcun luogo particolare, ha voluto far vedere che, nell' inviarlo a Roma, non lo avrebbe inviato ad un sol popolo, ma a tutti i po· poli; non ad una sola città, ma a tutto il mondo; e figurò fin d'allora il bel carattere, il bel distintivo della CATTOLICITÀ, ossia della UNIVERSALITÀ della sua Chiesa.

5. Lo stesso mistero ha figurato il Signore nel mondo onde ha ordinata la pesca di cui ora si tratta. Nell' altra pesca che ingiunse agli Apostoli di fare dopo la sua risurrezione, impose loro di lanciar la rete solo dalla parte destra del naviglio: Mittite in dexteram navilii rete (Joan. XXI). Oggi però non designa alcun luogo determinato alla pesca. Gittin pure gli Apostoli, a prora o a poppa, le reti, a destra o a sinistra: le gittino dovunque lor piace: prenderan sempre pesce. In questo mare, tutti i punti saranno egualmente buoni alla pesca; e questa pesca, ordinata da lui e fatta in suo nome, sarà da per tutto e

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