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a et fideli obedientia subiicit; «et viros conjugibus non ad «< illudendum imbecilliorem

« la libidine, ma a propagare
« la prole, ed alla società della
«cosa famigliare; e i mariti
« prepone alle mogli non per
« farsi giuoco del sesso più
« imbelle, ma secondo le leggi
« di un sincero amore. Essa
«ai genitori soggioga i figli
« con una certa libera servitù,
« i genitori prepone ai figli
«< con
pietosa dominazione.
<<< Essa ai fratelli lega i fra-
«telli col vincolo della Reli-
«gione, più forte e più stretto
« che quel del sangue; ed ogni
« propinquità del genere, ogni
« congiunzione di affinità, con-
<<servati i legami della natura
«e della volontà, stringe con
« la mutua carità. Essa inse-
«gna ai servi star coi padroni
« non tanto per necessità della
« condizione, quanto per l'at-
«trattiva del dovere, e colla
« considerazione di un solo

« sexum sed sinceri amoris « legibus praeficit. Ipsa pa«rentibus filios libera qua«dam servitute subjungit, « parentes filiis pia domina«tione praeponit. Ipsa fratri«bus fratres Religionis vin«culo firmiore, atque arctiore; « quam sanguinis, nectit; om« nemque generis propinqui« tatem, et affinitatis necessi«tudinem, servatis naturae « voluntatisque nexibus, mutua «< caritate constringit. Ipsa « dominis servos non tam con« ditionis necessitate, quam « officii delectatione docet ad« haerere, et dominos servis, « summi Dei communis Do« mini consideratione placa«biles, et ad consulendum « magis, quam coercendum pro« pensiores facit. Ipsa cives « Dio, comune Padrone, fa i « civibus, gentes gentibus, et << padroni benigni ai servi e « prorsus homines primorum « propensi più a provedere che « parentum recordatione non "a comprimere. Essa i cittadini « societate tantum, sed qua- « ai cittadini, le genti alle «dam etiam fraternitate con« genti, e tutti affatto gli uo« jungit. Docet reges prospi- « mini colla ricordazione de' « cere populis, monet populos « primi parenti congiunge non «se subdere regibus. Quibus « solo in società, ma anche in « honor debeatur, quibus affe« ctus, quibus reverentia, qui« bus timor, quibus consolatio,

« certa fratellanza. Insegna ai «re provedere ai popoli, av«visa i popoli a sottomettersi

« quibus admonitio, quibus ex« hortatio, quibus disciplina, « quibus objurgatio, quibus « supplicium, sedulo docet, os« tendens quemadmodum et « non omnibus omnia, et omni«bus caritas, et nulli debeatur « injuria (32) ».

Nostrum igitur Vestrumque est, Venerabiles Fratres ut nulli parcentes labori, nulla unquam difficultate deterriti, toto pastoralis studii robore tueamur in Italis populis cultum Catholicae Religionis, et non solum obsistamus alacriter impiorum conatibus, qui Italiam ipsam ab Ecclesiae sinu avellere commoliuntur, sed etiam degeneres illos Italiae filios, qui jam eorundem artibus seduci se passi fuerint, ad salutis viam revocare annitamur.

Veruntamen cum omne datum optimum et omne donum perfectum desursum descendat, adeamus cum fiducia ad thronum gratiae, Venerabiles Fra

«ai re. A chi si debba onore, « a chi affetto, a chi reverenza, « a chi timore, a chi consola«<zione, a chi ammonimento, << a chi esortazione, a chi di«sciplina, a chi riprensione, «a chi supplizio, insegna pre<< murosamente, mostrando co<< me non a tutti si debbano << tutte cose, sì carità a tutti, <«< ingiuria a nessuno. )) (32)

È adunque Nostro dovere e Vostro, VV. FF., che non perdonando ad alcuna fatica, non atterriti mai da veruna difficoltà, con tutta la robustezza dello zelo pastorale propugniamo tra i popoli Italici il culto della Cattolica Religione, e non solo resistiamo alacremente ai conati degli empj, i quali si argomentano di strappare la stessa Italia dal seno della Chiesa, ma ci sforziamo altresì di richiamare alla via della salute que' degeneri figli d'Italia, che si siano già lasciati sedurre dai loro artifizj.

Ma poichè ogni dato ottimo ed ogni perfetto dono scende di sopra, accostiamoci con fiducia al trono della grazia, VV. FF., e con pubbliche

(32) S. Augustinus de Moribus Cathol. Ecclesiae Lib. I.

(32) S. Agost. dei Costumi della Chiesa Catt. Lib. 1.

tres, et coelestem luminum et misericordiarum Patrem publicis privatisque precibus orare suppliciter atque obsecrare non intermittamus, ut per merita Unigeniti Filii sui Domini Nostri Jesu Christi, avertens faciem suam a peccatis nostris, omnium mentes et corda virtute gratiae suae propitius illustret, ac rebelles quoque ad se compellens voluntates, Ecclesiam Sanctam novis victoriis et triumphis amplificet; quo in tota Italia, immo et ubique terrarum, merito pariter ac numero populus ei serviens augeatur. Invocemus etiam Sanctissimam Dei Genitricem Immaculatam Virginem Mariam, quae praevalido apud Deum patrocinio suo quod quaerit invenit, et frustrari non potest, atque una Petrum Apostolorum Principem, et Coapostolum ejus Paulum, omnesque Sanctos Coelites, ut Clementissimus Dominus, eorum intervenientibus precibus, flagella iracundae suae a fidelibus populis avertat; et cunctis, qui Christiana professione censentur, tribuat propitius per gratiam suam et illa respuere, quae huic inimica sunt nomini, et ea quae sunt apta sectari.

e private orazioni non intermettiamo di pregare supplichevolmente e di scongiurare il celeste Padre dei lumi e delle misericordie, affinchè per i meriti del suo Figliuolo Unigenito il Nostro Signor Gesù Cristo, voltando la sua faccia dai nostri peccati, illustri propizio colla virtù della sua grazia le menti ed i cuori di tutti, e traendo a se anche le volontà ribelli, amplifichi di nuove vittorie e trionfi la Santa Chiesa, onde in tutta Italia, anzi nell' universo mondo cresca di merito parimente e di numero il popolo che a lui serve. Invochiamo ancora la Santissima Genitrice di Dio l'Immacolata Vergine Maria, la quale col suo patrocinio validissimo appresso Dio trova ciò che cerca e non può fallire, e ad un tempo Pietro il Principe degli Apostoli e il suo Coapostolo Paolo e tutti i Santi del Cielo, affinchè il Clementissimo Signore, per l'intervento delle loro preghiere, allontani dai popoli fedeli i flagelli della sua iracondia, ed a tutti che si contano di cristiana professione conceda propizio per la sua grazia e di ributtare le cose che sono contrarie a questo nome e di seguitare quelle che gli concordano.

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« quibus admonitio, quibus ex« hortatio, quibus disciplina « quibus objurgatio, quib « supplicium, sedulo docet, e « tendens quemadmodum « non omnibus omnia, et on «bus caritas, et nulli debe « injuria (32) ».

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seduci se passi lutis viam re

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I.

apparsa la magnifica Enciclica del N. S. P. rcivescovi e Vescovi dell' Italia, ed eccoti in talia commuoversi dall' ime fondamenta, square buttar fiamme e contro il Vaticano scara, imbelli e senza colpo, la santa Montagna. ossa dunque, uomini neri, grida Proudhon, (e reparino qui, come appresso, a inorridire) soffoarte il pensiero...., inculcate l'amore della schiae dei lumi, e a questo prezzo vivrete grassamente e più grassamente ancora nel cielo. Imbecilli! la vi passerà sul ventre. Credete voi che la si possa

te considerazioni, le quali dallo stesso nostro collaboratore, lotto l'Enciclica, furono messe a luce da prima in altro periocittà nostra, ed ora da lui medesimo sono state rivedute e noe aumentate, si stendono in alcuna parte a punti di fatto che ano i termini del 1849. Il ritardo nella pubblicazione del prescicolo, addebitabile a cause tipografiche, ci ha dato agevolezza Inserzione di quest' articolo, sorpassando l'ostacolo dell' ordine ale; poichè nel caso nostro la licenza cronologica nulla toglie distinzione ed alla conseguenza delle cose ragionate in questo me. Di ciò per altro dovevamo, in sul principio, avvertire i lettori er lume d' alcuno d' essi, preporre altresì la seguente nota della mema penna (come sono tutte le altre successive) a schiarimento di un ine che tanto spesso ricorre oggidì nelle discussioni che riguardano causa pubblica.

Che è questa Montagna, chiedono alcuni, e perchè tal nome? Nella nvenzione del 93, i Francesi chiamarono la Montagna quella parte all'Assem che si mostrava più ardente alle opere della rivoluzione, iù avve la ai delitti, più avversa alla Religione e più sanguinaria.

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