Obrazy na stronie
PDF
ePub

quali quind' innanzi si aprivano nuovi seggi di gloria nel Paradiso.........

Quel dì che il Saverio, vinti i demonj delle Indie e del Giappone, anelante da lunghi anni a incatenar quelli della Cina, toccava su fragile schifo le deserte arene di Sanciano, e di là vedea stendersi, quanto correano gli sguardi, le immense coste dell' Impero smisurato; quel dì certo gli sbalzava in petto con più forza un cuore cui era poco l'intero mondo. E quel dì era segnato a coronare i suoi trionfi, ed egli moriva là abbandonato e solo, cogli occhi fissi alle terre vietate dove tanti milioni lo aspettavano; ma colla sicurezza che la morte sua avrebbe colà chiamate al martirio e alla conquista le schiere de' suoi fratelli e imitatori. Così il Fabriani, sì beato delle compiute speranze in patria, sì desideroso d' altri travagli in pro' di altre genti, trentasei ore dopo, era, com'è Cristiana fiducia, all'amplesso di quel Dio che da lui era stato sì ben glorificato qui in terra. Di là vede che non mancano ai voti loro e all'aspettazion sua le sante Vergini che lo ebbero a Maestro, non le fanciulle che lo ebbero a Padre, non gli Amici che lo ebbero a Guida. Deh possa egli ancora vedere estendersi e fiorire per nuove contrade l'ammirabile Ordine ch' egli creò, deh nel giro degli anni possano a mille a mille venire a ringraziarlo in Paradiso le santificate anime riconoscenti!

E voi, generose, che da lui attingeste lo spirito, cessate il pianto e rinfrancatevi ad altre e più forti fatiche. Il secolo farneticante vi oblii pure, o vi derida, ogni stilla del vostro sudore, ogni passo,

ogni cura, ogni ora tolta all' agio o al riposo vi sono scritte nel Cielo! E voi, povere orfanelle del mondo, che qui entro trovaste e patria, e famiglia, ed affetto, voi le cui preghiere han tanta possanza, perchè salgono sull' ali dell' innocenza e del fervore, voi intercedete che fra le nate infelici al paro di voi si moltiplichi a misura di misericordia il numero di quelle, che di voi al paro sian fatte beatissime, e con voi benedicano eternamente al nome e alla memoria di Severino Fabriani!

RICORDI

DELLA VITA E DELL' OPERE

DEL PROFESSORE

DON SEVERINO FABRIANI (*)

[ocr errors]

di qualche sollievo all'animo addolorato nella perdita delle più care e desiderate persone, lo stesso rifarsi col pensiero a considerare i meriti e i pregi del trapassato, e tutto quanto più giustifica l'amarezza del nostro cordoglio. Forse

(*) Era strettissimo e doloroso debito dei Compilatori di queste Memorie, di annunciare in questo fascicolo l'acerba perdita del loro amico e collaboratore D. Severino Fabriani, accaduta poco dopo che egli ebbe data l'ultima mano, e licenziate le prove di stampa di quella lettera grammaticale che trovasi impressa in questo fascicolo medesimo. A questo debito si soddisfa ripubblicando questi Ricordi già divulgati in un omaggio funebre di prose e poesie alla memoria dell'illustre e caro defunto (tip. Cappelli). Ma lo scrittore di essi intende che questa ristampa non valga a sciogliere altri dall'obbligo di compilarne più distesamente la vita.

Riportiamo ancora qui il primo annuncio che nel Messaggere, foglio di Modena (N. 156), fu dato di tanta perdita.

« Nel lunedì scorso, 27 agosto, la città nostra ha fatto una gravissima < perdita colla morte del professore D. Severino Fabriani, direttore dello « Stabilimento delle sordomute, e fondatore dell'Istituto delle Figlie della « Provvidenza per l'istruzione ed educazione di quelle infelici fanciulle. «Soggiacque a fiero assalto d' apoplessia nervosa, nell'età di 57 anni, dopo « circa 36 ore di malattia. I suoi scritti filosofici, morali e storici lo aveano « da molti anni reso celebre per l'Italia. Le sue sottili e dottissime fatiche « sulle materie grammaticali ne aveano estesa la fama per l' Europa, come « provano i giornali scientifici di Francia, Belgio e Germania. Le sue « virtù lo facevano amabile e stimato a tutti, carissimo ai pochi, ma scelti << amici. La carità e lo studio con cui avea dedicato ogni sua cura e il re<< sto di una logora salute a rendere a Dio e alla società una sì numerosa <classe di sventurati, lo aveano reso, sulle tracce degli abati de l'Epée e Sicard, ch'ei seppe emulare, uno de' più zelanti figli della Chiesa Catto« lica, degli ornamenti più luminosi del nostro Clero, dei dotti che più onorano la patria e de' più insigni benefattori dell' umanità. Il Signore che

la coscienza di non sentirsi ingrato verso di quello, e la persuasione che pari tributo di compianto gli abbiano a rendere quanti il conobbero, lenisce alcun poco l'acerba ferita. Ed ove accada che siffatto alleggiamento si unisca a quello più efficace ancora e soave che la Religione santissima ci som

« da quasi 30 anni avea provato e purificato questo degno suo servo con << moltiplicate infermità e tribolazioni, gli ha voluto risparmiare morendo « l'amarezza del separarsi dai figli e dalle figlie del cuor suo e delle sue « cure, togliendolo con una morte quasi repentina in quel momento stesso « in cui era giunto al termine del suo costante desiderio e de' lunghi suoi a voti, quello cioè di vedere dalla sovrana munificenza di Francesco V «< S. N. assicurata la perpetuità dell'Istituto delle Figlie della Provvi<< denza con largo assegnamento di fondi stabili. Solo rimane che quell' << anima benedetta, ricevuta al premio promesso ai veri ministri dell' evan«gelica dottrina di carità, impetri ora dal Padre dei lumi chi gli possa « succedere nella sua sublime missione, e temperare l'affanno di tanta << perdita nelle povere orfane sordomute, e nelle desolate loro istitutrici. << Portiamo fiducia che qualche diligente biografo imprenderà a discor« rere partitamente una vita sì degna di memoria perenne. >>

Questo annunzio fu riferito dall'Armonia di Torino soggiungendo « Noi << che da lungo tempo avevamo imparato a riverire ed amare quell'ottimo << sacerdote, quell'illustre difensore della Chiesa Cattolica, quello scrittore << amabilissimo, ci associamo con tutta l'anima al dolore dei Modenesi, e << speriamo che alcuno dei tanti insigni scrittori onde va superba quella «< città religiosissima, vorrà raccontarne stesamente la vita, la quale sarà « un' eloquente condanna delle sonore ciance e dei turpi fatti onde si << disonora la presente età, ed insieme un eccellente modello da esser proa posto ai Sacerdoti di Dio. »>

Anche il ch. P. Tommaso Pendola delle Scuole Pie, celebre istitutore di sordi muti in Siena volea dare la luttuosa notizia alla Toscana con una lettera al Direttore del Giornale intitolato lo Statuto, che qui riportiamo. «La Società, la Religione, le Scienze hanno fatto in « questi giorni una irreparabile perdita. Il fondatore ed istitutore dello << Stabilimento delle Sordo-mute di Modena, l'autore di molte Opere let<< terarie e scientifiche applauditissime, lo scrittore delle Lettere logiche « sulla grammatica, D. Severino Fabriani, morì nel 27 del perduto agosto, << per un colpo di apoplessia. Un istorico elogio dirà delle virtù sue, e << delle opere del suo ingegno; ma intanto io lo prego a far cenno nel di « lui applaudito periodico di questa pubblica sciagura, affinchè gl' Italiani « non piangano sterilmente la perdita di tanti benemeriti, ma si sforzino << di seguitarne gli esempj per mantenere alla Patria quel lustro, che sempre la fece rispettata dalle altre nazioni. »

ministra coll' additarci la corona promessa lassù a chiunque sino alla fine perseverando fu tutto al servigio di Dio ed al bene degli uomini; allora più consolante e più puro discende nel nostro cuore il conforto. Per ciò a refrigerio mio e di quanti conobbero ed apprezzarono l'illustre nostro Severino Fabriani si imprevedutamente ed a parer nostro innanzi tempo rapitoci, io gitto in su queste carte alcuni pochi ricordi de' suoi fatti e de' meriti suoi. Non iscrivo nè una vita, nè un elogio. Altri per certo e l' una e l'altro farà degnamente. A me l'ingegno manca, e il tempo, e tutto fuori che l'affetto e il desiderio. E in questi brevi cenni nemmeno dirò quanto pure potrei: nè tutti i lineamenti per dir così di sua morale fisonomia verrò disegnando. Chè la parte migliore e più bella, la tempra vo' dire del suo gran cuore, e la sodezza di sue virtù io lascerò intatte a chi con maggiore autorità possa adeguatamente discorrerne. Io questo solo ne dico che per noi che da vicino l'abbiam conosciuto e trattato non eran esse inferiori a' que' sommi pregi scientifici e letterarj che sì grande e bella fama gli procacciarono.

Nel Castello di Spilamberto posto a nove miglia da Modena in su la sinistra sponda del Panaro, e rallegrato dall' ameno prospetto delle poco distanti colline, nacque il 7 gennajo 1792 Severino Fabriani, e fu figliuolo del Dott. Luigi, e della signora Francesca Maria Vincenzi onorate e religiose persone. I primi anni infantili li passò a Correggio, ove era stato chiamato il di lui padre medico assai dotto e riputato. Ma nel 1799, mortogli il buon genitore, fu dalla madre ricondotto a Spilamberto, ed orfano poscia anche di questa, ivi rimase colle sorelle affidato alle cure di uno zio paterno. Il vivacissimo suo temperamento facea sin d'allora presagire un felice ingegno, che molto accuratamente coltivato attenne poi assai più ancora di quello che promettesse. L'onore di averlo istruito nelle belle lettere fu del prevosto di S. Adriano, una delle chiese parrocchiali di sua patria, D. Tommaso Baraldini, pio e dotto sacerdote, del cui amorevole e solerte magistero tanto cara e grata memoria conservano molte rispettabili persone che l'ebbero a precettore.

« PoprzedniaDalej »