Torquato Tasso: appunti e note1872 - 73 |
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Strona 18 - O Musa, tu che di caduchi allori non circondi la fronte in Elicona, ma su nel ciclo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona, tu spira al petto mio celesti ardori, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte d'altri diletti, che de
Strona 30 - Sant'Onofrio, non solo perché l'aria è lodata da' medici più che d'alcun'altra parte di Roma, ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi divoti padri, la mia conversazione in cielo.
Strona 24 - Quel ch'io sperai cantando ; Vagliami de' lamenti il mesto suono : Vedi che fra' peccati egro rimango, Qual destrier che si volve Nell'alta polve — o nel tenace fango.
Strona 23 - Giacea con guancia di pallor dipinta ; Quando di luce incoronata e cinta, E sfavillando del divino ardore, Maria, pronta scendesti al mio dolore, Perché non fosse l'alma oppressa e vinta, E Benedetto fra que' raggi e lampi Vidi alla destra tua ; nel sacro velo Scolastica splendea dall'altra parte.
Strona 30 - CHE dirà il mio signor Antonio quando udirà la morte del suo Tasso? e, per mio avviso, non tarderà molto la novella...
Strona 23 - Ecco fra le tempeste ei fieri venti di questo grande e spazioso mare, 0 santa Stella, il tuo splender m'ha scorto ch'illustra e scalda pur l'umane menti, ove il tuo lume scintillando appare e porge al dubbio cor dolce conforto in terribil procella ov'altri è morto, e dimostra co...
Strona 25 - Maria l' amaro pianto , Che distillò dagli occhi alto dolore , Alme , vestite ancor di fragil manto , In lagrime lavando il vostro errore: Piangete meco in lagrimoso canto L'aspro marlir che le trafisse il core Tre volte e quattro ; e ciò ch' allor soffer.se , Sentite or voi, della sua grazia asperse.
Strona 44 - ... che mal volentieri con le loro fonti la sommità de' monti sogliono abitare, vaghe della bellezza loro per ogni falda versano con urna d'argento freschissime e pure acque, le quali, a gara con...
Strona 24 - Vergine, se con labra ancora immonde e di mele e d'assenzio infuse e sparse di lodare il tuo nome indegno io sono, di canto in vece il pianto io chiedo e l'onde dell'amorose lagrime non scarse, caro de la tua grazia e santo dono che sovente impetrò pace e perdono. Vagliami lagrimando quel ch'io sperai cantando; vagliami de...