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L. CASSIO HERMO

DORO NAVCLERO

QVI ERAT IN COLLEG.

SERAPIS SALON. PER

FRETA PER MARIA TRA

IECTVS SAEPE PER VND.

QVI NON DEBVERAT

OBITVS REMANERE IN

ATERN. SI MECVM

CONIVX VIVERE

NOLVERAS AD STYG.

PERPETVA VEL RATE

FVNERA VTINAM

TECVM COMITATA

FVISSEM VLPIA CANDI

DA DOMVS SALON. COL.

M. P.

Questa iscrizione è una delle pruove del commercio marittimo de' nostri Frentani coll' Illirico, coll' Epiro, coll'Acaja, e con altre parti dell' antica Grecia.

Nello stesso sito affiso ad un muro si osservava in bassorilievo una barca senza remi, e senza vela, ma con lungo rostro, e timone, da cui si deduce chiaramente, che Aterno fosse stato antico porto de' Frentani, e dalla seguente iscrizione, che sotto vi si vedeva scolpita, si argomenta, che fosse decorato del collegio d'Iside qui forse istituito dagli Egiziani. Il p. Allegranza ne riporta il disegno:

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ATERN. QVI FVIT IN COLL. ISID.

Questo porto fu in seguito restaurato dall' imp. Tiberio, come si legge in altra iscrizione qui scavata nel 1736, e riferita dal Pollidoro, e dal Muratori (1):

IMP. TIBERIVS CAESAR

DIVI AVG. F. AVGVSTVS

PONTIFEX MAXIMVS

TRIB. POTEST. XXX

RESTITVIT

5. 20.

ATERN V S AMNI S.

Fiume terminatore de' Frentani, e secondo Strabone de' Vestini, e de' Marrucini, ma verso i monti: Ad ipsum mare est Aternum Piceno conterminum, quo nomine et fluvius est, Vestinos, Marrucinosque disterminans. La sua foce apparteneva certamente a' Frentani. Rammentiamoci del passo di Mela: Frentani tenent Aterni fluminis ostia, e del passo di Plinio: In ora Frentanorum. ...

Aternus amnis.

Il marchese di Cepagatti (2) parlando del nominato fiume nella centuria de' sonetti in lode di Chieti sua patria, così lo descrisse : » L' Aterno, che ora diciam Pescara, è, secondo l' Alberti, il fiu» me più freddo d'Italia. Ha la sua origine in una montagna di un >> villaggio ora chiamato la Meta nell'Abruzzo ultra, da cui in pic➜ colissimo spazio nascono ancora due altri considerabili fiumi, il Ve» lino, che col Turano forma la Nera, ed il Tronto, che divide

(1) Murat. class. VI. pag. 443.

(2) Cepagatt. Centur. Not. pag. 131.

» la Marca di Ancona dal regno. La profonda ampiezza del fiume » Pescara il farebbe navigabile, come infatti lo era in tempo del re » Roberto, che fece privilegio a' Chietini di non pagare dazio agli » Aternini, che abitavano nella foce, dove ora è la fortezza di Pe» scara fattavi piantare da Carlo V, per le robe, che per lo fiume » portavansi. La poca nostra industria fa ora credere al volgo, che » le sue tortuosità impediscano la navigazione, quasichè non fossero » necessarie per isfuggire l' empito della corrente.

>> L'etimologia del nome non v' è autore, che ce l' additi: nè » l'essere stata vicina alle sue sponde l'antica Amiterno può averla » partorita, perchè ognun sa, che i fiumi sono più antichi delle » città. Si potrebbe dire, che fosse detto a ternis rivis, ma ci resta » la difficoltà, se nell' antica Sabina, dov'è la sua prima fonte, si » parlasse prima de' Romani il latino, per istiracchiarci l' interpetra» zione, ond' è meglio confessare l'ignoranza. Nè, come credono >> alcuni, il nome di Pescara, che ora ritiene, gli venne dal pe» scarsi che vi fu fatto del corpo del valoroso Sforza, perchè ben >> cinque secoli avanti si trova così chiamato nell' iscrizione della >> chiesa del monastero di s. Clemente detto anche Casauriense ri» portata dall' Ughelli nella sua Italia sacra al tomo vi, dove il >> vescovo di Penne Gribaldo con questi versi cedendo il dominio » del luogo all' imp. Lodovico Pio, chiama il fiume Pescara : Insula Piscariae, quae nostri juris habetur

Libera perpetuo tua Caesar jure vocetur,

Fin qui il marchese di Cepagatti, alla cui descrizione crediamo di aggiungere per maggiore dilucidazione, che l'Aterno ha propriamente le sue origini nel territorio di Arenga nel luogo detto Peschiera, e correndo acquista altre acque da' ruscelli di Buon-morelli, di Santi Martiri, di fonte Ciarelli, di colle Sparo, e di Riona. Avvicinato ad Aquila il suo volume è bastantemente grande. Altri fiumicelli riceve da Civita Tommasa, ed altri più copiosi dall'opposto lato per Assergio. Formando per via varie isolette si riunisce in un sol volume presso Stiffe, e bagnando nel corso Fagnano, Go

riano, Acciano, e Pentima sulle ruine della celebre Corfinio, scende a Popoli, dove perde l'antico glorioso suo nome di Aterno per assumere il nome barbaro di Pescara. Ricchissimo d'acqua corre veloce nella gran pianura Marrucina sotto s. Valentino, e serpeggiando l'estensione di 12 miglia, in cui riceve altre acque per dall'uno, e dall' altro lato, e specialmente le bituminose, e solfuree del fiume Orta sotto s. Valentino, e quelle della Nora da Rosciano, si perde nel mare toccando il lato destro della fortezza di Pescara, che la rende inaccessibile a' nemici, allorchè si taglia il ponte di legno,

che vi è stato costrutto.

Tra i varj ponti, che avea questo fiume, il più memorabile fu quello, ch'era distante da Corfinio circa tre miglia, e di cui parlò Cesare ne' suoi commentarj (1). Questo ponte si voleva rompere da Domizio, e per tale effetto vi mandò da Corfinio cinque coorti, ma furon esse discacciate da Cesare: Cohortes V praemissae a Domitio pontem fluminis (Aterni) interrumpebant. . celeriter Domitiani a ponte repulsi se in oppidum receperunt. Lucano gli fa dire (2):

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Ite simul pedites, ruiturum ascendite pontem. Ne fece ancora menzione Strabone (3): Aternus amnis ex Amiternino agro defluit, trajiciturque ponte, qui stadia XXIV a Corfinio abest, che corrispondono alla distanza di tre miglia. Oggi se ne scorgono gli avanzi presso il convento detto de' Domenicani a Popoli. Un altro celebre ponte alquanto più sotto univa la terra-ferma coll'isoletta della Pescara, così detta, perchè uno spazio di terra veniva intorno interno circondato dal medesimo fiume, dove dall' imp. Lodovico pio si eresse nell'anno 871 il monastero di s. Clemente di Casauria, o Casa aurea, di cui Giovanni monaco (4) scrisse la cronica. Il nominato ponte fu riputato per la struttura, e per i mate

(1) Caes. Comm. de Bello Civ. lib. 1. 2) Lucan. Pharsal. lib. II. v. 499. (3) Strab. lib. I.

(4) Chron. Casaur. ap. Murat. R I. S. vol. II.

riali appartenere al tempo de' Romani. Di questo non rimaneva altro nel principio del passato secolo, che le ruine, e molti avanzi di pietre quadrate. Attesta il Pollidoro, che furono impiegati nel ristoro della fortezza di Pescara, allorchè soffrì l'assedio di Carlo VI arciduca d'Austria contro Filippo V.

Si ha dalle romane istorie, che nella seconda guerra punica questo fiume corresse tinto di sangue. Cicerone riporta (1): Senatui nunciatum est Atratum flumen sanguine fluxisse, nelle quali parole avverte bene il Cluverio (2), che sebbene in molti esemplari leggasi Atratum, in altri si abbia Aternum, e vuole, che così si debba assolutamente leggere pe' riscontri, che adduce di Livio, e di Obsequente. Quest'ultimo (3) racconta: in Piceno Aternum flumen sanguine effluxit, e Livio (4) alia ludibria oculorum, aurium credita pro veris, navium longarum species in flumine Terracinae, quae nullae erant, visae, et in Iovis Vicilini templo, quod in Cossano agro est, arma concrepuisse, et flumen Amiterni cruentum fluxisse. Questo preteso prodigio è facile a spiegare dalle particelle solfuree, e bituminose, che galleggiano sopra le acque di questo fiume " e ne cangiano il natural colore.

et

Nelle tavole itinerarie, invece di Aternus, troviamo appellato questo fiume Ostia Aterni, come in quella di Antonino via Flaminia, nella Peutingeriana, ed anche presso Pomponio Mela, ed in un marmo, che riporteremo nella storia di Cerfennia ne' Marsi, onde alla città venne il nome di Ostia. Il Cluverio poco fa citato ne diè una spiegazione troppo vaga, cioè, che ad imitazione della città di Ostia presso il Tevere, o ad Ostia Tiberina, si fosse detto Ostia Aterni, quantunque avesse una sola bocca. Ma se aveva uną sola bocca, come mai appellavasi Ostia? Se al Tevere si dava questo nome in plurale, ben gli conveniva, perchè con due corsi en

Cic. De Divinat. lib. II. cap. 58. (3) Obseq. de Prodig.

Cluver, lib. II. cap. 12.

(4) Liv. lib. XXIV. cap. 44.

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