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to a Larino in così lunga distanza? e come Polibio potè misurare lo spazio tra Girunio, e Lucera per 25 miglia? Più ridicola è l'opinione degli storici patrj, e specialmente del dottor Kiriatti (1), che ripose Gerione a Cirignola sua patria. La distanza da Cirignola a Larino è più di 60 miglia, e da Lucera 30, e più. Or essendo il sito di Cirignola quello istesso di Gerione, si domanda, come mai Annibale asceso sopra un colle veder potesse l'esercito romano accampato ne' campi Larinati? Aveva forse il duce di Cartagine una vista così sorprendente, che distinguesse gli oggetti a 60 miglia di lontananza? La mancanza di critica nel legger gli autori fa cadere in questi errori. Noi n'abbiam parlato nell' articolo di Ceraunilia nella Daunia.

Finalmente l'una e l'altra opinione resta atterrata dalla tavola del Peutingero, che segnò Gerione ad otto miglia antiche da TeaHo Appulo, il cui sito è già da tutti fissato presso l'odierno ponte di Civitate sul Fortore. Fu questo il vero sito di Gerione corrispondente oggi ad un declivio di monte detto Cerro tra Casacalenda, Montorio, Montelongo, e Bonefro a destra del fiumicello Cigno presso la strada che da Casacalenda porta a Montorio, come opinò saggiamente monsig. Tria (2). In questo luogo conviene la distanza di miglia 25 antiche da Lucera, secondo Polibio (oggi 22), di miglia diciotto da Teano Appulo, secondo la nostra correzione, invece di VIII segnate nella tavola itineraria ( oggi 15), e conviene la vicinanza di circa due miglia da Gerione al campo Larinate presso la rocca di Calele, (oggi Casacalenda), onde Annibale potè situarsi in un colle (forse il Cerro) sopra Gerione, al cospetto del nemico. A questi validi argomenti presi dalla località si aggiungono gli avanzi di antichità, che qui sono stati scoverti, e riportati dal suddetto prelato, cioè alcune romane iscrizioni, e ruderi di antichi edifici. Egli dimostrò ancora, che questa città era tuttavia esistente

(1) Kiriat. Mem. di Cirignola.

(2) Tria Mem. di Larin. V. Gerion.

negli ultimi tempi, e che il e che il campo, dov'ella sorse, si appelli tuttora Girone e Gerione. Fer esser certi della posizione di questa città e del nome, che ancora vi resta, basta osservare la gran carta del regno di Rizzi Zannoni, in cui è segnato Gerione tra Casacalenda, e Montorio nella falda di un monte. Il Pollidoro (1) lo confermò con una carta di donazione del 1172, colla quale Iacopo • de Roffrido di Termoli concesse al monastero di s. Gio. in venere: tolum meum tenimentum cum Ecclesia, Casali, et Curte, quod habeo, et possideo in Gironia prope muros Castri, via, qua itur ad civitatem Arenam. Si cercano forse altre pruove per la vera situazione di Gerunio non lungi da Larino?

§. 5.

ARX CALELA ET MONS LIBVRNVS.

Ma

a quale mai sarà stata quella rocca, presso la quale Minucio maestro della cavalleria romana pose accampamento nell' agro Larinate? in arcem in Larinate agro sitam, cui nomen est Calela, venit, et castra ibi posuit. Certamente, che fino a questo tempo da niun altro questo punto topografico è stato esaminato. Polibio

l'appellò Kaλnλn Kalele, cui diè l' aggiunto di акра, o per dinotare, che fosse un alto colle, o piuttosto una rocca, come questa voce si prese parimente da' Greci.

Se vale la nostra congettura, noi pensiamo, che questa rocca occupasse quello stesso sito, dove si vede al presente Casacalenda. Ne conviene primieramente la distanza di due miglia da Gerione dal qual luogo su l'eminenza di un monte, che sarà stato il Cerro, Annibale vedeva i Romani e ne conviene parimente il nome corrotto da Calela in Caleda, come appellavasi ne' passati tempi, e poi Calenda.

(1) Pollid. de Gerion, ms.

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Lo stes so Polibio (1) parlò ancora di un monte col nome di Liburno, presso il quale passò Annibale per portarsi a Gerione: ab exploratoribus admonitus Luceriae, et Gerunii magnam esse frumenti copiam, Geruniumque ad usum horreorum opportunum esse locum, in eo hibernare statuit, et praeter montem Liburnum (ABuprov) ad nominatas urbes perrexit. Questo monte adunque veder dovevasi prima di Gerione, pel quale passò il Cartaginese, per assalir le di lei mura. Se Gerione adunque è stato da noi riposto nella metà del cammino tra Casacalenda, e Montorio, dove Annibale erasi fermato: se la rocca di Calele deve fissarsi nell' attual sito di Casacalenda, dov' erasi accampato Minucio, a due miglia, da Gerione, ne viene in conseguenza, che il monte Liburno debba riconoscersi nella catena de' monti detti le Serre confinanti con Morrone, perchè da Polibio è riposto dappresso a Gerione. Sotto le Serre passa oggi il regio tratturo delle pecore a Ripabottone, che fu l'antica via, e di quà a manca per una trasversa si va prima al sito di Gerione, e poi a Montorio.

Il sig. Cimaglia (2) attestò, che allora crederebbe Gerione nel sito di Dragonara, come voleva il Cluverio, quando prima gli si spiegasse, dove alzavasi il monte Liburno, ed il colle Calele. Egli adunque fu incerto di tutti e tre questi siti, quantunque nella sua carta della Daunia avesse riposto Kaλnλn, e Gerione nella distanza di circa dieci miglia da Lucera, contro la misura esatta che ne dicde Polibio.

Del resta le nostre congetture sono appoggiate al viaggio, che fece Annibale, descritto da Livio (3) con tutta esattezza. Egli da! Sannio fingendo di correre a Roma arrivò solamente ne' Peligni. Di quà voltò indietro: ex Pelignis Poenus flexit iter, e correndo alla Puglia giunse a Gerione retroque Apuliam repetens Gerionem

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venit. Annibale adunque da' Teligni dovette correre all'Adriatico, ed ivi per la via Frentana ( giacchè non vi era altra via militare) arrivare a Gerione, passando pel monte Liburno. Il Romano all' incontro già accampava ne' campi Larinati: dictator in Larinate agro castra munivit, donde partì per Roma a cagione di certi sacrificj e lasciò Minucio alla testa dell'armata. Sotto il comando di quest' altro avvenne, che i Romani posero campo nella rocca di Calele, e che Annibale sali sul monte presso Gerione per osservarli. Chi non vede, che tutta questa scena dovette accadere in luoghi molto vicini? Or un solo, che se ne fissa per certo, come sarebbe il campo Larinate, è ben facile la posizione di tutti gli altri.

Questo medesimo viaggio Annibalico in altri tempi fu eseguito da Cesare (1) septem omnino dies ad Corfinium ( città Peligna ) commoratus, per fines Marrucinorum, ( tenendo la via Valeria ) Frentanorum, (correndo per la via Frentana) Larinatium ( dove fermossi il Cartaginese) in Apuliam pervenit. Osservate, che Cesare ripose i Larinati ne' Frentanį, dopo de' quali passò in Puglia in traccia di Pompeo.

§. 4.

LARIN V M.

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Di questa nobilissima città Frentana ha parlato copiosamente monsig. Tria, onde per non ripetere le medesime cose da lui dette ci occuperemo solamente delle sue antichissime monete, e di alcune notizie, che ricaviamo dall' aringa di Cicerone a favor di Cluenzio.

Bisogna dire, che Larino fossé capo di un esteso assoluto contado , e quantunque entrasse nella federazione frentana, pure si reggesse indipendente dalle altre città, come regione del tutto separaPart. III,

(1) Caes. Civil. lib. I. cap. 23,

ta. Pare, che così si debba interpetrare il poco fa addotto passo di Cesare per fines Marrucinorum, Frentanorum, Larinatium in Apuliam pervenit. Se i Larinati facean corpo co' Frentani, perchè Cesare distinse i Larinati da' Frentani? All' incontro, che questi popoli fossero compresi nella federazione frentana si ha da Plinio, che diè loro il sopranome di Frentani: Larinates cognomine Frentani, e si ha chiaramente da Tolomeo, che appellò Larino città mediterranea de' Frentani: Frentanorum mediterranea oppida Anxanum, Larinum. Questa indipendenza de'Larinati dal corpo della nazione, e questa separata regione in mezzo a' Frentani ci vien indicata an cora dalle monete, che battè questa città in gran numero, in cui leggiamo in caratteri osci LADINOD Larinor co' tipi di Ercole, di Giove, del Centauro, del bue a volto umano, delle spighe, e di un guerriero armato di asta, e di scudo sopra veloce cavallo (1). Larino adunque aveva una doviziosa officina monetaria, che non troviamo in altre città frentane. Ecco un segno d' indipendenza, dice il Mazzocchi (2), e di riconosciuto primato sopra tutte le città del distretto. Veniam ora a Cicerone.

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Questo nostro oratore nella bella difesa, che fece in Roma, di di A. Cluenzio Avito accusato di veneficio da Oppianico per impulso della propria scelerata madre appellata Sassia, ci diè delle interessanti notizie di questa città, e del suo stato politico in quel tempo. Egli adunque lodando Cluenzio aggiunse (5): homo non solum municipii Larinatis, sed etiam regionis illius, et vicinitatis facile princeps. Ecco una chiara testimonianza, che Larino al tempo di Cicerone godeva la qualità di municipio. Si conferma da una iscrizione, che si vede in Larino.

1) V. Tav. IV N. 2.

(2) Mazoch. Diatrib. I. ad T. L

(3) Cic. pro Cluvent. $5.

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