und das in folgendem Liede ausgeführte Bild ist; so viel Reiz hat es doch durch die Ausführung gewonnen, LA ROSA, Deh mirate, o Verginelle, Vuol di spine effer armata La Beltà, ch'è don del Cielo; Di qual gioja empie le spiagge Quanto Lemene. Tramontar col sole il miro, So ben' io, quanto fia frale Qual gioir più grande, o come Che Maria prende il mio nome. Efe 'l Mondo, allor che brama Con più nomi à fe l'invita, Ella poi, che cofi degna Umil regna in tanta gloria, Ormorir fe in terra io fcerno Tofto il fral delle mie foglie Verginelle, al vostro orecchio E tu Vergine pietofa, A' Mortali il guardo piega; Col bel nome della Rofa, 3 app i. - 3appi. S. B. II. S. 23. Die zu Venedig, 1757, in zwei Duodezbanden, gedruckte Ausgabe seiner Rime enthält, außer denen von seiner Gattin, Faustina Maratti, noch viele, zum Theil schöne, kleine Gedichte andrer berühmter Mitglieder der arkadischen Gesellschaft. Dov'ella è gita, e dove lui portò? Già ch' ei fen gio Fuor del mio feno Sapelli almeno ora dov' é, che fà! Ne chiedo al rio, Ne chiedo al fonte, Al piano, al monte, e nulla parte il fà. Ninfe e Paftori, Che qui fedete, Voi lo fapete, lo mio cor com'è; Pieno di fede, Deh chi lo vede, lo riporti a me! Ma |