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altro esso merita la nostra attenzione, e crediamo utile cosa darvi i mezzi di rispondere con vantaggio.

S. 4.

Risposta alle obbiezioni

Esaminiano un dopo l'altro tutti questi sofismi. Perchè, vi diranno, mentre lo spirito umano è in progresso, e tutto il mondo profitta del movimento della civiltà moderna, vorrete voi isolarvi rinunziando ai vantaggi della libertà ?

Rispondete che, se si trattasse di progresso e movimento nelle scienze esatte o fisiche, nelle arti e nelle belle lettere, volentieri vi associereste a tal movimento e a tal progresso, perchè la religione è amica delle scienze delle quali il primo autore è Dio. Ma pretendere di progredire nell'ordine morale e religioso, nutrendosi lo spirito ed il cuore di ciò che tende a indebolirlo o sovvertirlo è, siccome vi abbiamo provato, lo stesso che misconoscere il grido della ragione che ne accenna il pericolo, e la voce di Dio che espressamente lo vieta.

Siccome tutto questo stile declamatorio, in che s'incontra ad ogni passo i termini di secolo di lumi, emancipazione intellettuale, epoca di movimento ecc. si riassume in ultima analisi nella sola parola libertà, così importa stabilirne bene una volta per sempre l'esatto valore.

Innanzi di trattare questa dilicata quistione, vogliamo prevenirvi, o F. C., che non ci dobbiamo occupare delle libertà politiche: in questa istruzione si tratta soltanto di regole di coscienza, che voi

dovete seguire per mettervi in guardia contro l'abuso che se ne può fare. Oggidì, per confessione di tutti, si abusa assaissimo della libertà della stampa: fra di voi si diffondono libri contrarj alla vostra fede e alla morale dell' Evangelo, e si vuole che vi facciate complici di tale abuso, insinuando in mille modi, esservi lecito in coscienza di leggere que' malvagi scritti, come vi è civilmente o legalmente permesso di stamparli e di venderli. Ecco l'errore e l'inganno contro de' quali ci richiamiamo: ecco ciò che ci spinge a darvi di questa parola libertà una spiegazione alquanto sviluppata.

Dio, Essere infinito, Essere sovranamente libero, ha creato l'uomo a propria imagine e simiglianza; l'ha dunque creato anche libero. Le cose inanimate e gli esseri viventi, privi di ragione, Iddio ha sottoposti a leggi fisse; ed invariabilmente seguendo queste leggi, essi pubblicano a modo loro la gloria del Creatore. Ma Egli ha voluto che l'uomo, re della natura, al cui servigio ha creato tutto il resto, gli offrisse un omaggio degno della sua infinita grandezza, degno delle sue perfezioni, e per conseguenza un omaggio libero. Lo pose dunque in mano del suo consiglio; (53) gli diede la potenza di fare il bene o di non farlo. (54) Ma creando libero l'uomo, Dio non l'ha creato indipendente; l'ha invece sottoposto ad una legge, comandando che ad

(53) Eccli. 15. 14. Deus ab initio constituit hominem, et reliquit illum in manu consilii sui.

(54) Ibid. 31. 10. Qui potuit transgredi et non est transgressus; facere malum et non fecit.

essa si conformasse, e minacciandolo di punirne la trasgressione colle pene più gravi. S'Ei gli ha lasciata la potenza d'infrangere o non infrangere questa legge (ivi), non gliene ha però dato il diritto; imperocchè s'è riserbato, e ha dovuto riserbarsi un diritto assoluto all' omaggio di tutte le facoltà, di tutte le potenze della sua creatura, ad un amore senza riserva, ad una riconoscenza e sommissione senza restrizione. Allorchè l'uomo, mangiando il frutto vietato, ha calpestato il precetto di Dio, non ha dunque fatto uso di un diritto, ma ha abusato indegnamente della sua più nobile facoltà. La libertà dell' uomo, tanto prima, quanto dopo la sua caduta, non è consistita mai nel diritto di commettere il male, ma essenzialmente nel potere e nella facilità di fare di tutte le sue facoltà fisiche e morali un uso regolare e conforme alla legge di Dio. La libertà, dice un celebre scrittore, non può consistere che nel poter fare ciò che si deve volere, e a non essere costretto a fare ciò che si dee non volere. » (55) L'uomo è dunque libero quando può fare ciò che dalla legge divina è ordinato o permesso, e che non è sforzato a fare ciò che questa legge proibisce. Ora, lungi dal permettere la lettura de' libri contrarj alla Religione ed a' costumi, la legge divina

(55) Montesquieu. Egli dice pur anche: Bisogna riflettere bene sopra ciò che è l'indipendenza, e ciò che è la libertà. La libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono, e se un cittadino potesse fare ciò che esse proibiscono, non vi sarebbe più libertà, perchè gli altri avrebbero in tale guisa un eguale potere. (Spirito delle leggi lib. 11, c. 3.)

e la legge della Chiesa la vietano sotto le pene più gravi e per tal modo, pretendere che siete liberi di leggerli, che ne avete il diritto, è il più funesto e il più grossolano di tutti gli errori del giorno.

Ecco ora come lo spirito del male sia giunto a rendere popolare siffatto errore.

Abbiam veduto che dall'origine del Cristianesimo, ed anzi anche prima, tutti i popoli inciviliti hanno respinto da sè i libri cattivi. Perciò i governi aveano fatto leggi per prevenirne o reprimerne la circolazione. Queste leggi erano fondate sopra l'intima persuasione che lo spirito non è stato dato all'uomo per pascersi di errori, nè la lingua per pubblicarli, nè la mano per diffonderli e perpetuarli: e che se esso abbandonasi all' abuso delle varie sue facoltà, non solo si corrompe, ma perverte altresì i suoi simili, e diventa un contagio per le famiglie, un flagello per lo stato.

Queste leggi contro i cattivi libri sono rimaste in vigore sino verso la fine del secolo scorso. Allora in un paese vicino fu ordita una vasta vasta cospirazione contro la Religione e l'ordine pubblico. Perch'essa venisse a capo de' suoi intenti, un' empia setta sentì il bisogno di rovesciare tutte le dottrine ricevute; e per rovinar queste, cominciò a proclamare come diritto inalienabile del cittadino la più illimitata libertà di pensar tutto, di legger tutto, di pubblicar tutto. Avvenne una rivoluzione senza esempio nella storia; e per conseguenza in diversi paesi, ed in particolare nel nostro, s'elevò un ordine nuovo di cose politiche, nel quale non si rial

T. VIII.

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zarono le antiche barriere, opposte agli abusi della stampa. Ammettiamo che il legislatore abbia avuto giuste ragioni per far così: ne viene per ciò che questi abusi non siano più abusi, e che sia lecito di legger tutto e di tutto stampare? Davanti a Dio, e al suo santissimo tribunale, il delitto de' libri cattivi è sempre delitto: in mezzo a' rovesci politici ed alle variazioni delle umane legislazioni, la legge di Dio è e sarà sempre imprescrittibile, e la regola della Chiesa Cattolica obbligatoria per sempre.

Confondendo con infinita ipocrisía cose essenzialmente distinte, il padre della menzogna riuscì a far conchiudere, per la mancanza di una legge umana, l'abolizione della legge divina e della regola della Chiesa. Tutto il suo sofisma consiste in dire: le nuove costituzioni civili hanno rovesciato le barriere, che l'antica legislazione aveva inalzate contra la propagazione degli errori e delle dottrine immorali; dunque sono cadute del pari quelle stabilite dalla legge divina e dalla Chiesa : vivete come se più non vi fosse nè concupiscenza, nè peccato, nè lussuria, nè coscienza; coronatevi di rose, bevete senza misura alla tazza de' piaceri; inebriatevi, se vi piace, del vino della prostituzione; il tempo è breve, affrettatevi di goderne; qui sta tutta la vita, e tutta la felicità. (56)

Ecco, F. C., l' abuso grossolano della parola Libertà, che inganna una folla d'ignoranti troppo inclinati a lasciarsi sedurre! Per poco che rimanga in loro un avanzo di pudore e di buona volontà,

(56) Sap. 2. 19.

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