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dirigere l'insegnamento religioso in tutti i rami d'istruzione pubblica dove s'insegna la Religione Cattolica, e di visitare quegl' istituti; dichiarano di riconoscere ed assumere la responsabilità, loro imposta dal pieno potere che tengon da Dio di dar missione; e che è loro intenzione d'esercitare questo diritto principalmente nella sfera delle alte scienze teologiche.

I Vescovi riconoscono l'essenzial dovere che è ad essi imposto di formar il loro Clero mediante un'istruzione ed educazione propria; reclamano a tal fine il diritto inalienabile, che loro spetta in virtù de' precetti canonici, di fondare liberamente, e senza che alcun ostacolo possa venir loro frapposto, i seminarj ed altri ecclesiastici istituti per l'educazione e l'ammaestramento del loro Clero, che ciascun Vescovo stimerà necessarj per la propria diocesi. Eglino insistono sopra il lor diritto di diriger quelli che già esistono, d'amministrare i loro beni, d'approvare o rimandare i direttori, i professori e gli allievi di questi istituti.

I Vescovi Cattolici, nella loro qualità di successori degli Apostoli, avendo essi soli il potere d'inviare operaj nella vigna del Signore, affine che il Vangelo venga predicato in ogni luogo e che i misteri della salute siano distribuiti ai fedeli, si riconoscono obbligati, allo scopo d'osservare coscienziosamente tutto quanto tiene a questa missione divina, di non scegliere nè consacrare nè inviare se non soggetti, i quali per la loro condotta morale siano da essi riconosciuti degni d'esercitare il sacerdozio e l'officio d'insegnare, e che per le loro cognizioni risultino capaci di adempiere degnamente i doveri di lor vocazione. Ad essi soli adunque spetta il diritto d'esaminare e provare tanto nei loro costumi che nel loro sapere coloro i quali sono chiamati allo stato ecclesiastico. Ad essi soli spetta il diritto di conferire a quelli che si preparano agli ordini sacri o a ricevere la missione evangelica per l'insegnamento nei seminarj, quand' essi avranno dato prova del loro zelo nell'insegnamento stesso o nella cura delle anime, ed avranno subito le prove canoniche, le testimonianze di lor capacità per l'uffizio di curati o di predicatori.

I Vescovi dichiarano adunque che la partecipazione dello

Stato agli esami di quelli che si presentano per entrare nello stato ecclesiastico, prima di riceverli nei seminarj, come anche la sua ingerenza nei concorsi alle cure, costituiscono una coercizione essenziale della libertà ecclesiastica ed un'usurpazione dei diritti episcopali.

Se la Chiesa non può giammai perdere la coscienza del suo diritto d'adempiere con assoluta indipendenza la sua missione d'educamento, essa non può nemmeno in alcun tempo rinunciare il diritto che le è inseparabilmente unito, d'essere ad imitazione del suo divin Fondatore la corporale benefattrice de' popoli affidati alla spirituale sua cura. Ciò che una tenera madre è verso i suoi figli, la Chiesa è sempre stata pei poveri e gl' indigenti, ben inteso quando era libera ed indipendente in ordine alla raccolta e distribuzione de' suoi doni. Chi potrebbe numerare le pie fondazioni, sorte da quelli, con tanto di abbondanza quanto di varietà ? Conoscere la misteriosa assistenza dello Spirito divino ed il segreto delle benedizioni ch'esso diffondeva anche sopra l'obolo del povero, che una pari fiducia deponeva nelle mani materne della Chiesa, la quale procurava sovente di provedere alle più lontane necessità; questa è cosa che l' umano calcolo non giugnerà mai a scoprire coll' ajuto delle sue cifre. Sapere se la Chiesa mediante lo spirito del sacrifizio che anima le pie associazioni, e la sua propria disposizione a farsi mendicante alla porta del ricco per versare i doni di sua liberalità in seno al povero: sapere se essa perverrà, nelle crudeli necessità della presente miseria sociale, a stendere con effetto la sua mano a' miserabili; questa è una quistione onde lo scioglimento dipende dal movimento libero ed indipendente della Chiesa, che i Vescovi si credono egualmente tenuti a reclamare nel loro soggetto.

Appartiene alla Chiesa un altro diritto, risultante per una conseguenza irrefragabile del principio di sua missione. Questo diritto divino è quello di regolare sovranamente e senza ostacolo il suo culto, la maniera con che dev'essere celebrato, l'inapprezzabile dono de' suoi Sacramenti, e tutto ciò che si riferisce alla celebrazione de' suoi ufficj, come sono le preghiere e gli esercizj pubblici di pietà. Tutti questi oggetti

debbono esser regolati senza l'intervento e senza la partecipazione del poter temporale. Il suo culto non è altra cosa che la fede di essa Chiesa, la quale si manifesta nelle differenti forme degli ufficj divini, ne' suoi Sacramenti, nelle sue preghiere. Un tal culto è la tendenza incessante dell' uomo verso l'alto ed eterno suo destino. Qui la Chiesa muovesi esclusivamente sopra un terreno che le è proprio più di qualunque altro, e che i Vescovi hanno il sacro dover di guardare con inviolabile fedeltà.

Una delle istituzioni più caratteristiche della Chiesa Cattolica, fiore intimamente annodato alla vita cattolica, si trova nelle associazioni spirituali d' uomini o di donne che, nel corso di tutti i secoli, ci appajono sotto le più variate forme. Coll'autorizzazione del loro primo Pastore, sonosi queste persone vincolate con voti o con pie promesse, per tendere più efficacemente ad una maggior perfezione cristiana. Questo legame che le unisce e che regola la loro attività, abbraccia tutte le opere di misericordia spirituali e corporali, tanto l'istruzione degl' ignoranti, quanto il sollievo de' poveri e degl'infermi, ecc. Esse praticano le opere di pietà che penetrano tutte le azioni della loro vita colla preghiera, colla meditazione, e con una obbedienza la quale giunge fino al rinunziare a sè stesso. Gli Arcivescovi ed i Vescovi radunati reclamano in favore di simili associazioni la medesima libertà che la Costituzione dello Stato assicura ad ogni cittadino.

In seguito, la Chiesa ha il diritto di vedersi protetta, quanto a' beni delle Chiese e delle pie fondazioni cattoliche, siccome sua proprietà acquistata a titoli legali, e di esigere che questa sia protetta, al pari di quella d'ognaltro cittadino o d'ognaltra laica associazione, contro ad ogni violento attacco. Essa rivendica il diritto di amministrarli e di regolarne l'impiego in tutta libertà, in tutta indipendenza. Questo impiego ha sempre per oggetto de' fini ecclesiastici, consegnati in documenti, che spesso datano da più secoli. Sono essi beni la proprietà d'una congregazione ecclesiastica, proprietà che debb' essere considerata come la proprietà d'una persona morale e individuale. Se dunque la giustizia e il diritto hanno ancora

qualche valore agli occhi de' principi e de' popoli di Alemagna, se queste parole non sono ancora un vano suono, tali proprietà debbono godere della stessa protezione che si accorda ad ognaltra proprietà d'una società qual si voglia, la inviolabilità della quale è assicurata, ovunque l'ordine pubblico e civile è una verità.

In fine i Vescovi protestano solennemente contro ad una maniera di vedere e di esprimersi nata da disposizioni ostili o da difetto d' intelligenza, presso certe persone che nella Chiesa Cattolica, le cui braccia in virtù di sua divina missione si stendono a tutti i popoli della terra, si ostinano a distinguere ciò che è indigeno e ciò che è straniero. Per via di questa distinzione, si crede poter designare come illecito il legame vitale dei Vescovi e delle loro greggi col Padre della Cristianità, col Santo ed Apostolico Padre di Roma. Si pretende far considerare questo legame d'unità come un delitto verso la nazionalità, come antigermanico e pernicioso alla patria. Questi uomini non vorrebbero punto cessare di sottomettere alla diffidente lor revisione i rapporti dei Vescovi e de' fedeli col Santo Padre, e del Santo Padre con essi.

Ciò che principalmente caratterizza la Chiesa Cattolica, è la sua unità nella dottrina, nella sua costituzione e nella sua disciplina, che non si è giammai smentita. Condizione e conseguenza di questa unità, si è di mantener sempre il legame e le relazioni tra il capo e le membra, tra il Santo Padre di Roma ed i fedeli sparsi nella immensa estension della terra, ma raccolti in questa unità medesima intorno al lor supremo Pastore. Questi liberi rapporti sono la condizione della vita della Chiesa, come la circolazione del sangue, la cui pulsazione si fa sentire in tutte le sue arterie, costituisce la vita dell' uomo. Quello che opera una legatura la quale contraria sì fatta circolazione, lo fa per la Chiesa qualunque atto impeditivo, arbitrariamente opposto alle libere relazioni de' Vescovi col Centro della unità.

Nella guisa adunque che i Vescovi riguardano come un grand' onore per essi di sapersi uniti, per mezzo dello stretto legame che li vincola al Capo della Chiesa e così dell'Episco

pato con tutti i suoi membri, uniti, diciamo, a tutti i fedeli del mondo, cherici e laici; e nella stessa guisa che si sforzeranno sempre di praticare l' obbedienza filiale verso il Successore di Pietro, il Principe degli Apostoli, e di mantenere nella unità e nella purità della Fede Cattolica la parte del popolo di Dio, di lingua alemanna, che ad essi è confidata, per modo che l'unica Verità cattolica si disviluppi e si confermi di giorno in giorno, com'esigono le abitudini de' suoi padri e il carattere germanico, per secoli invariabile; i Vescovi non possono trattenersi di non denunziare come una violazione essenziale del diritto inalienabile della Chiesa ogni specie di placet, tendente ad inceppare la libera pubblicazione delle pastorali o di altre vescovili istruzioni. Essi non possono trattenersi di non colpire di riprovazione ogni sopravveggenza delle relazioni tra il Pastore e il suo gregge, come opposta al carattere alemanno, la cui fedeltà è proverbiale, e di dichiararla incompatibile coll' intero godimento della vera libertà. Vurzburgo, 4 novembre 1848

Hanno sottoscritto questo documento il Cardinale e Principe Arcivescovo di Salisburgo, altri cinque Arcivescovi, e diciannove Vescovi. Alcun d'essi, non intervenuto personalmente all' adunanza, vi aveva il suo legittimo rappresentante.

XIV.

PASTORALE

DEGLI ARCIVESCOVI E DE' VESCOVI DELLA GERMANIA CONGREGATI A VURZBURGO

Ai Fedeli delle loro Diocesi

Gli Arcivescovi e li Vescovi della Germania congregati a Wurzburgo ai fedeli delle loro Diocesi salute e benedizione da Dio Padre e dal Signor Nostro Gesù Cristo!

Se mai i Pastori della Chiesa di Gesù Cristo radunavansi a preghiere e deliberazioni comuni allorquando grandi tribolazioni sopraggiungevano ai popoli, e gravi pericoli e scosse

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