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Onorando Signore!

Fra quanti applaudirono alle letture che ha fatto il nostro

amico, socio ordinario e censore in questo patrio Ateneo, della traduzione con sue note del Viaggio in Italia di Teodoro Hell sulle orme di Dante, nelle vivacissime tornate del 18 marzo 1.o e 22 aprile dell' anno corrente; ben a ragione encomiò Ella, chiarissimo signor Segretario Perpetuo, l' erudito e spiritoso lavoro di quell' illustre Alemanno, che fece dono all'Italia di tanto industri e dotte sollecitudini per promuovere ognor più lo studio e la stima che far si devono della Divina Commedia, agevolandone l' intelligenza per tutti quei siti della gloriosa penisola, ai quali Dante coi suoi versi aggiunse fama immortale.

E mentre tutti dolevansi che per avverse combinazioni non abbia potuto il sagacissimo Teodoro Hell seguitare le orme di Dante anche in questa nostra provincia, e ripetere le memorie che se ne trovano sì nella Divina Commedia, che nelle altre opere dell' Allighieri; egli è a Lei, riverito Signore, ch' io debbo l'onorevole incarico di brevemente riandarle, affinchè, nella circostanza in cui il lavoro del nostro amico viene messo alle stampe, e passa negli atti dell' Ateneo (al quale il libro medesimo è intitolato) non manchi in esso una pagina che le ram

turali Fregnano, Tebaldo e Guglielmo, colla condizione che non si dovessero dare ad altri che a questi tre suoi figli : indi nell' anno medesimo fa eleggere a canonici di Verona Guglielmo e Tebaldo, confermati dal patriarca di Aquileja con decreto speciale 3 luglio 1358. Guglielmo si ritirò poi in Venezia, e scrivono gli storici veronesi, che Tebaldo e Fregnano sieno più tardi stati vittime di Can Signorio (Venturi, tom. II, pag. 58).

1358. Fa fabbricare la porta di s. Sisto, ora quella detta del Palio, ossia Stupa.

1358. Passa ad abitare nel palazzo e fortezza di Castel Vecchio. 1359 14 dicembre. Can Signorio ed Alberto per le prepotenze loro usate dal fratello Can Grande pensano alla vendetta In fatto Can Signorio, che aveva l' età di anni diciannove, uccide a tradimento e di stocco il fratello atteso per istrada, mentre da altri cronologi lo si vuole ucciso da un di lui mandatario. Can Grande è sepolto presso suo padre; e il popolo, a cui era ben amaro il calice della sofferta schiavitù, tempera l'orrore dell' assassinio colla speranza di un migliore avvenire.

1359. PAOLO ALBOINO riceve dal popolo la signoria di Verona, anche a nome di Can Signorio, ch' era fuggito a Padova, dove fu mandato per esso, e giunto in Verona, assume il

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1361. Can Signorio accorda Verde sua sorella in moglie a Nicolò d' Este, signor di Ferrara, e fa lega poco dopo col Pontefice, coi Gonzaga e coi Carraresi contro Barnabò Visconti, che gli era pur cognato, e ciò per abbassarne la grandezza. Dopo alcuni fatti, mercè la sorella Beatrice, si toglie dalla lega, e l' unione fu sciolta.

1362. Pestilenza fierissima, che in quattro mesi priva Verona del terzo degli abitanti.

1363. Can Signorio prende a consorte Agnese, figlia del conte di Durazzo, ma non n' ebbe figliuoli; quindi pensa a favorire Bartolammeo e Antonio suoi figli naturali.

1364. Temendo l' ostacolo di suo fratello Alboino, Can Signorie

ordina processo contro di lui per titolo di congiura; lo mette a Peschiera, e dà morte a più de' suoi aderenti. 1373. Can Signorio fa costruire in pietra il ponte sull' Adige, detto delle Navi, sì magnifico, terminato dopo due ammi di lavoro, colla spesa di tremila fiorini d'oro (Così il Saraina e il Biancolini, ma il Corte ritiene la spesa minore di assai). Gli architetti furono Giovanni da Carrara e Jacopo da Gozzo.

1,375. Infermo nella salute, chiama poi Bonino da Campo Leone, terra fra i laghi di Como e Lugano, e fa erigere il suo sepolcro, colla spesa di mille fiorini d' oro, che porta l'iscrizione: Нос opus sculpsit et fécit Boninus de Campigliono Mediolanensis Dioecesis, con altra analoga in versi lionini. 1375. Avanzato di anno in anno il male, Can Signorio fa riconoscere i due suoi figli naturali BARTOLAMMEO ed ANTONIO principi di Verona e Vicenza, e li dà in tutela a Guglielmo Bevilacqua con Tommaso Pellegrini, quale governatore; il primo aveva quindici anni e l' altro tredici.

1375. Dopo fatto esaminare un' altra volta il processo (dai proprii giudici) Can Signorio fa soffocare col laccio, nelle prigioni di Peschiera, il fratello Paolo Alboino.

1375 18 ottobre. Can Signorio viene a morte di anni trentacinque. Si fanno distinti funerali, e il suo corpo è riposto nell' arca, già erettasi vivente. La passione del fabbricare in esso fu grandissima, e molti edifizii si alzarono nel principato di lui; promosse il traffico e l' agricoltura, e provvide generosamente le popolazioni in tempo di carestia. Malgrado di tutto questo, il Guiscardi, cronologo di que' tempi, accenna la sua morte colle voci: considera che morite .... el perfido Can di Verona, pag. 84. 1381. Antonio della Scala, imitatore del padre, fa ammazzare il fratello Bartolammeo, e dà la colpa a Spineta Malaspina e ad Antonio Nogarola. Fu poi assalito il fratricida dai Visconti, Gonzaga e Carrara, per cui fuggì anche dal Castel Vecchio, dove si era ritirato. Viveva poi ramingo nelle terre di Forli (Muratori, Annali d' Italia, tom. VIII,

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