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PREFAZIONE.

QUANDO

UANDO nel 1842 io pubblicava il Discorso intorno alle Condizioni de' Romani vinti dai Longobardi, era ben certo di suscitar molti sconsentimenti ed anche molte ire contro la mia opinione, che que' vinti fosser divenuti servi ed Aldii de' vincitori; eccetto i Sacerdoti ed i patteggiati. A tal preveggenza segui l'effetto; ed io lo bramava nella speranza di meglio discernere il vero. Soggiunsi perciò nel 1843 un' Appendice, nella quale promisi di volerlo per tre vie più ampiamente cercare.

J. Con la compilazione d'un Codice Diplomatico Longobardo, che avesse i suoi cominciamenti nell'anno 568, e terminasse nel 774, alla venuta di Carlomagno :

II. Con un Comento agli Editti de'cinque Re Legislatori Longobardi prima dello stesso Carlomagno; il qual Comento riguardasse al fine principalissimo ed anzi unico d'indagar le qualità civili e politiche de'vinti :

III. Co'racconti e col lume della Storia. Quel Codice Diplomatico Longobardo cominciò ad imprimersi nel 1845; ma tosto cedette il luogo a'racconti, che oggi son pervenuti all'anno dell'arrivo d'Alboino in Italia. E però io, lasciata in disparte la prima stampa, ne imprendo un'altra con forma diversa, ma più legata, più conveniente alla pubblicazione della mia Storia. Nel Codice si comprenderà eziandio il Comento agli Editti de' primi cinque Legislatori Longobardi; lavoro, che già si trova in punto d'andar sotto al torchio, e che ha per iscopo, non di costituire i testi di si fatte Leggi, nè di compilarne un Trattato, ma solo di contemplare in esse le condizioni concedute da'vincitori al vinto Romano. Il titolo dell'Opera dice a bastanza da se, che altri Documenti non si registrano in questo Codice Diplomatico Longobardo, se non i soli spettanti o direttamente od indirettamente alle cose del Regno Barbarico e però invano si cercherebbero qui le Carte d' Amalfi, di Napoli, di Ravenna, di Roma, di Venezia e d'ogni altra Provincia o città non conquistata d'Italia.

In tal guisa, eccomi sdebitato d'una parte delle mie promesse; dell' altra or sono in grado, se la vita mi basta, di prontamente liberarmi. Pur non tutti sanno per avventura,

che io mi prosciolsi d'una maggior promessa, fatta in servigio per l'appunto degli studj sui vinti Romani; da quella, cioè, d'esporre col tenore continuo della Storia le molte diversità fra la razza vastissima de'Goti o dei popoli divenuti Gotici, sì come i Vandali ed i Borgognoni, e la razza delle genti uscite dalla Germania di Tacito, quali furono e Franchi e Longobardi e Sassoni.

Si fatte diversità notaronsi a mano a mano da me ne'cinquanta cinque Libri, dati fin qui alla luce. Ivi la Storia de'Goti, sino da' più antichi tempi, s'è compiuta: ivi ogni leggitore può a sua posta veder nell' Editto di Teodorico degli Amali e nelle Leggi de'Borgognoni quanto la civiltà e la letteratura dei Goti sopravvanzassero l'agreste natura dei Franchi, autori della Legge Salica e Ripuaria, riformatori delle Leggi de' Bavari, degli Alemanni e d'ogni altra Germanica tribù: ivi finalmente si scorge in quali maniere la maggiore o minor civiltà de' vincitori dominasse con vario aspetto le tenui sorti del vinto Romano in tutta quasi l'Europa. Ne'susseguenti Libri della Storia, 'le pratiche tenute fuori d'Italia da queste due si dissimili schiatte di vincitori Goti e Germani, gli uni repugnanti agli altri, verranno al paragone dei modi

adoperati dal Longobardo verso il vinto Romano in Italia. Or, poichè l'officio del presente Codice Diplomatico è d'aiutar sì fatte investigazioni, mi si conceda premettervi qualche cosa intorno a'proponimenti, ch'ebbi, ed alle cure, che posi nell'ordinarlo.

§. I.

Io non distesi le mani ad una Raccolta o ad un Corpo degli Scrittori d'Italia; nè altro volli comprendere nel Codice Diplomatico Longobardo, se non le Bolle e Lettere de' Papi con alcuni brani d'un qualche Concilio, ed i Diplomi de'Re, non che gli Editti Longobardi. Principal fondamento del Codice saranno gli Atti, che celebraronsi fra' privati uomini, e si drizzarono in pergamena od in papiro, secondo il costume de' popoli nello spazio interposto fra il 568 ed il 774. Vi congiunsi nondimeno, sebbene assai di rado, poche parole d'un qualche Storico, pognam che siano di Paolo Diacono e di Fredegario, sol per pigliarne opportunità di farvi sopra l'Osservazioni, utili al mio unico disegno di chiarire le civili e politiche qualità de'vinti Romani. L'Iscrizioni, scolpite in pietra, non furono da me con ispeciale studio ricerche ;

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