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NUMERO III.

Iscrizione di Lenno.

ANNO 572.

(Dal Marchese Rovelli).

Nel 571 e 572 i Longobardi non erano padroni di Len

Diploma in favor di Felice. Ariana era la credenza d'Alboino, il quale giunse a gran rinomanza in Pannonia; laonde Nicezio, Vescovo di Treviri, scrisse verso il 563 a Clossuinda, prima moglie del Re, di veder modo a convertirlo ed a fargli abbracciar la fede Cattolica 1.

L'Annalista Di Meo, che ignorava i lavori d'un Lupi ed era schivo assai del creder vere le carte antiche, non dubitò di seguitare i racconti del Diacono 2: indi Angelo Fumagalli, vinto dall'esposte ragioni, stette anch'egli contro il Maffei, annoverando tra'legittimi quel Diploma, sebbene perduto, d'Alboino 3. La quale opinione a me sembra verissima. In quanto all'obbiezione dello stesso Maffei, che nel sesto secolo i Re Barbari non soleano concedere alcun Privilegio di protezione così degli averi come delle persone, dirò ch'ella è rimossa non solo dall'autorità di Paolo, ma daʼmolti Diplomi, che abbiamo, sì di Clodoveo e si de' suoi successori, che vissero prima d'Alboino, in favor de'Monasteri e delle Chiese insino all'anno 562. Basta svolgere a tale uopo la splendida Raccolta, ovvero il Codice Diplomatico de'tempi Merovingi, ordinata dal Bréquigny ed accresciuta ora dal Pardessus, nella quale, oltre il Privilegio dato nel 497 da Clodoveo al Monastero Reomamense (impu

1. Nicetii Trevirensis, Ad Clotsuindam Reginam Epistola, apud Duchesne, Hist. Franc. Scr. Append. I. 853. (A. 1691) ex Frehero.

2 Di Meo, Annali del Regno di Napoli, I. 22. (A. 1795: opera postuma ). 3 Fumagalli, Istituzioni Diplomatiche, I. 224. ( A. 1802).

4 Bréquigny et Du Theil, Chartae et Diplomata, etc.....; opus, tempora Merovingica exhibens. (A. 1791 ).

no,

vicina dell' Isola Comacina. Perciò tale Iscrizione con

la seguente si darà nell' Appendice.

NUMERO IV.

Simile Iscrizione di Lenno.

Vedi l'Appendice.

ANNO 572.

(Dal P. Allegranza e dal Rovelli ).

gnato da molti e difeso virilmente dal Bréquigny 1), v'ha l'altro dello stesso Re ad Euspicio Miciacense in data del 510, tenuto per vero fino dal P. Germon 2. A questi Diplomi seguono altri di Sigismondo, Re di Borgogna, di Childeberto 1.° e di Chilperico in grazia de'Monasteri Agaunense ed Anisolano, come altresì delle Chiese di Parigi e di Tournai 3.

:

Felice di Trevigi nou godè lungamente del Diploma d'Alboino ben presto Clefo ed i Duchi spogliarono l'Italia, e divisero l'universalità de'Romani fra ciascun Longobardo col nome di tributarj, appropriandosi per diritto della conquista l'alto dominio di tutte le terre ".

1 Bréquigny, Num. 2.

2 lbid. Num. 6.

3 Ibid. Num. 10, 13, 26, 27, 28, 31.

4 Vedi il mio Discorso sulla condizione de' Romani vinti da' Longobardi (A. 1841).

NUMERO V.

Preteso Privilegio d' Alboino in favor de Nobili Rizzola di Piacenza.

ANNO 572?

E ricordato questo Privilegio nel seguente di Carlo il Grosso. (Dal Campi, Storia di Piacenza, I. 469).

In nomine Sanctae, et Individuae Trinitatis Karolus divina favente clementia Imperator Augustus. Si petitiones fidelium nostrorum iustè, rectèque petentium audimus, procul dubio eos alacriores reddimus in nostrum servitium. Quapropter omnium fidelium Sanctae Dei Ecclesiae nostrorumq; presentium scilicet, ac futurorum comperiat industria: quia Luituardus Sanctae Vercellensis Ecclesiae Episcopus, nosterq; Summus Consiliarius, et Archicancellarius, et Vuiboldus Sanctae Parmensis Ecclesiae venerabilis Pontifex nostram expetierunt Celsitudinem, ut concederemus aliquid de iure nostri Imperij proprietario Adelberto de Ruzzolo illustri viro, fidelique nostro, et haeredibus, habendum perenniter; ac confirmaremus res ipsius Adelberti, ab eo, eiusque antecessoribus hucusque possessas, vel deinceps possessuras. Nos verò tantorum fidelium precibus inclinati, concessimus eidem Adelberto, eiusque consortibus, et haeredibus Curtes duas infra Placentinum Comitatum sitas; harum unam, quae Moldefasci dicitur, alteram vero, quae dicitur Vineolla, cum omnibus ad easdem Curtes pertinentibus, videlicet casis, curtis, terris, vineis, silvis, stalareis, pratis, pascuis, paludibus, ripis, rupinis, cultis, et incultis, divisis, et indivisis cum omnibus, quae dici, vel nominari possunt pertinentibus ad praenominatas Curtes. Concedimus etiam, ac donamus, et

de nostro iure, ac potestate in eorum ius, et potestatem, haeredumq; ipsorum trasfundimus, ut habeant perenniter potestatem exinde dandi, vendendi, commutandi, et faciendi ipse Adelbertus, suiq; consortes, et haeredes quicquid voluerint.

Insuper etiam per hoc auctoritatis nostrae praeceptum confirmamus, et munitissima tuitione stabilimus omnes Curtes hactenus ab eodem Adelberto, et eius antecessoribus possessas, scilicet Ruzzolum, Pupianum, Utianum, Fontanam frigidam, Martinascam, et Tebulariam, verum etiam et Ronchum, seu et Vicocerronum, quas nunc tenent per praecepta, et immunitates Regum Longobardorum, ALBOINI (1), Clephi, Autharis, Agilulfi, et Desiderij, sicuti in

(1) Che Alboino confermasse in generale i possedimenti della Chiesa di Trevigi al suo Vescovo Felice, può e dee credersi; ma che il Re donasse del suo ad Adelberto di Ruzzolo alcune Corti del Piacentino e ne facesse distendere ciò che chiamavasi Precetto ed Immunità, è tal cosa da non crederla neppure a Carlo il Grosso, che ha le sembianze rivolte ad affermare d'aver veduto que' Diplomi. Delle molte cose, che potrebbero dirsi contro l'autenticità della presente scrittura insignita col nome di Carlo, basta ricordare sol quella, che il Campi non accenna d'averne copia se non dal domestico Archivio di Casa Rizzola, tacendo se vi fosse o no l'originale.

Di molti veri e sincerissimi documenti siam debitori al Campi, uomo dotto e buono ma non rade volte si lasciava egli trar fuori di via dall'amore della sua patria, si che giunse a pubblicar come vera e solenne Storia di Piacenza un brano deforme di Tito Omusio Tinca; il quale a senno del medesimo Campi, vivea sotto Augusto, facendo menzione di Gomer, figliuolo di Giano, e di non so quali antichissimi fondatori della provincia Piacentina prima di Davide, Re degli Ebrei 1.

1 Campi, Storia Ecclesiastica di Piacenza, I, 437–447. ( A. 1651: opera postuma ).

ipsis praeceptis insertum esse comperimus, ac etiam firmamus, et stabilimus omnes res, quas postmodum Deo propitio iustè, et legaliter ubilibet infrà ditionem nostri Imperij potuerint ipse, suiq; consortes, et haeredes adquirere: nec non chartas immunitatis, et confirmationis, quas suis antecessoribus piae recordationis Domnus, et proavus noster, Karolus quondam Excellentissimus Imperator, et Serenissimus Augustus avus noster HLudovicus, sed et flendae memoriae HLotarius patruus noster, nec non et gloriosissimus Imperator HLudovicus consanguineus noster de suprascriptis Curtibus concesserunt, et per sua privilegia confirmaverunt; seu etiam chartarum instrumenta et easdem res, quas suprà concessimus, ac confirmavimus omnibus modis deinceps in perpetuum iure proprietario iam saepedicto Adelberto nepoti iam nominati Vuiboldi Sanctissimi Antistitis, suisque consortibus, et haeredibus trasfundimusq; atq; donamus, ut de ipsis rebus faciant, sicut de aliis proprijs, remota totius potestatis inquietu— dine, etc. etc. etc. ( Si tralascia il resto ).

NUMERO VI.

Iscrizione d' Alboino.

(Dal Museo Veronese del Maffei, pag. CCVIII).

Vedi l'Appendice, perchè l' Iscrizione fu scolpita dopo il 774.

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