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12. La qual ammaestra noi, che noi iscacciamo la empietà e li desiderii temporali, e viviamo temperatamente e santamente in questo secolo,

13. aspettando la beata speranza, e l'avvenimento della gloria del grande Dio, e del Salvatore nostro Iesù Cristo.

14. Il quale diede sè medesimo, per ricomperare noi d'ogni iniquità, e apparecchiarsi a sè uno popolo piacevole e seguitatore in buone opere.

15. Queste cose ammaestra e conforta, e riprendi con ogni signoria (e securità). Nullo t'abbia a dispetto.

CAPO III.

1. Chè io ti dice che tu ammonischi, che sieno soggetti alli principi e alle potestati, e che debbano obbedire al comandamento, e che siano apparecchiati ad ogni buona opera;

12. erudiens nos, ut abnegantes impietatem et sæcularia desideria, sobrie et juste et pie vivamus in hoc sæculo,

13. exspectantes beatam spem, et adventum gloriæ magni Dei, et Salvatoris nostri Jesu Christi,

14. qui dedit semetipsum pro nobis, ut nos redimeret ab omni iniquitate, et mundaret sibi populum acceptabilem,

sectatorem bonorum operum.

15. Hæc loquere, et exhortare, et argue cum omni imperio. Nemo te contemnat.

CAPUT III

1. Admone illos, principibus et potestatibus subditos esse, dicto obedire, ad omne opus bonum paratos esse:

2. e che non siano biastematori, nè battaglieri (nè tenzionatori), ma sieno temperati, dimostrando ogni mansuetudine a ogni uomo.

3. Chè [anche] noi eravamo in qua dietro non sani e increduli, errando e serviendo ai desiderii e alle molte voluttà, e andando in malizia, e con invidia odiosa odiando l'un l'altro.

4. Ma poi che apparve la benignità e umanità del nostro Salvatore Dio,

5. non per opere di giustizia, le quali avessimo fatte in prima, ma secondo la sua misericordia, fece noi salvi per lavamento di rinascimento [e] di rinnovamento del Spirito Santo.

6. Il quale egli sparse sopra noi abbondevolmente per Iesù Cristo, nostro Salvatore,

7. acciò che fossimo eredi secondo la speranza di vita eterna, essendo giustificati per la sua grazia. 8. Fedele parola è: questo voglio, che tu confermi gli altri di queste cose, ch' egli studino di sopra stare alle buone opere, quelli che credono in

2. neminem blasphemare, | cundum suam misericordiam non litigiosos esse, sed modestos, omnem ostendentes mansuetudinem ad omnes homines.

3. Eramus enim aliquando et nos insipientes, increduli, errantes, servientes desideriis et voluptatibus variis, in malitia et invidia agentes, odibiles, odientes invicem.

4. Cum autem benignitas et humanitas apparuit Salvatoris nostri Dei,

5. non ex operibus justitiæ, quæ fecimus nos, sed se

salvos nos fecit per lavacrum regenerationis et renovationis Spiritus sancti,

6. quem effudit in nos abunde per Jesum Christum Salvatorem nostrum,

7. ut justificati gratia ipsius, heredes simus secundum spem vitæ æternæ.

8. Fidelis sermo es 1 et de his volo te confirmare, ut curent bonis operibus præesse qui credunt Deo. Hæc sunt bona et utilia hominibus.

Dio. Chè queste cose (che ho dette) son buone e utili alli uomini.

9. Schifa le (male e) stolte questioni di sapere le generazioni, e le contenzioni, e le battaglie della legge; imperò che son inutili e vane.

10. L'uomo eretico, dopo l' una correzione, e dopo secondo castigamento, sì lo schifa,

11. sapendo ch' egli è rivolto dalla fede quel tale che in tal guisa ha peccato, ed è condannato da proprio giudizio.

12. Quando io manderò a te Artema ovver Tichico, studiati di venire a me a Nicopoli; chè qui c'è ordinato di vernare.

13. Manda inanzi sollecitamente a me Zena savio della legge e Apollo, che niente abbiano meno (nella fede).

14. (Acciò che) egli imprendano di sopra stare alle buone nostre opere, agli usi necessarii, chè egli non siano infruttuosi.

15. Salùtanti tutti quelli che son meco; saluta coloro li quali amano noi nella fede. La grazia di Dio sia con voi tutti. Amen.

9. Stultas autem quæstiones et genealogias, et contentiones et pugnas legis devita: sunt enim inutiles et vanæ.

10. Hæreticum hominem post unam et secundam correptionem devita:

11. sciens quia subversus est, qui ejusmodi est, et delinquit, cum sit proprio judicio condemnatus.

12. Cum misero ad te Artemam aut Tychicum, festina

ad me venire Nicopolim: ibi enim statui hiemare.

13. Zenam legis peritum, et Apollo sollicite præmitte, ut nihil illis desit.

14. Discant autem et nostri bonis operibus præesse ad usus necessarios, ut non sint infructuosi.

15. Salutant te qui mecum sunt omnes: saluta eos, qui nos amant in fide. Gratia Dei cum omnibus vobis. Amen.

ARGOMENTO

Paulo scrivendo dalla città di Roma, essendo in pregione, a Filemone le lettere familiari sopra la cagione di Onesimo, servo di Filemone, scriveli per il predetto Onesimo.

Qui comincia

la epistola di San Paulo a Filemone

1. Paulo (apostolo) imprigionato di Iesù Cristo, e Timoteo fratello, a Filemone amato nostro aiutatore, 2. e alla nostra sorore Appia, e al compagno nostro Archippo, e a tutta la compagnia ch'è in casa tua.

3. Grazia sia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Iesù Cristo.

1. Paulus vinctus Christi Jesu, et Thimoteus frater, Philemoni dilecto, et adjutori nostro,

2. et Apiæ sorori carissimæ, et Archippo commilitoni

nostro, et Ecclesiæ, quæ in domo tua est.

3. Gratia vobis et pax a Deo Patre nostro, et Domino Jesu Christo.

4. Referisco grazie a mio Dio, sempre facendo ricordanza di te nelle mie orazioni,

5. avendo udita la tua carità, e la tua fede la qual tu hai nel Signore Iesù Cristo, e in tutti li santi,

6. acciò che la comunanza della tua fede sia (di quello medesimo Dio) in contezza d'ogni bene, il quale è in voi in Iesù Cristo.

7. Veramente grande gaudio ebbi e grande consolazione per la tua carità; imperò che l'interiora delli santi ebbero posa per te, fratello.

8. Per la qual cosa io abbo grande securità, per Iesù Cristo, di comandare a te quello che sia convenevole di fare.

9. Adunque, conciosia cosa che sie tale, io Paulo vecchio, e ora imprigionato per Iesù Cristo,

10. pregoti pel mio figliuolo Onesimo, il quale io ingenerai in amore di carità,

11. il quale fu inutile a te alcuna fiata, ma ora è utile a me e a te,

4. Gratias ago Deo meo, semper memoriam tui faciens in orationibus meis,

5. audiens charitatem tuam, et fidem, quam habes in Domino Jesu, et in omnes sanctos,

6. ut communicatio fidei tuæ evidens fiat in agnitione omnis operi boni, quod est in vobis in Christo Jesu.

7. Gaudium enim magnum habui, et consolationem in charitate tua, quia viscera sanctorum requieverunt per te, frater.

8. Propter quod multam fiduciam habens in Christo Jesu imperandi tibi quod ad rem pertinet;

9. propter charitatem magis obsecro, cum sis talis, ut Paulus senex, nunc autem et vinctus Jesu Christi:

10. obsecro te pro meo filio, quem genui in vinculis, Onesimo,

11. qui tibi aliquando inutilis fuit, nunc autem et mihi et tibi utilis,

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