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sto dello anno 1406., e nel dì 6. del susseguente Decembre Innocenzo VIII. passò a miglior vita, e fu eletto in suo luogo Gregorio XII.

24. Nell' anno 1407. questo Papa dovette allontanarsi da Roma, e andare in Savona per affari importanti della Chiesa. Allora il furbo, ed ambizioso Re Ladislao, mettendo in non cale il testè concluso Trattato, trovò nell' assenza del Principe una occasione propizia,onde eseguire il suo vecchio disegno d' impadronirsi di quella Capitale. Per lo che nel mese di Apri le del 1408., scortato da un potente esercito, ed assistito dalla fazione de' Colonnesi, si presentò sotto le di lei mura, e nel giorno 25. del mese medesimo vi entrò senza trovare al cuna resistenza. La presa di Roma portò seco la cessione spontanea di altre Città dello Stato; ma Tivoli si mantenne fedele al suo legittimo Sovrano, e perciò quel Re rivolse subito il suo pensiere a sottometterla colla forza, e collo spavento; ma, a riserva di qualche guasto recato al suo territorio, null' altro potè ricavare, per cui portò altrove i suoi progetti ambiziosi .

25. Intanto nel dì 25. del mese di Marzo dell' anno 1409. adunossi in Pisa quella famosa Assemblea, nella quale, essendo stato de. posto il Papa Gregorio XII, e lo Antipapa Benedetto, si venne alla elezione di Alessandro V. Poco amico del Re Ladislao questo Pontefi ce lo fece processare, dichiarando legittimo.

Re di Napoli Ludovico Dnea d' Angiò, il quale nel di 1. di Ottobre dell'anno medesimo giunse in Roma, accompagnato dal suo esercito, e dalle milizie del Cardinal Baldassare Cossa Legato, che, essendo morto il predetto Alessandro V. nel di 3. Maggio del 1410, fu inal zato alla Sede Pontificia nel giorno 27. del me. se medesimo, col nome di Giovanni XXIII.

26. Se fede prestar si dovesse al racconto del Muratori, Paolo Orsini, e Malatesta Capitano de' Fiorentini, che militavano per il det to Papa, avrebbero nel prefato anno 1410. ridotto alla sua obbedienza la Città di Tivoli (1). Ma deve essere corso equivoco nella Cronaca, che egli cita, e da cui si fatta notizia desunse, giacchè tutti gli Storici patrj affermano non solo, che i Tiburtini erano in pace con Gio. vanni XXIII, ma eziandio che gli fecero il dono di trecento ducati forse per concorrere alle spese della guerra (2). E' peraltro probabile, che nella confusione di cose, avvenute nella elezione di Alessandro V, fossero quelli attaccati al partito di Gregorio XII, fino alla convocazione del Concilio Pisano, e alla nuova elezione del sudetto Giovanni XXIII. Imperciocchè assicura il lodato Ansaloni di aver egli osservato un istromento stipolató in Anticoli Corrado colla data dei 15. Ottobre 1409. enunciando gli anni del Pontificato del ridet

(1) Murat. Annal. all' an. 1410.
(2) Nicod. loc. cit. cap. 27.

to Papa Gregorio XII., e non quelli di Ales sandro V (1).

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27. Fra gl' Istromenti del Secolo XV., che si conservano nello Archivio di Tivoli trovasi il Testamento di Matteuccio Masci Signore della Scarpa, e di Castel del Lago, fatto li 20. Agosto 1410. (2) Questo Cittadino Tiburtino aveva per moglie Saulina figlia di Angelo Oddone, parimente di Tivoli, colla quale procreò Francesco istituito erede, e Maria, che sposo Orsello di Orso degli Orsini, probabilmente Signore di Licenza, e Roccagiovane. Esecutore della sua volontà è nominato in detto Testamento Giovanni Orsini Conte di Tagliacozzo e Rainulfo della Colonna. Da tuttociò è facile a comprendersi quanto chiara fosse e specchiata la nobiltà di questa famiglia Tiburtina .

28. Dopo una segnalata vittoria da Ludovico d'Angiò riportata sopra il Re Ladislao, pareva che questi inclinasse alla pace. Fu infatti firmata col Papa Giovanni XXIII. ai 15. del mese di Giugno del 1412., ma nel mese di Febrajo del susseguente anno 1413. invase improvisamente la Marca, meditando ancora di sorprendere Roma. A questa notizia dispiacente se svegliossi il Papa Giovanni, ed eccitò i Romani ad opporsi al nemico comune, i Tiburtini, fra tutti i Popoli contermini, diedero non equivoci argomenti della più decisa

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(1) Ansaloni loc. cit. sec. XV.

(2) Per acta Nicolai Marcutii fol. 87.

adesione al Pontefice, ed alla S. Sede. Ladis lao ordinò, che una partita delle sue truppe calasse dalle montagne degli Abruzzi per invadere la Campagna Penetrato questo Piano dai Magistrati di Tivoli, furono nominati all'istante sedici Capitani, e destinati a custodire con forti distaccamenti i posti più importanti del territorio. Quindi per accrescere le fortificazioni della Città, farono scavate delle fosse profonde dalla porta del Colle fino all' altra di S. Giovanni, risarcite le mura dalla parte del fiume, ed esegnite altre precauzioni di pubblica sicurezza per sostenere, quando fosse stato di bisogno, uno assedio (1).

29. Mentre si trovavano in questo stato gli affari di Tivoli, giunse un avviso, che Ricciardo della Molara ribelle del Papa, ed emissario del Re Ladislao, dopo aver fatte delle scorrerie nel. Viterbese, marciava alla volta dello Agro Tiburtino per depredarlo. 1 Tiburtini però non aspettarono, che fossero le loro proprietà dan neggiate, e il loro territorio violato. Gli si fecero incontro prima che in questo mettesse il piede, lo attaccarono con ordine e intrepidezza, disfecero le sue mili→ zie, e lo costrinsero ad una fuga precipitosa' (2).

30. Contemporaneamente un altro Generale

(1) Nicod. loc. cit. (2) Nicod. loc. cit,

della stessa qualità del sopradetto Ricciardo, chiamato Andrea di Tonno, uomo carico di delitti, calò dall' Abruzzo con disegno di attaccare direttamente il distretto di Tivoli, ma il successo fu peggiore di quello del suo Collega. I Tiburtini prevennero i suoi movimen ti, lo raggiunsero, disfecero le sue genti, ed egli stesso fu fatto prigioniero, e condotto in Tivoli, ove si tenne strettamente custodito. Il Conte di Carrara Governatore dei due Abruzzi pel Re di Napoli, cui sommamente rincrebbe la perdita di questo buon mobile scrisse replicate lettere chiedendone la libe razione, ma nulla ottenne, giacchè prima di mettere in libertà un uomo così facinoroso si volle dai nostri Magistrati attendere lo esito della guerra (1) ;).

31. Il Re Ladislao, cui non erano sconosciuti i prenarrati avvenimenti, deliberò di portarsi egli stesso in persona in queste parti per espugnare la Città di Tivoli, contro la quale si erano cotanto le sue armi disonorate. Fatti consapevoli i Tiburtini de' suoi progetti, ne prevennero sollecitamente Giacomo Orsini Conte di Tagliacozzo loro alleato, non che i Conservatori del Senato Romano, e lo stesso Papa, da cui ottennero un rinforzo di truppe. Si spedi quindi a reclutar genti negli Stati del predetto Giacomo Orsini, ne' Castelli di Montorio, Rocca Selce,

(1) Nicod. loc. cit.

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