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di Cristo abbracciano quello di Bakounin, se vedendosi derise nelle loro speranze da coloro che tutto avevano promesso, tendono gli occhi ansiosi al socialismo e ne attendono redenzione e salute? Quale meraviglia, se dopo che si è fatto loro credere che l'eguaglianza civile e l'eguaglianza politica avrebbero cancellate tutte le ingiustizie sociali, vedendo invece crescere le disuguaglianze, proprio per effetto della libertà, non si contentino ora delle vane formole dei politicanti e aspirino all'eguaglianza economica?

I principii della rivoluzione francese perdono ogni giorno terreno. Un codice che interdice ogni opera collettiva e duratura, non può che generare picciolezza e debolezza. È perciò, dice giustamente Renan, che coloro che liquidarono così tristamente la bancarotta della rivoluzione, negli ultimi anni del secolo XVIII, prepararono un mondo di pigmei e di rivoltosi.

La questione sociale — chi può dinanzi alla vivida luce dei fatti negare ch'essa esista? non è soltanto basata su un problema economico, ma essa racchiude sopratutto un problema morale, che la nostra società può ritardare di affrontare, ma che deve affrontare.

La sfinge della società nostra è la questione sociale, e noi ci troviamo dinanzi al dilemma crudele, che ha travagliato un tempo altre società non meno floride e non meno ricche di luce intellettuale di questa società nostra: dilemma crudele che bisognerà risolvere o perire.

Se il socialismo, malgrado le nostre critiche, malgrado i suoi errori, malgrado le sue incertezze si diffonde così rapidamente, vuol dire che vi è nella sua natura una forza morale, che noi possiamo disconoscere, ma che non possiamo soffocare.

Tutti coloro che hanno scritto del socialismo, sono riesciti difficilmente a spogliarsi dei loro pregiudizi.

Io mi propongo in una serie di volumi di studiare con serenità di mente e con imparzialità di critica tutte le principali forme del socialismo moderno: il socialismo religioso, il socialismo anarchico, il collettivismo, il socialismo di stato, ecc. Iniziando questa non facile opera, io sento tutte le difficoltà dell'impresa in cui

mi son gettato, ove forse mi verran meno le forze, ma non mi verrà meno l'audacia.

Anche coloro che si occupano di studi sociali, mostrano assai spesso di ignorare quali siano le vere tendenze e le vere aspirazioni delle molteplici scuole socialistiche. Ora, per curare il male, bisogna conoscerlo profondamente, conoscerlo in tutte le sue manifestazioni.

Ho dedicato il primo volume al socialismo cattolico, perchè esso è forse il più ignoto in Italia, e perchè mi è parso che dopo gli ultimi congressi ognuno abbia l'obbligo di conoscere quali siano le tendenze di questa novella scuola socialistica che, a differenza delle altre scuole, vuol riformare la società in nome di Dio, ma che non per questo vuol modificarla meno profondamente.

Se in questa esposizione delle teorie dei socialisti cattolici sono stato troppo minuto, ho voluto però ad ogni costo essere esatto. Finora nessuno studio completo è stato scritto in Italia sullo stesso argomento, e quei pochissimi pubblicati all'estero sono troppo incompiuti o troppo unilaterali. Perciò le difficoltà che ho incontrate, nello studio di un argomento nuovo con materiale nuovo, sono state non poche nè lievi.

Il socialismo, malgrado pullulino quotidianamente nuovi sistemi socialisti, è ancora assai più un'aspirazione che una dottrina. Chi voglia studiare il fenomeno deve guardarlo da tutti i lati e sotto tutti gli aspetti. Io mi auguro dunque che questa mia opera, che mi è costata non poco lavoro e a cui attacco non poco amore, non debba riescire nè inutile, nè superflua.

FRANCESCO S. NITTI.

CAPITOLO I.

SOCIALISMO E CRISTIANESIMO

Il socialismo antico e gli scrittori moderni

socialismo

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Le lotte sociali dell'antichità e il Il socialismo e la democrazia sono fenomeni moderni Le democrazie antiche I termini del problema sociale Gli utopisti antichi La rivoluzione francese e il socialismo I limiti dell'economia come scienza biologica L'evoluzione economica - L'eguaglianza sociale - La democrazia sociale e le dottrine materialiste Gli scrittori liberali - Le cause del socialismo

La filosofia antica e il socialismo - L'ideale cristiano e il socialismo - Errori della democrazia sociale Il pregiudizio antireligioso In che cosa l'ideale cristiano si accosti all'ideale socialistico La scuola conservatrice and Socialism I socialisti cattolici e la democrazia sociale cattoliche.

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Christianity

Le democrazie

I moderni storici del socialismo, quali che siano le loro tendenze economiche, esagerano grandemente l'importanza delle antiche lotte sociali, e attribuiscono al cosi detto socialismo antico gran parte del programma e delle tendenze del socialismo contemporaneo.

Nel concetto fondamentale del socialismo moderno bisogna distinguere una dottrina etica e una dottrina economica. La prima è stata accettata anche da gran parte di coloro che respingono con più veemenza i sistemi economici delle scuole socialiste, la seconda è invece assai controversa anche fra gli scrittori che militano nelle stesse file.

Le aspirazioni egalitarie e i sogni chimerici di ricostituire sopra basi più giuste l'edificio sociale, sono certamente un fatto tutt'altro che nuovo (1). La storia di Oriente, come la storia di Grecia e di Roma, è ricca di lotte sociali. Ma in queste lotte sociali dell'antichità le classi povere in generale non chiedevano che riforme parziali.

Gli stessi scrittori antichi e medioevali, che sognarono una società costituita sopra altre basi, non furono, come i socialisti moderni, l'espressione di un bisogno reale, nè ebbero come questi ultimi alcuna importanza, nè potettero mai credere a una possibile attuazione delle loro utopie.

Perfino i sofisti greci che sostennero economicamente idee assai larghe non furono che dei pensatori solitari, privi di ogni importanza pratica (2).

Ciò che distingue il socialismo moderno è l'aspirazione a un diritto assoluto ed eguale di tutti gli uomini al governo della società e al godimento dei beni sociali. Ora, i filosofi antichi, se anche, come Platone, potevano accettare delle teorie comunistiche, respingevano l'idea di ogni diritto delle masse al governo della società (3).

Noi crediamo a torto che l'idea comunistica sia necessariamente legata all'idea democratica, e molti dei nostri scrittori si ostinano senza ragione a ritenere il comunismo come una derivazione, o, per dir meglio, come una degenerazione del programma democratico. Ora, nell'antichità, e specialmente in Grecia, era proprio tutto il contrario. Il comunismo era un ideale aristocratico, e Platone e Senofonte che lo difendevano erano due convinti partigiani dell'aristocrazia. Sparta, la repubblica che conservò lunga

(1) Sulla genesi delle idee socialistiche nell'antichità cfr. il notevole libro di S. COGNETTI de MARTIIS: Il socialismo antico, Torino, Bocca, 1888.

(2) Cfr. la monografia di A. CHIAPPELLI: Le teorie sociali dei sofisti greci, negli Atti dell'accademia reale di Napoli, 1888.

(3) Persino Platone crede che le classi popolane abbiano l'obbligo di obbedire, senza partecipare al governo della repubblica. V. la Repubblica, 1. IV.

mente le istituzioni che hanno più analogia col comunismo, era nello stesso tempo la repubblica più aristocratica di Grecia (1).

Del resto le teorie del mite ed aristocratico filosofo di Ellenia non erano dai contemporanei considerate altrimenti che come dei sogni filosofici. Invitato da molte città di Grecia e di Sicilia a scrivere delle costituzioni, Platone vide, con profondo dolore, unanimemente respinti i suoi piani di riforma, di cui spesso ancora, dopo tante disillusioni, non ebbe il coraggio di proporre l'applicazione (2). Il problema sociale (nessuno io credo vorrà oramai negare che un tale problema esista) non è stato posato che al principio del nostro secolo. E i termini in cui è stato messo sono, dice Renan, « estremamente difficili. Perchè da una parte bisogna conservare le conquiste già fatte dalla civiltà, dall'altra bisogna che tutti partecipino ai benefizi di questa civiltà. Ora questo sembra contraddittorio; perchè pare a primo colpo d'occhio, che l'abiezione di alcuni e anche del maggior numero, sia una condizione necessaria della società, tale quale l'hanno fatta i tempi moderni e specialmente il XVIII secolo. Io non esito punto a dire che giammai, dall'origine delle cose, lo spirito umano si è posato un così terribile problema. Quello della schiavitù nell'antichità era assai meno terribile, e sono stati necessari dei secoli per arrivare a concepire la possibilità di una società senza schiavi » (3).

Per arrivare a concepire l'ideale socialistico, o per dir meglio per credere alla doverosa e necessaria attuazione di esso, si sono dovute conquistare man mano le libertà politiche. Il socialismo è nato appunto dal contrasto profondo fra le libertà politiche, di cui il popolo si è impa

(1) Cfr. su questo argomento l'originalissima e dotta memoria di FUSTEL DE COULANGES nei Comptes rendus de l'académie de sciences morales, janvier, 1880.

(2) Cfr. SUDRE: Histoire du communisme, Paris, 1856, 3° édit., Guillaumin, pag. 23.

(3) RENAN: L'avenir de la science, pensées de 1848, 2e édition, Paris, Calman Levy, 1890, pag. 366.

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