Atti della Accademia Dante Alighieri, Tomy 11-13Galati, 1893 |
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Accademia Dante Alighieri Adelson e Salvini alcuni allora amore animo antichi Archimede avea Beatrice di Tenda bella Bellini buon Cafarnao canto caro Catania ch'è chè Cicerone cielo città colla corpo cotesto Cristo cuore d'ogni dell'Accademia Dante Demostene dice diletto divina dolce empi Empireo Epicide eterno favel figliuolo filosofo fior Francesco Battaglia Gerone Gesù giorno giovani gioventù Giuseppe Giuseppe Lancia gloria immortale ingegno l'amore l'anima l'uomo latina legge lettere lieto lingua lingua latina lodi maestri Maria mente mondo morte mostra musica natura nobile ognor onore opere pace padre Parad patria pensiero perocchè poeta popolo pregio prof pure ragione rende sacro santo scienze secolo sente Sicchè signori Siracusa sommo SONETTO spirito spirto stra studio sublime suono TERMINI IMERESE terra Torquato Tasso tristi trovatori umana uomini uomo vede Vergine vero VINCENZO BELLINI Vincenzo La Rosa virtù vivere Zampone
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Strona 49 - Ciò che non muore e ciò che può morire, Non è se non splendor di quella Idea Che partorisce, amando, il nostro Sire; Chè quella viva Luce che si mea 55 Dal suo Lucente, che non si disuna Da lui, nè dall...
Strona 69 - Come destriero che di largo cibo Ne' presepi pasciuto, ed a lavarsi Del fiume avvezzo alla bell'onda, alfine Rotti i legami per l'aperto corre, Stampando con sonante ugna il terreno: Scherzan sul dosso i crini, alta s'estolle La superba cervice, ed esultando Di sua bellezza, ai noti paschi ei vola, Ove amor d'erbe, o di...
Strona 48 - Com' occhio per lo mar, dentro s' interua ; Chè, benchè dalla proda veggia il fondo, In pelago nol vede, e nondimeno È lì, ma cela lui l' esser profondo. Lume non è, se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi è tenebra, Od ombra della carne, o suo veleno. Assai t' è mo aperta la latebra, Che t' ascondeva la giustizia viva, Di che facei question cotanto crebra; Chè tu dicevi: Un uom nasce alla riva Dell...
Strona 47 - Chiamavi il cielo, e intorno vi si gira, Mostrandovi le sue bellezze eterne, E l'occhio vostro pure a terra mira; Onde vi batte chi tutto discerne.
Strona 49 - ... vivere nell'uomo è ragione usare. Dunque se vivere è l'essere dell'uomo; e così da quello uso partire è partire da essere, e così è essere morto.
Strona 167 - Quant' esser convenia da sé lucente quel ch'era dentro al sol dov' io entra'mi, non per color, ma per lume parvente! 42 Perch' io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, sì noi direi che mai s'imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami. E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non è maraviglia; che sopra '1 sol non fu occhio ch'andasse.
Strona 167 - E s' io al vero son timido amico, Temo di perder vita tra coloro Che questo tempo chiameranno antico. La luce in che rideva il mio tesoro Ch' io trovai lì , si fe' prima corrusca, Quale a raggio di sole specchio d' oro ; Indi rispose : coscienza fusca O della propria o dell...
Strona 49 - ... la sensitiva sta sopra la vegetativa, e la intellettiva sta sopra la sensitiva. Dunque, come levando l'ultimo canto del pentagono, rimane quadrangolo; così levando l'ultima potenzia dell'anima, cioè la ragione, non rimane più uomo, ma cosa con anima sensitiva solamente, cioè animale bruto.
Strona 49 - La prima si può brievemente così ragionare : la maggior parte degli uomini vivono secondo senso e non secondo ragione, a guisa di pargoli : e questi cotali non conoscono le cose se non semplicemente di fuori, e la loro bontade la quale a debito fine è ordinata, non veggiono, perocc'hanno chiusi gli occhi della ragione, li quali passano a vedere quello; onde tosto veggiono tutto ciò che possono, e giudicano secondo la loro veduta.
Strona 172 - O divina virtù, se mi ti presti tanto che l'ombra del beato regno segnata nel mio capo io manifesti...