RISPOSTA AD ORAZIO Oh h mia ne' di ridenti Già fida scorta, ed ora Degli stanchi miei dì cura gradita, Mio rispettoso amore emula al vero Altro mortal non arricchi natura. Sei tu, sei tu. Questa è la voce istessa, Che solea sul frondoso Tuo Lucretile un giorno Liete adunarti intorno Delle amene pendici Le Oreadi abitatrici: è quella, è quella, Con cui l'aure invaghir d'un'elce all'ombra Spesso t'udi la tua Blandusia, e spesso, Allor che il suon ne intese, Le cadenti fra i sassi onde sospese. penna Sei tu, sei tu: tutte le antiche io trovo È la nobil cagion. L'altrui ti sforza Generosa amistà: quella che gode, I pregi ad ingrandir: che ben palesa Qual sia l'alma in cui nacque ; e in me produce Un di pena e piacer confuso eccesso. Del benigno favor, che a me consente N'esulto possessor: ma di sue lodi Meco arrossisco, e mi consolo in lei. |