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TRADUZIONE

POETA

Chi, della Dea d'Averno

Mercurio messaggier, del cieco mondo Chi mai conduci al mesto orror profondo?

MERCURIO

Di sett'anni Aristone,

Dalla barbara Parca al dì rapito:
Che in mezzo a' genitori è qui scolpito.

POETA

Ah, se di ciò che nasce

La matura vendemmia a te si serba,
Pluto crudel! perchè la cogli acerba?

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TRADUZIONE

DELLA SATIRA III

DI

GIOVENALE

Scritta dall'Autore in Vienna l'an

no 1739.

D. JUNII

JUVENALIS

SATYRA III

Quamvis

uamvis digressu veteris confusus amici,

Laudo tamen vacuis quod sedem figere Cumis
Destinet, atque unum civem donare Sibyllae.

Janua Bajarum est, et gratum litus amœni

Secessus: ego vel Prochytam praepono Suburrae.
Nam quid tam miserum, et tam solum vidimus, ut non
Deterius credas horrere incendia, lapsus
Tectorum assiduos, ac mille pericula saevae
Urbis, et Augusto recitantes mense Poetas?

Sed dum tota domus rheda componitur una,

Substitit ad veteres arcus, madidamque Capenam.

TRADUZIONE

DELLA SATIRA III

Bench

DI GIOVENALE

enchè afflitto al partir d'un vecchio amico, Del mio diletto Umbricio, approvo e lodo Che ad abitar la desolata Cuma,

Che a far sen vada alla Sibilla il dono
D'un nuovo cittadin. Cuma è la porta,
Che guida a Baja: amena spiaggia è Cuma
Atta a un grato ritiro: ed io prepongo
Anche Procida a Roma. E in ver che mai
Tanto infelice, abbandonato tanto
Veder si può, che peggior mal non sia
Temer gl'incendj, impallidir de' tetti
All'assidue ruine, a tanti rischj
Della città trovarsi esposto, e al folle
Cicalar de' Poeti a' giorni estivi?

Or sopra un carro sol la casa intera
Componean dell' amico: ed egli intanto
Fra gli archi antichi, e l'umida Capena
Meco si trattenea. Quei luoghi (oh Dei!)

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