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seconda, abbiamo veduto poco sopra esponendo la mente dell' Angelico, che se il santo Dottore non s' interpreta a favore della pia sentenza, per confessione dei più celebri suoi discepoli e dello stesso Cardinal Gaetano, la sua gran ragione è inconcludente, ed ei si contraddirebbe in più luoghi; cosa che non può nemmen pensarsi di un tanto Dottore. Dopo queste, quali altre ragioni possano affacciare i nostri contraddittori, che valgano ad annientare tante e tutte apodittiche che abbiamo noi addotte, nol sapremmo immaginare.

294. Ma si noti ancora qui di passaggio, che il Bandelli co' suoi fautori, troppo inconsideratamente, per non imputarlo loro a malizia, hanno chiamato nelle loro fila alcuni dei primarii autori che citano come nemici del Mariano privilegio. Come proveranno di fatti che Alessandro di Ales, Occamo, Egidio Romano, ed altri ancora siano contrarii alla Immacolata? Basta leggere uno dei tanti autori che di questa materia trattano ex professo; o meglio le loro stesse opere per tosto conoscere con quanto poco discernimento abbiano ciò fatto. Tutte poi le Università cattoliche, che così decisamente sono per l' Immacolata Concezione, che non ammettono nel loro albo Professore, nè conferiscono laurea ai loro candidati se prima non giurino sui Santi Evangeli di sostenerla e difenderla, non avranno ciò fatto mosse da forti preponderanti ragioni ? E tutte le corporazioni religiose che la Chiesa abbraccia nel suo seno, non saranno state mosse da forti e preponderanti ragioni a difendere a tutt'uomo la concezione immacolata di Maria Vergine? E la Chiesa Cattolica Apostolica Romana retta dallo Spirito Santo in queste materie principalmente si sarà mossa alla cieca a favorire, applaudire, celebrare ed abbracciare la pia sentenza? Non crediamo che a questa autorità il Bandelli ed i Bandellianisti, vogliano opporre come di egual peso quella di Graziano o del Maestro delle sentenze? Conchiudiamo dunque questo lunghissimo capitolo così. Se la Chiesa non ha ancora decretato con decisiva sentenza di fede l'immacolato concepimento di Maria Vergine Madre del Verbo di Dio in

carnato, vi è giusto motivo di sperare prossima, anzi imminente tale decisione. Che Dio lo faccia nella sua misericordia, per aumento della sua gloria, e di onore alla sua santissima Madre.

RIEPILOGAZIONE DEL FIN QUI DETTO

295. Da quanto si è finora detto e provato, e con ragioni teologiche, e di convenienza in Dio di preservare la Divina sua Madre da tal marchio d' infamia, e di sconvenevolezza se non ne l'avesse preservata, di tal evidenza, che gli stessi avversarii loro malgrado sono costretti ad ammetterle; e con autorità della Scrittura Sacra, e della Tradizione dei Padri; e dalla instituzione della Festa, e dalle indulgenze e privilegii elargite a chi divotamente l'avesse celebrata; e dalle testimonianze dei Padri, dei Concili, e dalle costituzioni Pontificie, e dall' unanime consenso dei fedeli e della Chiesa, si è potuto rilevare come tutto conspiri a dichiarare e a confermare la verità della pia sentenza; e come tutto induca a credere ed a tenere per fermo, che Maria SSma per ispecial privilegio ed intuitu dei meriti infiniti del divin suo Figlio, fu dal primo istante di sua concezione preservata dalla contrazione della colpa di Adamo. Sicchè sembra che nulla più occorra da aggiungere, onde convincere qualunque più duro ed ostinato cervello, ed indurlo, se non ad arrendersi alla verità in tante maniere dimostrata, a farlo almen dubitare fortemente di essere in errore ne' suoi opinamenti, ed a renderlo più docile ed arrendevole alle decisioni della Chiesa. Ma siccomè è proprio dell' umano orgoglio l' ostinarsi e sdegnarsi quanto più si vede stretto dalla verità, quindi è che i contrarii cercavano e tuttora cercano ogni maniera di sotterfugi onde sottrarsi allo splendore e forza della conosciuta verità; e malgrado tante ragioni ed autorità contro di loro addotte, pretendono caparbiamente la pia sentenza non essere in istato di prossima definibilità; anzi non doversi nè potersi definire, arrivando taluno all' eccesso di asserire, che se il Papa ciò facesse non sarebbe più successore di S. Pietro, nè Vicario di Cristo,

ma istrumento di Satanasso. Perciò ad isventare tutti i loro sofismi, ed a porre la verità nel suo più chiaro lume, dopo di avere esaminato quanto spetta al fatto, passiamo a ponderare ciò che è di diritto; e vediamo se il Papa possa definire il mistero dogmaticamente, senza tema di alcuno di quegli inconvenienti, che gli oppongono onde sfiduciarnelo, qualora piaccia al medesimo di venire alla bramata definizione.

PARTE II.

Finora non abbiamo fatto altro che mettere sott' occhio del lettore le fondamenta sopra le quali è basata la verità della Concezione immacolata di Maria Santissima, e procurare di confutar le obbiezioni che vi facevano gli avversarii. Conviene ora esaminare se queste siano talmente sicure e sode, da potervi basare sopra una definizione finale dogmatica. Perciò vedremo in primo luogo quali condizioni si richieggano, onde potere stabilire un domma o arti colo di fede. In secondo luogo esamineremo se dette condizioni si verifichino a favore della pia sentenza; e ci studieremo di dileguare quelle opposizioni, che in gran numero gli avversarii fanno pure a questa seconda parte.

CAPITOLO I.

Che si ricerca a stabilire un articolo di fede.

296. Per istabilire un articolo di fede irrefragabile, ognuno che abbia studiato un poco di dommatica, sa ricercarsi in primo luogo la rivelazione divina. Le cose che superano ogni umana ragione, che non appartengono che alla natura di Dio ineffabile, o dalla divina onnipotenza solo si possono operare, non possono avere sicurtà certa che nella infallibile parola di Dio. Ed in vero noi crediamo qualche punto di fede, perchè Dio lo ha rivelato ma come possiamo noi conoscere ed essere certi che Dio abbia rivelato quella data verità? Non da altri che dall' autorità della Chiesa che ci faccia fede, e ci proponga a credere quella verità come rivelata da Dio. << Non crederei al Vangelo, diceva Agostino santo, se la Chiesa non <<< mi comandasse di credervi come a parola di Dio ». Dunque in se

condo luogo si richiede l'autorità della Chiesa, che proponga a credere quella tal verità come rivelata da Dio. Quindi secondo il linguaggio delle scuole l'autorità di Dio rivelante è il motivo formale su di cui cade l'atto di nostra fede; l'autorità della Chiesa proponente è il motivo materiale e immediato che determina e ferma la nostra credenza. Dacchè Cristo Signor nostro salì al Cielo a sedere alla destra del Divin Padre, non parlandoci più immediatamente per sè come faceva co' suoi Apostoli; conveniva pel reggimento del Cristianesimo, che lasciasse nel mondo un Maestro, o Giudice ordinario, visibile, legittimo ed infallibile, che c'instruisse nei punti di nostra fede, e decidesse le questioni, e rischiarasse le difficoltà che sulla medesima e sul costume potevano insorgere; e che facesse in terra visibilmente le sue veci, a cui i fedeli potessero ricorrere in ogni urgenza che avesse riguardo alla fede ed al costume, acciocchè la nostra fede non vacillasse, e non venissimo trasportati fuor di via, come dice l'Apostolo, da ogni vento di dottrina. Se di questo mezzo Dio provveduto aveva l'Ebreo popolo, ogni ragion richiedeva che non ne lasciasse privo il Cristianesimo. Ora questo Maestro e Giudice è la Chiesa, od il Romano Pontefice che ne è capo e Pastore. Quando dunque la Chiesa con solenne e decisivo decreto ha proposto a credere una verità di fede, siamo noi certi e sicuri essere stata da Dio rivelata. Codesto decreto decisivo e finale riguardante qualunque verità cattolica, si chiama regola di fede prossima: la parola di Dio poi contenuta nelle Scritture si del vecchio che del nuovo Patto, si dice regola di fede rimota; e da questa si deduce la rivelazione. Ma la parola di Dio da cui si ha la rivelazione è di due specie cioè, o scritta o tramandata per tradizione; e sì nell' una che nell' altra può essere contenuta in due modi una verità rilevata: vale a dire o implicitamente, o esplicitamente. Si contiene in questo secondo modo, come già è stato notato, quando la verità di cui trattasi è espressa nella Scrittura in termini sì chiari e formali, che non lascia luogo alcuno al dubbio. Si contiene nel primo, ossia implicitamente, quando non è enunciata in termini formali e chiari, ma coperta da veli, da allegorie; o trovasi Vol. V.

Lett.

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