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ALL' EMINENTISSIMO E REVERENDISSIMO SIGNORE

IL SIGNOR CARDINALE

GIACOMO FILIPPO FRANSONI

Prefetto della S. C. di Propaganda Fide

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EMINENTISSIMO Padrone ed AMICO

È da lungo tempo che io desiderava di dare a Vostra Eminenza una pubblica testimonianza della stima ed intima venerazione che le professo per le tante e così chiare virtù, che a guisa di oro purissimo in Tei risplendono, e le quali attirano giustamente l'ammirazione comune. Che se la santità della vita a perizia delle divine cose congiunta sono li due pregi che caro rendono a tutti l' Uomo di Chiesa, ed un Personaggio della più sublime dignità rivestito, chi meglio di Vostra Eminenza manifestò in sè insieme congiunte queste due nobilissime prerogative negli alti ed importanti uffici, che ad esempio e conforto de'buoni sostenne pria in Portogallo, ed ora in Roma principalmente nella Prefettura della S. Congregazione di Propaganda Fide, che la Santità di N. S. Papa GREGORIO XVI giusto estimatore, e conoscitore del vero merito volle alle vigili sue cure affidata, come a quegli, cui troppo bene un tale incarico si conveniva? Ora tra le virtù sue, frutto di una soda e religiosa pietà, risplende la più tenera divozione verso la cara nostra Madre Maria, alla quale ha Ella consagrato i più puri affetti del figliale suo cuore; affetti che a Lei riescono senza meno graditi oltremodo ed accetti. Il perchè avendo io già meditato, ed oggi condotto a termine un teologico mio lavoro sull'immacolato concepimento dell' eccelsa nostra Regina, ho giudicato ottimo consiglio quello d'intitolarlo all' Eminenza Vostra, che professa

a questo riguardo la stessa dottrina che io difendo, e che inoltre volle più d' una volta eccitarmi a farlo, ed ultimato che fosse, a pul·blicarlo colle stampe. Accolga Ella dunque con la bontà la presente offerta, non per ciò ch'ella è in se stessa, ma sibbene in grazia del suo argomento che certo so starle a cuore quanto altri mai. Mi darà così una novella prova dell' amicizia di cui da lunga stagione mi onora, ed obbligherà in pari tempo la mia riconoscenza a corrisponderle con altrettanto affetto ed ossequio, col quale baciandole umilissimamente le mani, mi pregio di confermarmi

Di Vostra Eminenza

Roma li 25 Dicembre 1842.

Umo, Devmo Servitor vero, ed Amico
L. CARD. LAMBRUSCHINI

VESCOVO DI SABINA.

DISSERTAZIONE POLEMICA

SULL' IMMACOLATO CONCEPIMENTO

DI MARIA

L'Argomento che in questa breve e polemica Dissertazione noi

imprendiamo a trattare, esercitò già le dotte penne di più valenti scrittori, fra quali basterà quì di nominare Santo Alfonso de'Liguori, il Cardinale Sfondrati, il Suarez, il Gesuita Budrolio, il Padre Trombelli, il Cappuccino Luigi Francesco d'Argentano, il Federici, e molti altri, per non parlare della numerosa schiera di teologi del chiaro e benemerito ordine Francescano, che in ogni tempo e con edificante zelo sostennero e difesero questo bel privilegio della Gran Madre di Dio, di essere stata concepita senza la menoma ombra dell'original peccato. Ciò nondimeno noi pure ci siamo prefissi di patrocinare secondo la tenuità delle nostre forze la santa causa della comune nostra Madre; non perchè giudichiamo averne ella bisogno, o perchè da noi si speri di poter aggiungere alcuna cosa di nuovo a quel tanto che già ne fu detto, e scritto da altri; ma sibbene per offerire anche noi alla Celeste Regina un fiorellino almeno del nostro povero giardino, e dimostrarle con quest'offerta quanto sia tenera e costante la divozion filiale che le professiamo. Altronde se non ci lusinghiamo di dire cose nuove, esporremo almeno con forme novelle le ragioni già da altri autori sul nostro argomento allegate, è parleremo dell'eccelso subbietto con tale chiarezza ed ordine da poter confidare che il nostro lavoro non riuscirà del tutto discaro Maria alla quale è consagrato, e che sia per incontrare ben anche il beni

gno compatimento de' suoi veri divoti che avranno la bontà di leggerlo.

Con questa intima fiducia entro subito nel dilicato ed importante aringo.

1. E prima di tutto conviene ben definire cosa s'intende sotto nome di Concezione, e qual ne sia nel caso nostro il vero significato, onde evitare quella confusione d'idee che dalla mancanza di una precisa nozion della cosa di che hassi a trattare, venir ne potrebbe.

La Concezione altra è attiva, ed altra passiva.

2. La Concezione altra è attiva, e riguarda la generazione del corpo, e la sua organizzazione; altra è passiva, e si opera allora quando Dio Signore infonde l'anima nel corpo stesso già debitamente formato ed organizzato: «< Conceptio dupliciter accipi potest; « vel enim est activa, in qua sancti Beatae Virginis parentes opere < maritali invicem convenientes praestiterunt ea, quae maxime << spectabant ad ipsius corporis formationem, organizationem et dis« positionem ad recipiendam animam rationalem a Deo infunden« dam; vel est passiva, cum rationalis anima cum corpore copula<< tur. Ipsa enim infusio, et unio cum corpore debite organizato « vulgo nominatur Conceptio passiva quae scilicet fit illo ipso in« stanti, quo rationalis anima corpori omnibus membris, ac suis << organis constanti unitur. » Così l'immortale Benedetto XIV colla comune de' Teologi 1.

Il Concepimento passivo di Maria fu Immacolato

3. Dicendo noi pertanto che il concepimento di Maria fu immacolato, non intendiamo già di parlare della Concezione attiva, ossia della generazione del beato suo corpo. Conciossiacchè l'essere conce

1 In opere De Festis D N. I. C, B. Mariae Virginis, et quorundam Sanct.,

cap. xv.

pito da donna senza il marital concorso è un privilegio riservato solo a Cristo, e non ad altri. Noi intendiamo quì di parlare unicamente della Concezione passiva, nella quale diciamo che la benedetta anima sua nell' unirsi al corpo per virtù della grazia santificante, nella quale fu creata, immune divenne dal contrarre la benchè minima ombra dell' originale reato.

Era troppo conveniente che Maria esente fosse dál peccato di origine.

4. Or che questo bel privilegio sia stato conceduto a Maria chi vorrà mai metterlo in dubbio ? Imperciocchè è egli credibile che Iddio abbia voluto permettere, che macchiata fosse dal peccato Colei che destinata era niente meno che ad albergar nel suo seno il prezioso giglio delle Convalli, il vaticinato da' Profeti, l'aspettato dalle genti, il desiderio de' Colli eterni, il Salvatore del mondo ? Mancavagli forse il potere per sottrarre dalla legge comune del peccato questa privilegiatissima creatura da Lui prediletta e distinta per modo da farla divenire l'istrumento di nostra redenzione? Che se far questo egli poteva, e se alla stessa dignità sua conveniva che il facesse, qual difficoltà di ammettere che fatto lo abbia, e che applicando anticipatamente alla Vergine santa i meriti della passione e morte del suo benedetto Figliuolo, la esimesse dalla necessità di divenire anche per brevissimo istante schiava del peccato suo capital nemico? E si vorrà egli supporre che maggior grazia non sia stata a Maria concessa di quella conferita a Geremia ed al Battista, i quali santificati pur furono nell' utero materno?

Questa esenzione si prova con argomenti tirati

dalle divine Scritture.

5. È vero che le divine Scritture esplicitamente non affermano questo singolar privilegio essere stato a Maria conceduto; ma è vero altresì che tanto nell'antico come nel nuovo patto se ne dice quanto basta per farcelo chiaramente argomentare. Infatti che altro

Lett.

Vol. V.

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