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Poichè però a comun sentimento di ognuno in tutta la serie di si avventurose circostanze non si è la gran Vergine, per recare ad effetto i suoi amorevoli disegni verso questa a sè diletta Città, d'altro istrumento in ogni incontro valuta, che della efficace opera, e dell' accorta industria dell' Ecc. Vostra Rev. per le cui gravi fatiche, ed opportune provvidenze restò esente da qualunque infortunio la sopraddetta Città; quindi è, che volendo io da una parte prestare alla gran Protettrice Maria a nome del popol tutto un qualche segno della comune gratitudine con magnificare il più eccelso dei suoi privilegi ricevuti dall' Onnipotente, qual fu appunto la perfetta esenzione dall' originale peccato; e volendo dall' altra parte offrirlo nel modo alla medesima più grato, mi sono a tutta ragione determinatamente rivolto all' Ecc. Vostra Rev. sul riflesso, che come è stata Ella l'immediato mezzo da Essa eletto per beneficare questa sua protetta Città, così anch' io ed il devoto popolo dell' istesso mezzo ci avvalghiamo per presentarle i grati ossequi di nostra riconoscenza.

Non sono state dunque o le volgari vedute dei sublimi onori, ai quali la rimiro meritamente innalzata; o li riguardi, che seco porta la distinzione della sua illustre prosapia; o li luminosi talenti, che da per tutto lo distinguono, che mi abbiano in verun modo spinto a dedicarle questo mio debole lavoro, ma bensì il ben degno e ragionevole riflesso già di sopra cennato, e la fiducia insieme, che devo avere nella valevole sua protezione, nella certa ed immancabile sicurezza, che sarà per divenire il più efficace promotor delle sue lodi, come lo è stata dei suoi beneficii.

E qui implorando la pastoral sua benedizione con pieno rispetto ed ossequio divotamente me le rassegno

Umilmo Obmo e Devmo Servo

D. GASPARE RIVAROLA ABATE CASSINESE.

Egli è un singolar carattere della cristiana Religione il mantener

sempre inalterabili le dottrine, e le sue purissime massime indistintamente in tutti i secoli, ed a più forte ragione in mezzo alle istabili vicende de' deliri degli uomini, e ne' tempi, nei quali cercasi co' più potenti e terribili sforzi abbatterne i dogmi, e corromperne la morale.

Così es sendo, non dee recar meraviglia, se io pure in questi infelicissimi tempi, ne'quali poco interesse formano nel comune degli uomini gli affari, che riguardano la Religione e l'eccelse sue dottrine, vengo a riproporre in nuovo aspetto un punto, non meno interessante alla medesima, che alla fervida pietà dei fedeli, quale è in fatti l'Immacolato Concepimento di Maria Vergine; che anzi potrei dire, che questa stessa luttuosa circostanza in cui gemono i veri zelatori della Religione di G. C., vieppiù m'incoraggia ad intraprenderne il lavoro ad oggetto di servir loro di conforto e sollievo, imitando in tal guisa i fedeli Israeliti, che nella loro stessa cattività non isdegnavano di cantare i cantici del Signore nella terra straniera, ed in mezzo a' popoli incirconcisi, ed ostinatamente ritrosi alle imponenti voci dell' Onnipotente.

Non è già mio scopo nella presente mia Opera riprodurre all'erudito lettore gli argomenti di convenienza, co' quali si è voluto provare, che Maria Vergine dovea esser concepita Immacolata, ed in un

genere di originaria santificazione per rispetto all' Uomo-Dio, che dovea generare. Vedute son queste con le quali è stato sin ora validamente difeso il Concepimento Immacolato della gran Vergine, e se ne sono in effetto riportati i più luminosi trionfi contro i loro oppositori. Il presente nostro intento però è rivolto ad innoltrarci ad un altro più sublime riguardo, per cui pretendiamo provare, che supposta una volta di essere stata la B. Vergine gratuitamente predestinata a Madre dell' Uomo-Dio, fu necessità, e non convenienza l'essere esente da qualunque colpa di origine; talche in Maria l'originale giustizia è talmente connessa e legata col dogma della di lei Maternità, che per poco negandosi la prima, viene anche a negarsi la seconda; onde ne siegue di essere a tutto rigore contraddittorie le due opposte proposizioni, cioè: Maria Madre di Dio: Maria concepita nel peccato originale.

Mi dispensa un così serio argomento l' abbellire con ricercate espressioni, e ripolito stile il presente libretto, volendo più tosto mostrare nuda agli occhi della fede la verità dell' assunto, che ad altro non viene a ridursi, che ad una semplice, ma ferma conseguenza, che da per se stessa, ed immediatamente scende dal cattolico ed infallibile dogma della divina Maternità di Maria, come evidentemente vedrassi dalle prove, che saremo per addurre in appresso.

S. 1. Senso della enunciata proposizione,
che si è asserita.

Pria d'innoltrarci alle prove del proposto assunto è necessario per non dar luogo ad equívoco prevenire il lettore, che da noi solamen⚫ te si parla della concezione passiva, ossia, della concezione relativa alla formazione dell' individuo di Maria; e non già della concezione attiva, che è, quanto dire, l'atto de' di lei genitori; la quale necessaria distinzione è così antica, quanto è antica l'universale persuasione de' fedeli sulla concezione immacolata di Maria Vergine.

Ci viene essa chiaramente esposta dal Frassen, e dagli altri teologi dal medesimo riferiti nel tomo ottavo del suo Scoto ac

cademico, stampato in Roma nel 1720 a foglio 187, e pienamente adottato dal Pontefice Benedetto XIV nella sua opora delle feste della Madonna al capo 18, ove, avendo distinto i due stati della naturale concezione di qualunque vivente, c'insegna, che per generazione attiva debba quella intendersi, in cui i genitori opere maritali invicem convenientes, praestiterunt ea, quae maxime spectabant ad illius corporis formationem, organizationem, et dispositionem ad recipiendam animam a Deo infundendam. E parlando in seguito della concezione passiva così prosiegue: Ipsa animae infusio, el unio in corpore debite organizato vulgo nominatur conceptio passiva, quae scilicet fit eo ipso instanti, quo rationalis anima corpori, omnibus membris, et suis organis constanti, unitur. Lo stesso insegna il Bellarmino al capo 16 lib. 4, De amissione gratiae; ed il celebre Mabillon nella Nota all' Epistola 174 di S. Bernardo a' Canonici di Leone, come saremo per riferire in appresso; onde chiaramente si vegga esser certa e comune tale distinzione presso i più rinomati teologi. Quindi ognun ben si accorge, che nello stabilire immacolata la concezion di Maria intendiam solamente parlare della concezione passiva; ed in questo appunto è diversa la concezione di Maria dalla concezione di G. C.; giacchè di G. C. fu santa non solo la concezione passiva, ma anche l'attiva, essendo stata, secondo c'insegna la fede, opera dello Spirito Santo con aver somministrato la Vergine l'immacolata sostanza di sua purissima carne, qual necessaria materia alla Incarnazione del Verbo; laddove quella di Maria fu santa la passiva concezione soltanto, non già l'attiva, come saremo meglio per ispiegare in appresso.

Accostandosi poi più da vicino all'assunto, io tengo per fermo, come deve parimente tenersi da tutti i fedeli, che può Dio per l'assoluto dominio, che ha sopra la creatura assumerla a se, e trasfe【irla ad un ordine sovrannaturale, con farla partecipe ancora secondo la espressione dell' Apostolo (Ad Eph. 5) della divina natura, e ciò quando vuole, ed in qualunque Stato, ove essa si trova, ed in qualunque modo ancora, che egli vuole. Quindi, come può elevarla o immediatamente dopo di essere stata creata, come tutti conven

gono; o pria di essere uscita alla luce, come ci ha mostrato nel fatto con Geremia e con il Battista; o nel corso di sua naturale esistenza, come tuttora opera con il rimanente dei giusti; così può elevarla nel momento stesso e contemporaneo di sua creazione, che è appunto ciò, che si pretende di avere operato in riguardo a Maria, con farla divenire così principio di un'altra più sublime orditura, e di un nuovo ordine di cose, quale è appunto l'ineffabile opera della Redenzione, imprimendole cioè il carattere di Madre divina al momento stesso, in cui contemporaneamente l'ha creato per mezzo degli umani suoi genitori, che altro non sono, che causa istrumentale soltanto di colui, che est Pater omnium spirituum; et ex quo omnis Paternitas in Coelis, et in terra nominatur. Per cui rettamente dicea ai suoi parti la madre dei Maccabei: Neque enim ego spiritum, et animam donavi vobis, et vitam: et singulorum membra non ego ipsa compegi; sed mundi Creator, qui formavit hominis nativitatem, quique omnium invenit originem (2. Mach. c. 7.); e S. Agostino, Conf. l. IX. c. 15 parlando de' suoi generanti così dice: Per quorum carnem introduxisti me Deus meus, in hunc mundum; quemadmodum nescio.

Questa proposizione in tal modo riguardata la troveremo conforme ed alla comune tradizione dei Padri, ed alla divina Scrittura, ed alle sacre liturgie della Chiesa, ed alla costante ed universale credenza di tutti i fedeli sin dai tempi apostolici ai nostri giorni, come pure alle teologiche ragioni, fondato sulle fisiche, naturali e necessarie condizioni, che si ricercano in tutta la natura per dirsi realmente uno generato dall' altro secondo le inviolabili leggi della naturale e vera generazione; per cui insieme chiaramente vedrassi, che qualunque difficoltà, che si è incontrata sin ora, ricavata o dalle equivoche espressioni dei Padri, o dal dogma della generale trasfusione dell'originale peccato, o dalla imprescendibile necessità di doversi dire la Vergine, come tutti gli uomini, al pari da G. C. redenta, vengono tutti interamente a svanire, venendo insieme chiaramente a conoscersi, che la grand'opera della Redenzione dell' uomo, la santificazione, ed elevazione dell' umana natura fu cominciata

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