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come pubblica, disgrazia, in ogni ordine di persone, e l'interessamento particolare dai Sovrani, e dagli altri Principi della Real Casa in questa circostanza dimostrato. Sembrerà forse a taluno strano ciocchè io qui ho detto; ma buon testimonio mi siano i miei concittadini, se io ho esagerato il fatto. Dopo così grave infermità riprese egli la consueta regola di vita; e quantunque fosse pure nell'estate dell'anno seguente soggetto ad una pleuritide, che si presentò con sintomi minacciosi, ma che fu pur vinta, null' ostante soddisfece egli negli ultimi quattro anni del viver suo a tutti gli assunti impegni con la stessa attività, e con quella precisione propria di lui solo, sebbene i replicati colpi sostenuti, indebolita assai ne avessero la non per se troppo robusta complessione.

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Oltre le diverse memorie pubblicate, come si disse, fra quelle della Società Italiana, una pur ne inserì sull' argomento sempre a lui gradito della soluzione delle equazioni negli Atti dell' Istituto Nazionale, Italiano, di cui all' epoca della sua fondazione fu eletto il Ruffini membro pensionario, e per due volte consegui il premio della sullodata Società: la prima per uno scritto intitolato Soluzioni delle equazioni algebraiche determinate particolari di grado superiore al 4.o, che venne giudicato il più utile fra quelli di matematica stampati nel nono volume impresso nel 1802. La determinazione poi delle radici nelle equazioni numeriche di qualunque grado, argomento proposto al concorso aperto dalla Società nel 1803, fu quello, su cui versò egli, e colse la corona proposta perlocchè la relativa memoria è a parte stampata fra quelle premiate da questa Accademia. Aggregato, siccome egli era, a diversi Corpi scienti.

fici Italiani diresse a quello di Religion Cattolica in Roma, di cui faceva parte, l'importante opuscolo, in cui matematicamente dimostrò l'immaterialità dell'anima umana. É vi unì la confutazione del sistema metafisico di Erasmo Darwin, Accolse con molta clemenza il Sommo Regnante Pontefice l'immortale Pie VII la dedica a lui umiliata dal Professor Ruffini dell'opera, e ne rimunerò l'autore con medaglia d'oro da Breve onorevolissimo accompagnata.

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Una nuova prova della stima, che di lui facevano i nostri Principi, ricevette egli, allorchè la Reale Sovrana Maria Beatrice Vittoria lo scelse à suo medico locchè si vide da sempre più forti obbligazioni stretto alla Real Casa, e da non lievi cure vieppiù occupato. Mentre però con universale soddisfazione compieva il Professor Ruffini a quanto esigeva la sua professione di medico, l'ammaestramento pubblico in diverse facoltà, il reggimento della Modenese Università, e insieme i doveri di chi alla cristiana perfezione ardentemente aspira con ogni scrupolo esercitava, non ommetteva di continuare ad arricchire le scienze con nuovi e laboratissimi scritti. Fra li più importanti annoverar si debbono i due opuscoli sulla classificazione delle curve algebraiche a semplice curvatura stampati nel tomo 18 della Società suddetta, ai quali doveva succederne un terzo; ma la morte ha privata la matematica del compimento di un'opera, in cui l'autore chiamando ad esame quanto su questo argomento scrissero Eulero e Cramer, avrebbe rettificando le loro idee, e correggendo alcuni sbagli di quei sommi uomini, perfezionato uno dei rami più astrusi di sublime analisi. Ultima sua fatica furono le Riflessioni critiche sopra il saggio filo

sofico intorno alle probabilità del signor conte La Place: molto favorevolmente accolse il pubblico questo lavoro del nostro autore, che in esso stringe il francese geometra con le armi della ragion più convincente, e ne mette in chiaro gli errori, mostrandosi sempre profondo metafisico e ragionatore: qualità, che, a parer mio, spicca principalmente in tutte sue produzioni.

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Pochi mesi dopo ch'egli ebbe pubblicato questa confutazione, fu assalito da una febbre, che nei primi giorni presentò il carattere di una pneumonite, la quale fu vinta; ma li rispettabili medici curanti non si mostravano mai tranquilli, perchè i polsi dell'infermo erano sempre oltre modo deboli, ed oscillanti. L'esito infatti verificò pur troppo i giusti timori concepiti da essi 'e dall' illustre infermo, che dopo di aver combattuto per diciotto giorni continui col male, ora svenendo sino a far temere di mancar sul momento, ora risorgendo da questi abbattimenti, e porgendo ai desolati parenti, agli amici ed alla città tutta speranze lusinghiere di superare anche questa burrasca, dovè alla perfine sull'entrar del giorno 10 di maggio del corrente anno soccombere alla violenza del morbo, e morì nel bacio del Signore. La sua malattia fu una continua edificazione, perchè sempre rassegnato ai supremi divini voleri non uscì mai dal suo labbro importuno lamento; quantunque gravemente oppresso non cessò di assistere sino all' ultimo giorno di sua vita al divino sacrifizio, che nella privata cappella di casa si offriva e più volte accolse nel suo Gesù sacramentato, che fu il suo conforto e la sua guida in questo sempre tremendo passo, anche per quelli che le vie della giustizia, e della verità calcarono. Se Modena fu afflitta all'annunzio della malattia di quest'

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Vol. II. Fasc. I.

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uomo per sapere, e per virtù eminente, la sua perdita quantunque temuta riuscì gravissima ad ogni ordine di persone, ed in modo speciale ai poveri da lui in ogni tempo con insigni carità soccorsi, è nelle loro infermità aurorosamente assistiti, e ben sovente di medicine forniti. Decorosi furono i suoi funerali, a cui intervennero con tutta la formalità i signori Professori, e gli Scolari della Regia Università, e per Sovrano grazioso Chirografo il chiarissimo defunto ebbe tomba nella Chiesa di S. Maria Pomposa parrocchiale di S. Michele in Modena, dove riposano le ceneri del Sigonio, del Torti è del Muratori. Nel giorno 17 maggio poi gli fu cele brata nella chiesa di S. Carlo per disposizione di S. E. il signor marchese Luigi Rangoni Ministro di pubblica istruzione, approvata da S. A. R., una solenne messa di requie, a cui assistette la prefata E. S., e il Corpo dei signori Professóri; dopo la quale il signor V. Giuseppe Baraldi Professore di etica speciale, e Bibliotecario Reale recitò una eloquentissima, ed insieme affettuosa orazioné funebre, che presto vedrà la pubblica luce. Nello stesso di gli Studenti del convitto Legale della Mirandola assistettero colà ad una simile funzione, nella quale il signor avvocato Professor Marc-Antonio Parenti Direttore del convitto celebrò le lodi del defunto. Modena 6 giugno 1822. A. L.

Elenco delle opere del defunto Professore PAOLO RUFFINI cronologicamente disposte. Ruffini Professor Paolo. Teoria generale delle equazioni, in cui si dimostra impossibile la soluzione algebraica delle equazioni generali di grado superiore al quarto. Bologna 1798, 8.o, tomi 2.

(Tom. IX p. 144 delle memorie della Società Italiana delle Scienze.) Della soluzione delle equazioni algebraiche determinate particolari di grado superiore al quarto 1802.

(Tomo detto pag. 527.) Riflessioni intorno alla rettificazione ed alla quadratura del circolo.

(Tom. X parte II della sudetta Società.) Della insolubilità delle equazioni algebraiche generali di grado superiore al quarto, e lettera Abati, 1803. Ruffini Professor Paolo. Memoria sopra la det rminazione delle radici nelle equazioni numeriche di qualunque grado. 4. Modena appo la Società Tipografica 1804, coronata dalla Società Italiana.

( Tom. XII delle memorie suddette pag. 213.) Risposta ai dubbi propostigli dal socio Gian-Francesco Malfatti sopra la insolubilità algebraica delle equazioni di grado superiore al quarto 1805.

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(Ivi pag. 321.) Riflessioni di P. R. intorno al metodo proposto dal consocio Malfatti G. F. per la soluzione delle equazioni di 5.o grado.

Ruffini Paolo. Della immaterialità dell'anima, 8.0, Modena, Soliani 1806.

(Memorie dell'Istituto Nazionale Italiano tom. I p. II

pag. 433) Della insolubilità delle equazioni alge braiche generali di grado superiore al quarto, qualunque metodo si adoperi algebraico esso siasi, o trascendentale.

Ruffini Professor Paolo. Algebra, e sua appendice, 8.° Modena 1807 e 1808, tomi 2, appo la Società Tipografica.

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(Tom. XIII Società Italiana parte I pag. 292,) AL cune proprietà generali delle funzioni, 1807.

(Tom. XV suddetta pag. 373 parte I.) Di un nuovo

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