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isola & Pandataria, stante la vicinanza abbiano scambiato, e scritto l'isola Ponza ; ma non avrebbe così francamente affermato ciò se si fosse ricordato, che S. Girolamo ci testifica, che Paola nell'andare a visitare i luoghi santi d'oltremare approdo a questa isola, e vi vide la cella, in cui dimorava questa Santa nel tempo del suo esilio. Di tutte le sopraddette notizie, come ben vedete, Accademici, siamo debitori a questi Storici profani, tanto più che gli atti de' Martiri, da' quali si poteva ricavar qualche lume a questi Santi appartenente, sono riconosciuti almeno di dubbia fede dal gran Baronio, e da' moderni critici concordemente per apocrifi. Per lo che è da ammirare, e da ringraziare insieme la prodigiosa provvidenza di Dio, che a dispetto della superbia, dell' odio, e del disprezzo, che avevano nel loro cuore contro della nostra legge i profani Scrittori, ha fatto, che da essi si sieno tratte tuttavia tante notizie, che hanno alquanto illustrato la nostra istoria; ma certamente tanti lumi benchè sparsi, e non ordinati confermano a maraviglia il cominciamento della nostra Religione, siccome abbiam veduto dal sin quì detto : e più ancora si sarebbe veduto, se per timore di non divagare dall' argomento propostomi, non avessi tralasciato di addurre il luogo di Macrobio, dove parla della strage degli Innocenti, la testimonianza, che abbiamo da Tallo, e Flegonte delle tenebre miracolose, e del tremoto accaduto alla morte del Salvatore, quello, che della mancanza degli oracoli si ricava da Plutarco, e Strabone, e quello, che Calcidio Platonico scrivendo sopra il Timeo narra della venuta dei Magi: il qual luogo diede tanta noia all' empio Giulio Cesare Vannini, che nell' anfiteatro dell'eterna provvidenza caricò d'ingiurie questo filosofo.

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Questo è tutto quel poco, che in breve tempo mi s'è parato alla mente, virtuosissimi Accademici d'autori profani, e di antiche memorie, donde ho creduto poter ritrarre qualche lume, benchè tenue, confacevole ab proposto argomento, il quale per se medesimo è rav volto in foltissime tenebrese in gravissime difficoltà, sì per essere periti molti scritti degli antichi profanity Storici Poeti, Oratori, e Filosofi tanto Greci, che Latini, e sì perchè quantunque avessero tutto l'agio, e l'erudizione per iscrivere gli avvenimenti. de' primi Cristiani, per disprezzo, o per odio, o per invidia, tralasciarono o d' istruirsi, o di parlare delle cose ap partenenti alla nostra Religione, a'nostri fatti, a'nostri costumi ed usi, e più particolarmente all' istoria del primo secolo, e al cominciamento della medesima nostra santa Religione.i

Il celebre proposto Gori domandò al Bottari copia di questa lezione, ed ebbe per lettera del dì 7 del 1747 in risposta: « La dissertazione, che Ella mi richiede. » è una meschinità indegna di vedere la luce. Sappia » che la recitai prima in Roma, dove poteva passare? » chè tutti sapevano, che mi era stato dato il tema, » che questo era ristrettissimo, e sterilissimo, cioè la » storia de' Papi del primo secolo ricavata dagli. Scrit>> tori profani, e dalle anticaglie. Io poi essendo pres»sato da non so quale arciconsolo a mandare qualcosa » da leggere nell'Accademia, mutai il capo a questa”>> dissertazione, e gliela mandai, perchè io sapeva, » che è cosa privata, e che gli uditori sono dieci o >> dodici. >>

Non sarà discaro riportare quanto si aggiugne in

» quella recitata in Roma. In fine della lezione dopo carico d' inginrie questo filosofo, si prosegue.

Resterebbe adesso, secondo il tema propostomi, da ragionare de' musaici, e delle antiche pitture, o sculture cimiteriali,od altri monumenti a questi somiglianti,e vedere quel che da essi si potesse prender di lume per illustrare la storia nostra del primo secolo. Ma avendo scorso minutamente quello, che da sì fatte cose hanno raccolto con molta loro lode. Monsignore Ciampini, il Bosio, l'Aringhio, il Senator Buonarroti, e altri sì fatti valentuomini, non ho saputo trarne cosa, che fosse opportuna per questo ragionamento. Se non si volessero rammentare le sacre sculture di molti sarcofagi, nelle quali si vede S. Pietro con la croce in ispalla allato al Redentore del mondo, che sta in piedi sopra un monticello, da cui scaturiscono quattro fiumi; il che da alcuno è stato creduto voler significare, che S. Pietro ricevette il battesimo da Gesù Cristo, essendo la croce simbolo di questo Sacramento, come è stato da altri avvertito. E che S. Pietro sia l'unico apostolo, che per singolar privilegio fosse battezzato per le mani del Salvatore, e che egli di poi nel medesimo salubre lavacro rigenerasse alla grazia S. Andrea, e i due figliuoli di Zebedeo, e che poscia con S Giovanni unitamente battezzassero i settantadue discepoli, è stato affermato da varii autori, ma tuttavia rimane ancora assai dubbio. La più grave e irrefragabile testimonianza sarebbe quella di Evodio, immediato successore di questo apostolo principe di tutti gli altri nella Cattedra Antiochena il quale Fvodio in un libro intitolato gos cioè luce, del quale ne riporta un frammento Niceforo Callisto, afferma quanto ho quì sopra riferito

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spettante il battesimo di S. Pietro. E quando un tal frammento fosse legittimo, metterebbe in chiaro questo, punto, e toglierebbe via, son certo, ogni controversia. Ma il non aver mai fatto menzione d'un tal libro ne Eusebio cotanto diligente ricercatore delle antiche memorie, nè S. Girolamo, nè Gennadio, nè tanti altri antichi Padri, e che poi finalmente nel decimo quarto secolo sia scappato fuori Niceforo a darcene notizia, e citarne questo frammento, è una cosa, che siccome diede molta noia al gran Cardinal Baronio, così la đà non piccola anche a molti altri; tanto più che sappiamo, quanto questi moderni Greci sieno ad ale aperte andati dietro alle narrazioni favolose; da' quali non si può escludere certamente Niceforo, che non dice nè pure una parola, che comprovi la legittimità di questo frammento. Per lo che su questa autorità di Evodio non è da fare gran fondamento, nè molto parimente su quella di Simon maestro, e Logoteta, che affermò questo istesso, e di più che anche la vergine madre e figlia del suo figlio fu battezzata da S. Pietro, poichè questo Simone detto il Seniore fiorì nel secolo X, cioè in un' età troppo remota da quella di questo apostolo. E quantunque io sappia, che in alcun codice antico queste parole di Simone sono attribuite a Timoteo Tebano, ciò non fa forza essendo che questi due Scrittori furono contemporanei. E nè pure mi muove la testimonianza di Teodoro Abucara, che non visse, se non pochi anni. avanti a questi due, e il cui giudizio non è in maggiore stima presso i dotti. Per lo che in tutto e per tutto si ridurrebbe la prova di questo fatto alla sola. testimonianza di Sofronio Patriarca di Gerusalemme, che fiori circa gli anni del Signor 630, il quale affer-.

mò questo stesso nel libro del Battesimo degli Apostoli, del quale ci diede un bel frammento l' eruditissimo Lambecio ne'commentarii della Biblioteca Vindobonense. Laonde tornerebbe molto in acconcio l'avere qualche prova più efficace di questa singolar prerogativa di S. Pietro, quale sarebbe il riscontro delle pitture degli antichi vetri cristiani, o di bassirilievi di sepolcri cimiteriali. Ma a confessare ingenuamente il vero, resto molto dubbio, se il veder S. Pietro con la croce, in ispalla allato al Salvatore significhi questo, come parrebbe, che non fosse lontano dal crederlo il Senator Buonarroti; e solamente sembra, che alquanto più giovi a confermare questa opinione quel vetro, che, egli porta alla tavola VI, dove si rappresenta questo Apostolo ai piedi del Signore scendere nel Giordano con la suddetta, croce in collo. Questo è tutto quel poco, che in sì breve tempo mi si è parato alla mente ecc. ecc.

NECROLOGIA.

L'Italia ha perduto un medico insigne, uno dei più celebri matematici e profondi metafisici, che possedesse nella persona del Professor Paolo Ruffini Rettore della Regia Università di Modena, Presidente della Società. Italiana delle Scienze, ed ascritto a molte Accademie. Penetrato io nel più intimo dell'animo per essermi in lui venuta meno una sicura guida, e il più caro fra gli amici, la memoria del quale mai si cancellerà dall' afflitto mio cuore, cerco qualche sollievo al mio dolore nello scrivere questi pochi cenni, sulla sua vita.

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