Dissertazione sopra lo stato presente della lingua italianaGirolamo Tasso, 1832 - 280 |
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Strona 230 - In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue Cristo fece sposa.
Strona 2 - Coscienza fusca O della propria o dell'altrui vergogna, Pur sentirà la tua parola brusca. Ma nondimen, rimossa ogni menzogna, '** Tutta tua vision fa manifesta, E lascia pur grattar dov...
Strona 232 - Posato al nido de' suoi dolci nati, La notte che le cose ci nasconde ', Che per veder gli aspetti desiati, E per trovar lo cibo onde li pasca, In che i gravi labor gli sono aggrati, Previene 1 tempo in su l' aperta frasca , E con ardente affetto il sole aspetta , Fiso guardando pur che l...
Strona 232 - Perde il parere infino a questo fondo ; E come vien la chiarissima ancella Del Sol più oltre...
Strona 32 - ... forte invaghito che, se io non gliele porto, io temo che egli non aggravi tanto nella infermità la quale ha, che poi ne segua cosa per la quale io il perda. E per ciò io ti priego, non per lo amore che tu mi porti, al quale tu di niente se...
Strona 2 - Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento Che le più alte cime più percuote: E ciò non fa d
Strona 150 - Vegna ver noi la pace del tuo regno, Che noi ad essa non potem da noi, S' ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler gli angeli tuoi Fan sacrificio a te, cantando Osanna, Così facciano gli uomini dei suoi.
Strona 224 - Ecco la fiera con la coda aguzza, Che passa i monti, e rompe i muri e l'armi; Ecco colei che tutto il mondo appuzza! » Sì cominciò lo mio Duca a parlarmi; Ed accennolle che venisse a proda Vicino al fin de
Strona 6 - ... determinare lo stato presente della lingua italiana, è un diffinire (se mal non m'avviso), se ella sia, e quanto vicina, o lontana dalla sua vera forma, ch'ella aveva quando fiorì; secondochè la minore o maggiore perfezion delle cose dimora nel più o meno partecipar della forma lar naturale.
Strona 221 - Qual io divenni, d' uno e d' altro privo. Lo imperador del doloroso regno Da mezzo il petto uscia fuor della ghiaccia; E più con un gigante io mi convegno, Che i giganti non fan con le sue braccia: Vedi oggimai quant' esser dee quel tutto Ch' a così fatta parte si confaccia.