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nessuna città si fece avanti, finchè Roma venne scelta nel 1905 a sede del XVI Congresso Eucaristico Internazionale.

Nel 1909 Cefalù in Sicilia fu la prima a celebrare un Congresso Eucaristico Diocesano, 26-30 aprile. Seguì Firenze nel 1911, 26-30 aprile, poi Ivrea in Caluso il 3 settembre, lo stesso anno; quindi Parma, 8-10 ottobre 1912.

Ma ecco nel 1913 tenersi in Roma, 9-11 settembre, il 1° Congresso Eucaristico Nazionale dei Sacerdoti Adoratori, cui presero parte un 3000 sacerdoti, convenuti da ogni parte d'Italia, con 50 Vescovi e 5 Cardinali. Studiati i mezzi più efficaci per sempre meglio tradurre in pratica i due decreti di Pio X di s.m. sulla Comunione frequente e sulla Comunione dei fanciulli, l'imponente assemblea, cui lo stesso Sommo Pontefice aveva dato il Presidente, decise la celebrazione dei Congressi Eucaristici Diocesani, Regionali e Nazionali, e ottenne dal S. Padre, a tale scopo, l'istituzione del Comitato Permanente Nazionale con Presidente nominato da S. Santità.

Da quel punto i Congressi Eucaristici si moltiplicarono mirabilmente in Italia, cosicchè, nonostante la sospensione dei cinque anni di guerra, noi ne abbiamo a tutt'oggi celebrati più di 200 tra Diocesani e Regionali, con i due nazionali di Bergamo nel 1920, e di Genova nel 1923.

Non però ugualmente hanno partecipato a tal movimento eucaristico le regioni e le Diocesi nostre.

Il Piemonte, con 8 Diocesi, celebrò 55 Congressi Eucaristici, di cui 2 Regionali; la Liguria, con 9 Diocesi, celebrò 11 Congressi, di cui 1 Regionale; la Lombardia, 9 diocesi, 20 Congressi eucaristici; il Veneto, 18; l'Emilia, 8 diocesi, 11 Congressi, 2 Regionali; la Romagna, 12 Diocesi, 6 Congressi; le Marche 15 Congressi, di cui 3 Regionali; l'Etruria 13; l'Umbria 2; Roma 6, di cui 2 Internazionali e 4 Diocesani; il Lazio 8, di cui 1 Regionale; gli Abbruzzi 3, di cui 2 Regionali; la Campania 5; il Salernitano e Lucania 5; le Puglie 9; la Sicilia 8; la Sardegna 5, di cui 1 Regionale.

Da questo specchietto appare chiaro che mentre parecchie diocesi, specialmente in Piemonte, hanno fatto più Cóngressi Eucaristici (Ivrea 9), altre non sono ancora entrate nel movimento.

Difatti le diocesi d'Italia sono 286 e solo 110 hanno celebrato Congressi Eucaristici. Le altre 176 quando si muoveranno?

Ecco perchè il S. Padre nella lettera di approvazione del nuovo statuto del Comitato Permanente dei Congressi Eucaristici in Italia, 7 giugno teste passato, forma i più fervidi voti che per impulso di questa benemerita istituzione si promuovano in ogni Diocesi d'Italia solenni manifestazioni religiose verso la S. Eucaristia....

E perchè?

affinche tutti gli uomini da questo vincolo di amore siano attirati alla divina sorgente della vita cristiana e vi attingano quella forza sopran

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naturale che ha prodotto e produce in ogni tempo l'eroismo più sublime nella virtù e nella santità". Vuole dunque il Vicario di Gesù Cristo che il nostro Comitato Nazionale procuri che in tutte le Diocesi d'Italia si celebrino i Congressi Eucaristici. Ma il primo passo per un Congresso Eucaristico è la costituzione di un apposito Comitato. Perciò si domanda ai Congressisti convenuti qui da ogni parte d'Italia, che accettino questo primo voto del mio ordine del giorno, cioè:

,,che presto tutte le Regioni e Diocesi d'Italia abbiano il loro Comitato Eucaristico Permanente, con statuto possibilmente uniforme".

Alle Diocesi, di cui parla il S. Padre nella lettera sopra citata, mi son permesso aggiungere le Regioni, s'intende ecclesiastiche, e ne spiego il motivo. Fin dal suo sorgere nel 1o Congresso Nazionale dei Sacerdoti Adoratori in Roma, 1913, il nostro Comitato Permanente ha concepito l'organizzazione dell'Opera dei Congressi Eucaristici in Italia in questo modo:

1o Ogni Diocesi faccia ogni anno un Congresso Eucaristico, anche di un sol giorno, ora in questa ora in quella città o borgata della Diocesi, percorrendole tutte successivamente;

2o Ogni Regione faccia ogni anno un solenne Congresso Eucaristico della Regione, percorrendo le varie città vescovili;

3o La Nazione faccia ogni tre anni un solennissimo Congresso Eucaristico della Nazione.

Il Congresso Eucaristico Diocesano è bene che avvenga ogni anno, perciò non deve necessitare gravi spese. Invece essendo molte le Diocesi nella Regione, facilmente sopporteranno lo sforzo maggiore per il Congresso Regionale che verrà per turno dopo un periodo di anni assai lungo. Quindi l'aggiunta delle Regioni e dei rispettivi Congressi non disturba ma facilita i Congressi Diocesani, che domanda il S. Padre.

- Nel 2o voto domando che i detti Comitati si tengano strettamente uniti al Comitato Nazionale, perchè si aiutino a vicenda. Di fatti il Comitato Nazionale ha bisogno dell'aiuto dei Comitati Regionali e Diocesani per fare i Congressi Eucaristici Nazionali, ed i Comitati Diocesani e Regionali hanno bisogno di ricevere dal Comitato Nazionale l'indirizzo per attuare con i loro Congressi Diocesani e Regionali nelle loro popolazioni quello che fu studiato e deciso nei Congressi Eucaristici Nazionali.

-

Infine, se troviamo buona la nostra organizzazione eucaristica italiana, perchè venuti al Congresso Eucaristico Internazionale, non dovremo augurare e domandare che venga adottata anche dalle altre Nazioni?

E' il 3o voto che propongo alla discussione e all'approvazione dell' Assemblea.

Se il mio ordine del giorno sarà accettato, non mi resta che di pregare ciascuno dei carissimi Congressisti miei connazionali di farsene eco sonora e perseverante nella sua Diocesi; affinchè, attuandosi al più presto, abbia dato anch'egli la sua spinta al grande

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movimento eucaristico italiano, che tutte le Nazioni c'invidiano, e così possa dire ogni giorno a Gesù Sacramentato, con intima soddisfazione di contribuirvi efficacemente:

Venga, Gesù, il tuo Regno Eucaristico!

L'assemblea approva, e si scioglie, con un' ovazione all'Em.mo Cardinal Sincero, per recarsi in corpo alla Chiesa di S. Agostino a chiudere i suoi lavori con un'ora di adorazione predicata da S. Ecc. Mons. Cesarano.

RELAZIONE DEL PADRE DOTT. TITO BRANDSMA,
CARMELITANO,

PROFESSORE DELL'UNIVERSITA CATTOLICA DI NIJMEGEN.

VITA EUCARISTICA IN OLANDA.

V'ha dei giorni che noi, Cattolici, ci sentiamo strettamente uniti, per quanto diversa sia la nostra indole, e per quanto lontani siano l'un dall'altro i nostri paesi natii.

V'ha dei giorni in cui, come alla prima Festa di Pentecoste dopo l'Ascensione di Cristo, noi Cattolici, di ogni nazionalità, udiamo parlare tognunotti la propria lingua, e ci comprendiamo tutti, mentre l'omaggio personale di ciascuno va componendosi con quello degli altri; ed allora ne nasce un solo omaggio comune che abbraccia il mondo intero.

Lo spettacolo di quella prima Festa di Pentecoste, miracolo per quei giorni, s'è rinnovato ripetutamente col magnifico sviluppo della vita cattolica e ogni volta che s'offrono delle nuove occasioni, in cui noi Cattolici siamo consapevoli in modo straordinario della nostra unità, come d'un privilegio glorioso, come d'una prova della predilezione di Dio, come d'un'arra della riunione sempiterna nel cielo. Siamo uniti per la nostra unione con Dio e per la unione di Dio con noi. E perciò Gesù profferi la preghiera, che rimanessimo uniti, nel momento in cui instituì il Santissimo Sacramento dell'Altare e ci recò colla Sua carne e col Suo sangue quel cibo, che doveva mantenerci in questa unica vita comune, in questa vita con Dio e in Dio, della quale San Paolo disse:

„Vivo; ma no, non vivo io, ma Gesù Cristo vive in me". ,,Unum corpus multi sumus omnes, qui de uno pane et de uno calice participamus". Benchè siamo in molti, formiamo però insieme un corpo, noi che condividiamo un solo pane, che beviamo in un solo calice".

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Nella venerazione, nell'adorazione e nella Comunione del Santissimo Sacramento dell'Altare sta il pegno della nostra unità, ma accanto a ciò v'ha un altro gran privilegio, cui Gesù accennò, dicendo: „Io sono con voi fino alla fine dei secoli"!

Gesù non è solo con noi nel Santo Sacramento, ma Egli ha in terra il Suo Vicario; Egli ha posto sopra la Chiesa un Papa, che ci

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