La filosofia scolastica di San Tommaso e di Dante: ad uso dei licei

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A. Befani, 1889 - 518
 

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Strona 318 - Datl' anima il possibile intelletto, Perchè da lui non vide organo assunto. Apri alla verità che viene il petto, E sappi che, sì tosto come al feto L'articolar del cerebro è perfetto, Lo Motor primo a lui si volge lieto, Sovra tanta arte di natura, e spira Spirito nuovo di virtù repleto, Che ciò che...
Strona 487 - Essere alcun de' raggi della mente Di che tutte le cose son ripiene, Non può di sua natura esser possente Tanto, che suo principio non discerna Molto di là, da quel ch'egli è, parvente. Però nella giustizia sempiterna La vista che riceve il vostro mondo, Com...
Strona 130 - Nell'ordine ch'io dico sono accline Tutte nature per diverse sorti Più al principio loro, e men vicine : Onde si muovono a diversi porti Per lo gran mar dell'essere : e ciascuna Con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il fuoco invèr la Luna : Questi ne...
Strona 487 - Lume non è, se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi è tenebra, Od ombra della carne, o suo veleno.
Strona 376 - Così parlar conviensi al vostro ingegno, però che solo da sensato apprende ciò che fa poscia d'intelletto degno. Per questo la Scrittura condescende a vostra facultate, e piedi e mano attribuisce a Dio, ed altro intende; e Santa Chiesa con aspetto umano Gabriel e Michel vi rappresenta, e l'altro che Tobia rifece sano.
Strona 130 - Che l' universo a Dio fa simigliante. Qui veggion l' alte creature l' orma Dell' eterno valore, il quale è fine, Al quale è fatta la toccata norma. Nell' ordine ch' io dico sono accline Tutte nature per diverse sorti, Più al principio loro e men vicine; Onde si muovono a diversi porti Per lo gran mar dell' essere, e ciascuna Con istinto a lei dato che la porti.
Strona 384 - Di che le creature intelligenti E tutte e sole furo e son dotate'. Or ti parrà, se tu quinci argomenti, L
Strona 100 - Giù per lo mondo sanza fine amaro, e per lo monte del cui bel cacume 11 occhi de la mia donna mi levaro, e poscia per lo ciel, di lume in lume, ho io appreso quel che s'io ridico, a molti fia sapor di forte agrume; e s'io al vero son tìmido amico, temo di perder viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico».
Strona 341 - Ea igitur quae non habent esse nisi in materia individuali, cognoscere est nobis connaturale, eo quod anima nostra per quam cognoscimus, est forma alicuius materiae.
Strona 341 - Relinquitur ergo quod cognoscere ipsum esse subsistens sit connaturale soli intellectui divino, et quod sit supra facultatem naturalem cuiuslibet intellectus creati, quia nulla creatura est suum esse, sed habet esse participatum. Non igitur potest intellectus creatus Deum per essentiam videre, nisi inquantum Deus per suam gratiam se intellectui creato coniungit, ut intelligibile ab ipso.

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