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Egressusque iquis à Domino devoravit eos,

et mortui sunt coram Domino.

Cap. X. v. 2.

vestros de conspectu Sanctuarii, et asportate extra

castra.

5. Confestimque pergentes tulerunt eos, sicut jacebant, vestitos lineis tunicis, et ejecerunt foras, ut sibi fuerat imperatum.

6. Locutusque est Moyses ad Aaron et ad Eleazar et Ithamar filios ejus; Capita vestra nolite nudare, et vestimenta nolite scindere, ne. forte moriamini, et super omnem coetum oriatur indignatio. Fratres vestri et omnis domus Israel plangant incendium, quod Dominus suscitavit:

7. Vos autem non egrediemini fores tabernaculi, alio

vostri fratelli dal cospetto del Santuario, e portateli fuori degli alloggiamenti.

5. E quelli subito andarono, e li portarono via vestiti, come erano, delle tonache di lino, e li gettarono fuora, come era stato loro comandato.

6. E Mosè disse ad Aronne e ad Eleazar e Ithamar suoi figliuoli: Non discoprite le vostre teste, é non stracciate le vostre vesti, affinchè non muojate, e non venga il gastigo sopra tutto il popolo. I vostri fratelli e tutta la casa d'Israele menin duolo perragion dell' incendio acceso dal Signore:

7. Ma voi non uscirete fuor della porta del taberna

Vers. 4. Dal cospetto del Santuario. Nadab e Abiu erano stati uccisi nel Santo dinanzi al velo del Santo de' Santi nell'atto, che andavano ad offerire l' incenso .

Vers. 6. Non discoprite le vostre teste, e non stracciate, ec. Proibisce Dio ad Aronne e a' suoi figliuoli di dare segni di duolo pella morte di que' sacerdoti col deporre le loro mitre, e collo stracciare le vesti. Vedesi Job I. 20.; e Reg. IV. 12. l'uso di stracciar le vesti e di gettarsi la polvere sulla testa ignuda. Queste dimostrazioni di dolore proibisce Dio ad Aronne e a' suoi figliuoli per onore del sacerdozio, e per riguar do alla unzione santa, ond' crano stati consacrati ed essi e le loro vesti. Dio stesso ne dà questa ragione, vers. 7. Vedi cap. XXI.

Vers. 7. Non uscirete fuor della porta del tabernacolo. Fuor della porta dell'atrio, dov' era la loro residenza . Spesse volte e in questo libro e in altri della Scrittura la voce tabernacolo è posta per l'atrio del tabernacolo.

quin peribitis: oleum quip pe sanctae unctionis est super vos. Qui fecerunt omnia juxta praeceptum Moysi.

8. Dixit quoque Dominus ad Aaron':

9. Vinum, et omne, quod inebriare potest, non bibetis tu et filii tui, quando intratis in tabernaculum testimonii, ne moriamini: quia prae ceptum sempiternum est in generationes vestras ;

10. Et ut habeatis scientiam discernendi inter sanctum et profanum, inter pollutum et mundum :

11. Doceatisque filios Israel omnia legitima mea, quae locutus est Dominus ad eos per manum Moysi.

12. Locutusque est Moyses ad Aaron et ad Eleazar

...

colo, altrimenti perirete : perocchè avete sopra di voi l'olio di unzione santa. Fecero quegli in tutto e per tutto, come aveva ordinato Mosé.

8. Disse anche il Signore ad Aronne :

9. Non berete vino tu e i tuoi figliuoli, nè altro, che possa inebriare, quando entrate nel tabernacolo del testimonio, affinchè non muojate: questo è un comandamento sempiterno per la vostra posterità;

10. E affinchè abbiate

scienza da

saper discernere tral santo e 'l profano, tral mondo e l'immondo:

11. E insegniate a'figliuo li d' Israele tutte le mie leggi, quali io le ho intimate loro per mezzo di Mosè.

12. E Mosè disse ad A· ronne e ad Eleazar e Itha

Vers. 9. Non berete vino quando entrate nel tabernacolo. Il vino e tutto quello, che può inebriare, ovvero la sicera è proibita a' sacerdoti per tutto il tempo, che erano nel servizio attuale del tabernacolo. Il Crisostomo e Teodoreto dicono, che la sicera è il vino di palma; ma s. Girolamo dà a questa parola un significato più ampio, volendo, che ella comprenda qualunque liquore capace d' ubriacare è vero però, che il vino di palma, cioè di dattili di palına, era il più fumoso di tutti i liquori conosciuti in quei paesi: Dio non voleva, che i sacerdoti si risentissero degli effetti del vino, che sono la sonnolenza, la pigrizia, il discapito della memoria e della presenza di spirito .

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mar, che eran rimasi a lui de' suoi figliuoli: Prendete quel, che è restato del sacrifizio del pane offerto al Signore, e mangiatelo senza lievito presso l'altare; perocchè è cosa sacrosanta.

13. E voi la mangerete nel luogo santo: perchè è cosa assegnata a te e a' tuoi figliuoli delle oblazioni pel Signore, come è stato a me ordinato.

14. Parimente il petto che è stato offerto, e la spalla separata la mangerete in luogo perfettamente mondo tu ei tuoi figliuoli e le tue figlie con teco: perocchè sono cose riserbate per te e pe'tuoi figliuoli di tutte le ostie pacifiche de' figliuoli di Israele,

Vers. 12. Prendete quel, che è restato del sacrifizio ec. Prendete i pani, le torte, ec. riserbate per voi nel sacrifizio offerto

per il ресса

to, descritto cap. prec. 15. 16., ec. Doveano mangiargli i sacerdoti nell'atrio presso l'altare degli olocausti in un luogo destinato pel refettorio degli stessi sacerdoti, e dove anche dormivano nel tempo del loro servizio.

Vers. 14. La mangerete in luogo perfettamente mondo tu e i tuoi figliuoli e le tue figlie. La spalla adunque e il petto dell' ostie pacifiche potevano i sacerdoti portarla alle loro case, e mangiarla con tutta la loro famiglia, a condizione però, che il luogo, dove ciò si mangiava, fosse esente da ogni immondezza .

Tom. II.

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