PoesieLib. di Stassin e Xavier, 1848 |
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acerbo alfin allor alma anima aquilon ardente aringo armi avidamente bella brando caccia Canzon cara cara Napoli CARLO PEPOLI ceppi Chè ciel coll Congiura dei Pazzi contrade Corsica D'ogni Delcarretto diletto dolce dolente dolor donna duol Ebro empia Eridano esiglio fato favella feroce ferro fervido fiamma fiero figli flutto fortuna fratelli fremito genìa gentil giogo gioja giorno gloria gloriosa Gransona grido guerra immenso inclita indarno indegna infame Infra Insubria invano Ispano Istro Italia l'empio l'ira l'Italia labbro lacrime letizia libertà libertade lido lieta lungo madre magnanimo maladetti maraviglie mente mille misera natìa nimico nobile noriche novella nullam sperare salutem opra Oricalco orrida patria pensier petto pianto Polonia popol profondo pugna rabbia Ruten sacro sangue sdegno servaggio sorge sorte Sovra spade splendida sposa del mar stranier stranio strazio suol suona surti terra terreno tremendo unqua Vinegia virtù virtude
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Strona 32 - 1 popol tuo l' ha in sommo della bocca. Molti rifiutan lo comune incarco ; Ma '1 popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: Io mi sobbarco. Or ti fa' lieta, che tu hai ben onde, Tu ricca, tu con pace, tu con senno : S' io dico ver, l
Strona 96 - E tu, figliuol, che per lo mortai pondo Ancor giù tornerai, apri la bocca, E non asconder quel ch'io non ascondo...
Strona 309 - Né di lacrime pie, né di ghirlande Lece onorarle ; ma che monta , o eccelsi Martiri sacri, se d'intorno al vostro Ultimo asilo solitario e muto S
Strona 288 - N' arrampichiamo, ed i moschetti quivi Novamente apprestati a disperata Battaglia, di ferite e numerose Morti ben presto seminiam la valle, E sebben dieci contra mille, il giuro Di morire o di vincere nei petti Cotal ne infuse una virtù, che in breve Si dileguò degli inimici il nembo. Tanto puote il voler saldo di forti Anime o il disperar d' ogni salute ! Né sola una fiata a noi sorrise Vittoria all'ombra delle stranie insegne.
Strona 50 - Su, lombardi ! Ogni vostro comune ha una torre; ogni torre una squilla: suoni a stormo. Chi ha in feudo, una villa, co' suoi venga al comun ch'ei giurò.
Strona 93 - Così rivolto al nume della libertà egli dice: La vana imago di dorate larve Non mi lusinga, e degno Di tua diva presenza è l' uman seme , Chè fiero e assiduo il preme Un magnanimo sdegno, E il foco tuo 1' arde cosi , che aspetta Sol tempo e loco alla fatai vendetta, (p.
Strona 289 - E le montagne e le pianure il sanno « Di Catalogna e di Valenza, tinte « Di quel sangue per noi sì largamente ! « E d'invidia sovente arse l...
Strona 202 - L'autore sente i dolori della patria, e vuole lenirli; vede la mano ferrea del dispotismo, e vuole spiantarlo. Nel sermone ai liberali moderati con grave e giusta indignazione cosi il poeta: Sul vostro dosso, della patria mia O non ultima piaga, oggi risuoni L...
Strona 274 - Quella beata visione, e al petto Tanti cari mi sia di stringer dato, Cui dell'esule forse il desiderio L'anima preme, ed alle stanche membra Doni la sorte il riposar del fido Tetto paterno alla dolcissim...