Opere di Pietro Metastasio, Tom 14Gabinetto di Pallade, 1819 |
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10 dicembre 10 giugno abate Pasquini abbia Addio adorabile alcun amatemi amico Apostolo Zeno assicurato Attilio Regolo augustissima aveste avete bisogno Broschi Farinello buon Calzabigi carissima caro Gemello ch'egli ch'io componimento confesso conservatevi conte di Canale contento contraccambio corte cotesto credetemi credo Creusa degnissimo degno desiderio Dresda Eccellenza febbrajo felice finora gentilissima giorno Hildburghausen incomincia l'Eccellenza L'ul lascia lettera lettere lodi Luigi Locatelli lungo luogo Madrid maestro di cappella mando medesi medesimo mente meritato merito Metastasio Migliavacca musica Napoli nuova obbligato onore opera Padrone parlare Parnaso pensare personaggio piacere picciola PIETRO METASTASIO poco poeta poetici possa povero prego principe Principessa di Belmonte procurato pruova pubblico ragione Re Pastore Regolo rendo rispetto salute sapete sarà scena scorso scritti scrivere sento servire siete signor abate signor conte somministra spero stima stra teatro tenerezza troppo trova V. S. illustrissima vantaggio veneratissimo verso Vienna 10 vorrei zione
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Strona 39 - Sogni e favole io fingo; e pure in carte Mentre favole e sogni orno e disegno, In lor, folle ch'io son, prendo tal parte, Che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Strona 244 - ... giudici suoi, a' quali, abbagliati dai lampi presenti, non rimane spazio per esaminare la poca analogia che ha per lo più il prima col poi in cotesta specie di versi. Ma se da quel...
Strona 166 - ... epoche più celebri della sua vita, e non era per tacer così presto: ma l'eroe del suo panegirico troncò il filo delle sue lodi, dicendo arditamente al panegirista: „ sieguimi, se hai corag„ gio, dove non vi sia chi t'ajuti: „ e ineamminossi in volto minaccioso verso la porta della camera.
Strona 40 - Tutto è menzogna, e delirando io vivo! Sogno della mia vita è il corso intero. Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo, Fa ch'io trovi riposo in sen del Vero!
Strona 40 - Adriano: 2 osservate il carattere che fa l'imperatore di se medesimo, e vedrete il mio. Da ciò si comprende che io mi conosco; ma non per questo correggomi.
Strona 20 - ... servitore. So a quanto mi obbliga questo grado, e conosco la debolezza delle mie forze, e se potessi con gran parte del mio sangue divenir un Omero, non esiterei a divenirlo. Supplirò...
Strona 166 - Ma fiero aneli'egli il rilucente acciaro Liberò dalla placida guaina. Tremarono i circostanti, invocò ciascuno il suo santo avvocato, e si aspettava a momenti di veder fumar su i cembali ei violini il sangue poetico e canoro. Quando madama Tesi, in casa della quale si trattavano le armi, sorgendo finalmente dal suo canapè, dove avea giaciuto fin allora tranquillissima spettatrice, » incamminò lentamente verso i campioni.
Strona 239 - Seneca, de' Lucani e de' Marziali, e accresciuta poi a dismisura dal genio fantastico della letteratura araba colà dagli Africani trasportata e stabilita. È verissimo che s'incominciò allora fra noi a perder la misura e la proporzione delle figure, e applicati unicamente a far cornici ci dimenticammo di far quadri: ma questa pianta straniera non allignò in guisa nel buon terren d'Italia che non vi fosse, anche nel tempo ch'essa fioriva, chi procurasse estirparla.
Strona 242 - Buon per me che il tempo non mi ha lasciati materiali onde tradir me medesimo; temo che la passione di compiacervi avrebbe superato quella di risparmiare il mio credito. Or, per terminare il racconto, questo mestiere mi divenne e grave e dannoso; grave perché, forzato dalle continue autorevoli richieste, mi conveniva correre quasi tutti i dì, e talora due volte nel giorno istesso, ora ad appagare il capriccio d'una dama, ora a soddisfar la curiosità d'un illustre idiota, ora a servir di riempitura...
Strona 178 - ... maggiori; sensibile a tutte le permesse passioni dell'umanità, ma superiore a ciascuna; buon guerriero, buon cittadino e buon padre, ma avvezzo a non considerarsi mai distinto dalla sua patria, e per conseguenza a non contar mai fra i beni o fra i mali della vita se non gli eventi o giovevoli o nocivi a quel tutto di cui si trova egli esser parte; avido di gloria, ma come dell'unico guiderdone al quale debbano aspirare i privati col sacrifizio della propria alla pubblica utilità. Con queste...