che è giunto con ottima salute. Lodiamo le uostre negoziazioni come prudenti, e molto ben aggiustate all'intenzione nostra. Ma dell'esito non si può dar giudicio, dipendendo tutte le speranze dall'ajuto e dalla cooperazione dell' Interprete, che si troua lontano dalla Corte. Per questo medesimo rispetto sospendiamo ancor noi tutte le nostre deliberazioni, e stimiamo sano consiglio il differire gli ordini, che a uoi doueranno darsi, fin a tanto che ci sia nota la mente di S. E. e che intendiamo oue pieghi col suo parere. Ci piace la risoluzione che hauete presa d'andare uoi medesimo a trattar seco, perchè la presenza ha gran forza, e passa gran differenza dal negoziare in uoce al negoziare in iscritto. Ci persuadiamo che haurete eseguito così buono e necessario proponimento, e del seguito aspettiamo con impazienza la relazione.

Qui in Italia i trattati di pace sono totalmente disciolti. Pare però che la furia francese si sia alquanto intiepidita, perchè dopo la presa di Pinerolo non hanno fatto altro tentatiuo, che si sappia. Fortificano nondimeno quella Piazza alla gagliarda, e stanno aspettando di Francia rinforzi ingenti, non senza qualche credenza che il Re medesimo sia per uenire in persona. I Veneziani si trouano tra i calci et il muro, perchè il Marchese di Couri (20) ambasciatore straordinario di Francia stimola et

(20) Francesco Annibale d' Estrées, Marchese di Coeuvres e Maresciallo di Francia, che lungo tempo adoperossi nelle negoziazioni e nella milizia, essendo vivuto fino al maggio dell'anno 1670, novantesimo ottavo dell'età sua.

importuna incessantemente perchè attacchino qualche piazza del Re Cattolico, et eglino in continue renghe (21) consumano il tempo senza risoluere, ritrovando da tutte le parti angustie, pericoli, e difficoltà. Il Papa arma all'ingrosso, e particolarmente a questi confini, hauendo mandati ultimamente nel forte Urbano da quaranta cannoni; e se dagli indizj esterni si possano argomentare l'interne inclinazioni, egli è francese scorporato.(22) Gli Spagnuoli intanto hanno preso Pontestura e molti altri luoghi del Monferrato, assediando alla larga Casale; e Mantua è ridotta a termini miserabili. Vi sono più di uentimila persone, non hanno più oglio nè carne nè sale nè uino, l'acqua è pessima e ne beono della paludosa, e si generano del continuo infermità mortali. Un carro di uino ui si è uenduto trecento ducatoni, e per souuenire al uitto quotidiano di quei principi la repubblica di Venezia ha fatto loro un assegnamento di dieci mila

(21) Renga per Aringa, alla maniera veneziana e di altri dialetti.

(22) Cioè sviscerato, cordialmente affezionato, come divenne poi realmente lo stesso Duca Francesco I, e con qual pro' l'accenna il Muratori dicendo che « di tanto suo servigio, prestato alla Corte di Francia, nè egli, nè la sua Casa riportarono veruna ricompensa, o almen tale, che pareggiasse la gran copia di spese e debiti fatti in occasione di quelle guerre, a saldare i quali fu poi necessaria l'alienazion d'assaissimi Allodiali. » La voce Scorporato, nella medesima significazione metaforica, è stata raccolta nelle nuove giunte napolitane al Vocabolario da un luogo delle Lettere inedite d'Annibal Caro, ma non avrebbe il più delle volte l'acconcezza di Sviscerato.

scudi il mese. Fece, pochi dì sono, il Duca (23) una sortita di Mantoa, ma gli riuscì poco felice, perchè ui lasciò la maggior parte della sua gente con grande mortalità, de' capi particolarmente. Credesi quella città non possa tenersi più lungamente, e noi habbiamo stimato bene l'informarui dello stato presente delle cose, perchè possiate ualerui della relazione secondo l'opportunità. Non lascieremo di ricordarui che la nostra principal premura è d'essere fuori di perplessità. Abboccandoui con Interprete, procurate di cauarne il netto, perchè non comple a' nostri interessi lo stare più lungamente sospesi. Siateci in questo particolarmente fedele, e scriueteci liberamente quello che può sperarsene, caminando però sempre con prudenza e circospezione, per non rompere, e per non dar disgusto. Ma dalla deuozione e sagacità uostra ci promettiamo ogn' esito migliore. Dio Signore ui conserui. Di Mod. 18 Mag. 1630.

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

(23) Carlo Gonzaga, Duca di Nevers, erede e successore di Vincenzo Gonzaga, Duca di Mantova, morto senza prole.

T. IV.

6

BIOGRAFIA

I.

ELOGIO FUNEBRE DI GREGORIO XVI

RECITATO

NELLA CATTEDRALE DI MONTE PULCIANO IL 22 DI GIUGNO 1846

DAL CANONICO TEOLOGO PIETRO CINOTTI

Ed è pur sempre, o Signori, meraviglioso e giocondo per

l'uom Cristiano, se porta l'occhio riguardatore sulle opere del sommo Iddio, lo spettacolo della Cattolica Religione, che spuntando, qual aurora foriera di vaga luce, dal presepio di Bettelemme, e fuori uscendo bella, siccome il sole, dal cenacolo di Gerusalemme, si diffuse e si stabilì successivamente nel Mondo invecchiato nei vizj, celebrati allora come virtù, resi immortali sui marmi e sulle pitture, consigliati dai filosofi, encomiati dai poeti, e dalla fanatica superstizione de' popoli consacrati. Nè fu già un sognato filosofo, un chimerico prototipo di virtù, un ideal personaggio, come ha detto qualche empio nel suo delirio, ma il vero Figlio di Maria, vero uomo e vero Iddio, che questo insigne dono del Cielo, e primo bisogno della Terra, realmente scoprì all' Uomo infelice, e col candore di sua vita, colla semplicità di sua dottrina, coll' esempio di sue virtù stabilì tra noi, ad onta del vizio, del mondo, del demonio, che di tanto bene erano, e sarebbero sempre stati i perpetui contraddittori. E stabilitala questa Religione santissima, unica e sola vera, pria di partire dal mondo la consegnò ad una visibile Autorità, che fè depositaria di sue dottrine, e che durar dovea sino al termine dei secoli, perchè poi raccogliendo sotto le ali sue proteggitrici tutti i predestinati suoi figli, passasse a vivere, in nuova

forma cangiata per gloriosissima apoteosi, in altro Regno beato ed immortale. Ed oh! come uscì bella dalle mani del suo divin Fondatore questa depositaria de' Celesti Misterj, la Chiesa! Tenendo egli in sua mente infinita le archetipe idee tutte quante del vero bello, non potè non improntarla col carattere dell'Unità, che della vera bellezza è il necessario distintivo. Sopra di un solo pertanto fabbricò la visibil sua Chiesa il sapientissimo Artefice, e lasciolla piantata, come su roccia immobile, sul primo de' suoi discepoli, povero pescatore; ma che divenuto suo Vice-gerente qui in terra, dovea viver sempre tra noi, per una non interrotta serie di successioni, all' universal bene di tutto quanto il Genere umano. Ed affinchè unquemai opera sì bella e sì necessaria venisse meno, munilla d'insuperabil fortezza a fronte di tutti i nemici assalitori, per quelle fatidiche parole, che voi ben conoscete: Le porte dell'inferno non prevarranno giammai. Ecco perchè, scorrendo per le vie de' secoli, da Pietro fino a noi, vediamo i Pontefici di Roma alla testa della Chiesa, sempre intenti a perpetuare l'opera del Salvatore, a custodire e difendere il sacro fuoco delle verità celesti, a fulminare gli errori, a segnare la regia via dell'eterna e temporale felicità alle nazioni tutte della Terra. E non è solo ai tempi a noi vicini, che si fan sentire da per tutto i benefici influssi di questa Divina istituzione, di ogni vero bene proteggitrice. Ora che il colto Mondo con felice progresso va sollevandosi su i pregiudizi e le menzogne sparse a larga mano in tante opere di maligni e vanitosi scrittori, e cerca di buona fede la verità della storia, ha già trovato in tutti i tempi le reminiscenze dei benefizi dei successori di S. Pietro. Ma tu, o bella Italia, che tanto primeggi sulle Nazioni, svolgendo i vetusti tuoi fasti, puoi ridirne precipuamente di quei tempi, in che barbarie, ignoranza, e servaggio imbrutiron le amene tue contrade, se veramente dai Papi tu riavessi prosperità, rincivilimento, dottrina; mentre io leggo in forestiere pagine, nelle opere dei Leibnizi, dei Miller, degli Haeren, dei Woight, degli Hurter, dei Coquerel, degli Ancillon, alla santa Sede non parziali, che il VII dei Gregori specialmente, il terzo Innocenzo, il terzo Alessandro ti salvarono dalle imminenti