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* XXXIX.

FRANCESCO DUGA DI MODANA EC.

I negozi di cotesti feudetari Imperiali a Noi circonuicini si uanno ogni uolta più intorbidando, nè solo contro il Principe di Correggio, ma contro i Sig.ri di Rolo, e lo stesso Duca della Mirandola. Intendiamo che sieno a questi fabricati processi, e che le cause loro si debbiano con molta sottigliezza discutere et esaminare. Gli è vero che quest'ultimo si ha procurati alcuni lenitiui che forse potrebbono preseruarlo, ma in ogni caso egli è bene che uoi stiate oculato, e ueggendo che le cose piglino cattiua piega, come pur troppo si dubita, pariate quegli uffici che stimerete a proposito per gli interessi nostri, e più efficaci per l'esito che in caso tale, per buona ragione di stato, siamo obbligati a procurare. La condizione del Principe di Correggio è bene affatto misera; e per la credenza comune, e per gli auuisi particolari che s'hanno, le cose sue sono ridotte a pessimo termine. Il nostro principale intento sarebbe d'ajutarlo e per l'amicizia che passa tra Noi, e per l'interesse nostro medesimo, non complendoci ch'altri sottentri in suo luogo, e ci si cacci nelle coste. Ma essendo irreparabile la sua ruina, ogni prudenza uuole che non ci restiamo colle mani a cintola. Sarà dunque uostra incumbenza lo stare coll'animo applicatissimo a tutto quello che ua succedendo; che preuegnate gli altri colla sollecitudine degli uffici, e che mouiate tutte le macchine che più giudicherete opportune per lo

fine che si desidera. Diffusamente per altre nostre u'habbiamo scritto intorno a ciò, ma non lascieremo presentemente di soggiungere, che mentre 'l ferro (5) per sua natural clemenza non uolesse procedere a tutto rigore contro il Principe, e risoluesse di castigarlo, quando pure abbia errato, con mano piaceuole e leggiera, noi gli daremmo in permuta feudale per lo stato di Scandiano, (6) il quale è di quella comodità, fertilità, e bellezza che uoi medesimo sapete. Non ignoriamo che uoi, come suddito del Principe, non potete non uiuamente sentire queste sue disauuenture, ma siamo ben certi dall'altro lato che hauendo obligata la fede al nostro seruigio non tralascierete alcuno di quei mezzi, che conosciate accomodati, e profitteuoli alla nostra intenzione. Voi toccate con mano la nostra confidenza; da essa argomentate la gratitudine che è per seguirne; e raccordateui che egli è antichissimo, ed indiuisibile instituto di questa Casa il non abbandonar mai quei Seruitori che una uolta se le siano mostrati amoreuoli e fedeli, e che in molte famiglie e persone potete ancor uederne freschissimi gli esempi. Nelle cose di Rolo potrete gouernarui nella medesima maniera, e basterà fors' anche che procuriate di penetrare come s'incaminano i negozi, e se fosse facile costì l'impetrare facoltà di fare permuta, dandocene auuiso sicuro con quella maggior sollecitudine che sarà possibile. A Noi poscia

(5) Parola di gergo, sotto la quale nel presente carteggio intendevano, come già notammo, l' Imperatore.

(6) Forse per lo stato di Correggio quello di Scandiano.

darà forse l'animo di trattare con questi Conti qualche cambio, e d'aggiustarla a nostra e loro soddisfazione, non mancandoci i luoghi. Regolateui colla solita prudenza. E Dio Sig. ui contenti e prosperi. Li 9 Feb. 1630.

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

* XL. (7)

Intenderete dalle lettere dell' Augustoni nostro Consig. di Giustizia, e da un'altra nostra lettera la gran sodisfazione che habbiamo del uostro negoziare; però con questa di nostro pugno non ui diciamo altro intorno a questo, se non che di nuouo ui assicuriamo che non si può restare più sodisfatti di quel che siamo del uostro negoziare. La premura che habbiam di uedere e dentro e fuori quello ha da essere del nostro matrimonio (8) è indicibile: però non habbiamo uoluto per maggior espressione di

(7) Questa lettera e quella che segue sono, come per esse medesime si dichiara, indipendenti dall'opera del segretario; ma per questo appunto mostrano di quale sagacità fosse di per sè dotato un Principe che non aveva ancora compito i vent'anni.

(8) Ricordisi ch'era allora in progetto lo sposalizio del Duca Francesco I con una figlia dell' Imperatore Ferdinando II, quello della Principessa Margherita, sorella di esso Duca, col figlio del ministro imperiale, Principe di Echemberg.

quella lasciar di significaruela anche di nostro proprio pugno. So che il negozio sarà maneggiato con destrezza, ma in maniera però che noi sappiamo quel che ha da essere. Rispedirete quanto prima potrete il presente portatore, il quale ha ordine di uenire in maniera che non credo darà da glosare.

Nel negozio di Correggio non si può hauere maggior premura, mentre pure deuolua, come tengo per fermissimo; non ui replico altro perchè so farete ogni cosa possibile. E non credo che quand' anche non potesse colpire il primo, sia impossibile che succeda l'altro, massime se si applicasse all'accasamento della principessa nostra sorella. Dio Signore feliciti le uostre negoziazioni, che in conseguenza resteranno compiti i nostri desiderii. Vi auguriamo per fine ogni felicità.

Di Modana il primo d'Aprile 1630.

FRANCESCO D'ESTE

* XLI.

Mi risoluo di specificarui più pienamente la mia mente. Vi dico però che nel matrimonio, mentre non sia necessario per hauere Correggio, io non ho molta premura, anzi che, mentre potessi hauer quello stato senza far accasamento con una dell' Arciduchesse figlie di sua Cesarea Maestà, non l'haurei discaro; parendomi che mi tornasse più conto tirar in casa quello stato senza spendere una quantità di centinaja di mila scudi, come mi bi

sognerà fare per le spese del matrimonio. Però ui dico che mentre non hauesse buona dote, come sarebbe almeno di 300m. scudi, non credo che mi compla; però quando la difficoltà battesse in questo, auuisatemi, che io risoluerò poi quello stimerò più opportuno. In ogni caso ui dico, che uoglio sapere quello ne ha da essere, perchè ueramente non comple a' miei interessi lo star di questa maniera. Auuisatemi un poco cosa credereste che fosse la spesa mentre si facesse il matrimonio, e ditemi in questo il uostro parere, perchè io desidero saperlo. Vi raccomando colla maggior caldezza che posso il negozio di Correggio, mentre pure deuolua, e sebbene pare che di sopra mi dia fastidio la spesa del matrimonio, nondimeno per il negozio di Correggio non guarderò, come u' ho scritto, a spender buona somma di denari, mentre pure se ne conseguisca l'effetto. Fate lettera appartata per risposta delle lettere scritte di mio pugno, e mettete dentro la lettera (Risposta alle lettere di S. A.) Dio ui prosperi. Di Mod. 1 Aprile 1630.

FRANCESCO D'ESTE

Mentre non ui faccia gioco il matrimonio della mia Sorella, non ho molta speranza del negozio ; però seruiteui del motiuo.

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