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LETTERE INEDITE

(V. nella serie precedente il tomo XVIII, a facc. 375, e l'avvertimento posto nel tomo xv, a facc. 49.)

DI FULVIO TESTI

ALCUNE IN NOME DEL SUO PRINCIPE, ALTRE IN NOME PROPRIO

AD OTTAVIO BOLOGNESI

RESIDENTE ESTENSE A VIENNA

Le

* XXXVII. (1)

FRANCESCO DUCA DI MODANA EC.

de uostre delli cinque del corrente ci portano auuiso della partita del Marchese di Villafranca. Quelle delli dodici ci significano l'arriuo d'Alfonso corriere. Sentiamo uolentieri che il primo sia partito con intiera soddisfazione, e con hauer lasciati

(1) Ci troviamo obbligati ad alterare la progressione cronologica, seguìta finora nella edizione di quest'ultima serie di lettere, per dar luogo ad alcune altre che ci sono sopravvenute dopo la impressione delle precedenti. Il cortese ed erudito sig. Giambattista Foglia, patrizio di Correggio, ci ha forniti delle sue ben ordinate e compite copie della maggior parte di esse lettere, fra le quali avendo riscontrate alcune che mancavano alla nostra collezione, ci siamo ben volentieri approfittati di questo favore per soddisfare più esattamente al proposito di una pubblicazione importante, non solo pel nome dello scrittore e per la bontà del dettato, ma ben anche pe' chiarimenti della patria storia. Noi pregheremo, come altra

sì bene incamminati gl'interessi di questa Casa. (2) Intorno ai negozii che ui hauerà portati il secondo, aspetteremo dalla uostra solita puntualità i necessarii ragguagli, per regolar poi in loro conformità le nostre risoluzioni. Vi confirmiamo intanto la soddisfazione che habbiamo del uostro amoreuole seruigio, per farne a suo tempo sentire i douuti effetti di gratitudine. E Dio Signore ui contenti. Di Modana li 29 Genn.° 1630.

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

* XXXVIII. (3)

FRANCESCO DUCA DI MODANA EC.

Restiamo singolarmente soddisfatti dell'amoreuole applicazione con che inuigilate a tutto quello che può

volta, l'intelligente lettore di mettere le presenti a riscontro delle passate, e render loro quell'ordine che avrebbero dovuto unitamente serbare, se tutte ad un tempo ci fossero venute sott'occhio.

(2) Come poscia increscesse al Principe ch'egli fosse stato, anzi che no, corrivo nelle sue esibizioni, si ha dalla lettera scritta nel mese appresso al medesimo Bolognesi, la quale abbiam pubblicata nel tomo XIII, a facc. 156.

(3) È questa la lettera che si lasciò desiderare, quando stampammo quella che porta il n. I della presente serie, notando ch'essa ne presupponeva una antecedente, mancante a' nostri esemplari.

T. IV.

5

re

concernere al nostro buon seruigio; et alle lodi che presentemente ue ne diamo seguiranno all'occorrenza gli effetti della douuta gratitudine. Il pericolo che corre il Principe di Correggio, e che uoi scriuete di non hauer penetrato, è uerissimo, e Noi da altra ed altrettanto sicura parte ne abbiamo la confermazione. Al Sig. Duca di Guastalla, come a Commissario Imperiale, intendiamo che ne sia stata delegata la causa, e che in questa si debba procedere con non ordinario rigore di giustizia. Sallo Dio con quanto dispiacere siano da Noi sentite queste disauuenture del sudetto Principe, e quanto prontamente e di buona uoglia coopereremmo alla sua solleuazione,(4) ma trouandosi le cose sue così male incamminate, la prudenza uuole che con qualche seria riflessione pensiamo all'interesse nostro. Voi uedete da uoi medesimo di quanto pregiudizio ci sarebbe ch'altro Principe o potentato si cacciasse in quel posto, e quanto dall' altra parte fosse opportuna l'aggiunta di quei luoghi a questi Stati. Risoluiamo che uoi colla solita destrezza teniate di ciò proposito co' Ministri di S. M. ma non con tutti, con quelli solamente che uoi conoscete essere meglio affetti, più confidenti, più osseruanti del silenzio. Conchiudendosi il matrimonio, accetterem

(4) Nel senso di Ajuto, Conforto, Rilevamento, che in questo luogo ha la voce Sollevazione, non sarebbe accolto bene se non Sollievo e qualche volta Sollevamento, lasciando alla prima il solo sinistro significato d' Insorgimento sedizioso o tumultuario d'un popolo, d'una fazione, d'un esercito, o simile.

mo quello Stato in dote, e se fosse anche necessario fare qualche sborso di danari, non saremmo alieni dall' incontrare anche in questo il gusto di S. M. Trattandosi di uendita applicheremmo, sperando che in riguardo della nostra isquisita diuozione, e del fedele e prontissimo seruigio prestato in queste occorrenze a S. M. non solo fossimo per essere anteposti, ma di gran lunga auuantaggiati nel prezzo. Siamo creditori del Re Cattolico intorno a cinquecento mila scudi; a conto di compra rinunzieremmo alla Camera Imperiale cotesto auuanzo, del quale non sarebbe difficile a Cesare il rimborsarsi in qualche maniera, stante il continuo commercio che passa tra l'una e l'altra Maestà. Et in euento che costà s' applicasse al partito, si procurerebbe qui d'ageuolarlo ancora maggiormente con somma di contanti, mentre si giudicasse ispediente. Che se poi occorresse di dare al Principe qualche Stato in permuta, ben sapete che pochi, o nissun altro può hauerne de' più belli e de' più comodi di noi; e proporremmo ripiego tale, che per auuentura sarebbe approuato costà, nè forse dispiacerebbe al Principe medesimo, quando pure per giustizia fosse costretto a mutar posto. L'incontro maggiore che si possa hauere in cotesto maneggio sarà la pretensione del Duca di Guastalla, che in premio dei viaggi e dispendi, fatti da Cesare suo figlio, ne dimanderà l'inuestitura. Oltrachè, vegnendosi pure all'aggiustamento di queste turbolenze d'Italia (che però si rappresenta per anni lontano), egli è uerisimile, per quetarlo e dargli qualche soddisfazione delle ragioni che pretende in

Mantua, se gli dia, in caso di caducità, questo stato di Correggio. Ci uiene anche costantemente asserito che il medesimo Conte di Collalto applichi a ciò; onde fa di mestiero che uoi siate sollecito negli ufficii, e che siate auuertito di non lasciar luogo alle preuenzioni. Habbiamo uoluto informarui esattamente di questi particolari, perchè possiate ualerui dei motiui come e quando stimerete più opportuno; replicandoui però di nuouo che il nostro gusto sarebbe di uedere il Principe fuori d'ogni pericolo, e che per ajutarlo non v' ha cosa che noi prontamente e con molta alacrità non facessimo. Voi dalla qualità del negozio di che u'incarichiamo potete conoscere la confidenza che teniamo nella uostra persona, e il gran capitale insieme che facciamo del uostro buon giudicio. Procurate uoi per quanto è in uostra mano di corrispondere alla nostra espettazione, e certo di un merito straordinario assicurateui ancora d'imporre non ordinaria obbligazione alla nostra gratissima uolontà. Ricordateui che ai gran maneggi nissuna cosa è più profitteuole della segretezza. E Dio Signore ui contenti e prosperi. Di Modana li 6 Feb. 1630.

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

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