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Se non che avrebbesi pur potuto con onore e senza sospetto aprire anche in Italia la Sala d'asilo,

questa, prenda forma diversa da' luoghi ove s'introduce, e dalle persone che la guidano o la sostengono.

« All' uscire del nostro Iv articolo sopra l'educazione, un dotto e pio sacerdote, ispettore negli Asili per l'infanzia, ci scrivea una lettera in cui, significando il dispiacere che provava per quell' articolo medesimo, conchiudeva: «Se vi fosse « luogo a sperare nel Giornale stesso qualche rettificazione e << schiarimento in senso conciliatore, forse basterebbe a tratte<<< nere la penna di chi non aspetta che il risultato delle mie << parole per assumere le difese, le quali fatte in publico << potrebbero tornare a scapito del Giornale. »

«Ma noi non avevamo a fare niuna rettificazione e niuno schiarimento. L'articolo ci pareva preciso e chiarissimo. Sicchè siamo rimasti in tranquilla aspettazione, parendoci che tutte le espressioni offensive di quella lettera fossero dettate da un subito e non considerato risentimento.

« Dopo quella lettera, un publico Giornale, nel dar conto di un'opera recente, uscía nelle seguenti parole: « L'autore << ha voluto con nuove e virili ragioni combattere le viete << preoccupazioni degli inimici della morale religiosa e civile, « chè con tal nome noi chiamiamo sempre quelli che si op<<< pongono agli istituti di carità educatrice. Noi ci gioveremo « largamente di quest'opera per confutare nel venturo fasci«colo certe strane opinioni che con una PIETÀ VERAMENTE « FARISAICA vennero publicate in un Giornale che per ora « non nominiamo, giacchè confidiamo ancora che saprà INNANZI (UN MESE FAR VOLONTARIA AMMENDA DE' SUOI ERRORI IN ((FATTO DI EDUCAZIONE. ))

«Noi non sappiamo se altri a' nostri giorni potesse credere queste non più udite comminatorie, queste perentorie minacce, queste dure contumelie, se non si leggessero stampate in un Giornale divulgatissimo.

«Ma siccome le comminatorie, le minacce, le contumelie,

T. IV.

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nè sarebbe stato mestieri d' alcuno scongiuro a cacciarne l'immondo spirito, quando la si fosse

non sono ragioni, così noi le abbiamo pienamente disprezzate e pienamente perdonate: fedeli al nostro primo programma: A critiche meno civili e poco ragionevoli non ci occuperemo di rispondere. Ci doleva però sommamente che tali villanie si dettassero da chi si professa appartenere agli amici della morale religiosa e civile, ai promotori dei novelli istituti di CARITÀ EDUCATRICE, agli evangelici educatori del popolo, ai redentori dei poveri e dei parvoli. Deh gli scolari educati e redenti non imparino queste lezioni! Noi però saremo sempre persuasi che tali non possono essere nè i sentimenti nè le parole di quanti altri raccolgono benedizioni per sì eccelse filantropie.

« La tempesta dunque della confutazione rumoreggiava sempre lontana; e noi ci stavamo in una quieta e confidente aspettazione, pronti a ricrederci sinceramente quando ci avessero convinti fermi ed urbani argomenti; ma risoluti al tempo medesimo di tacere ad ogn' altra indegna polemica.

«< Or la tempesta s'è finalmente scaricata in una orazione stampata, che può essere alle mani di tutti. E questa publicità ci consola, trattandosi di assicurare viemeglio il vero in un argomento di smisurata importanza. Se in quella orazione sia veramente confutato pur anche UN SOLO dei nostri argomenti, lo giudicheranno i lettori.

<< Ma intanto il nostro proponimento del silenzio fu di violenza superato colla nota della pagina 15 in cui è detto: « Riguardo poi all'infelice riuscita di quelli tra i fanciulli << ne' nostri Asili che passano alle scuole elementari, noi non « possiamo per ora che dare al nostro oppositore una PUBLICA «E SOLENNE MENTITA, perocchè il fatto costante di otto anni "sta contro di lui. >>

« Consentirà dunque l'oratore che valga in risposta a questa publica e solenne mentita quanto a proposito di quelle nostre parole medesime che gli muovono ora tanta bile, scrivea

immediatamente modellata al suo tipo cattolico, dovuto alla benefica Marchesa di Pastoret, la quale

il pio e dotto Ispettore degli Asili di cui si è detto più sopra, il quale, conoscendo pienamente per ufficio anche le scuole elementari, così conchiudeva: «Non vogliamo negare che «taluno di questi scolari si dimostri qualche volta INSUBOR« DINATO E RESTIO. Ma cessata per essi (ecco la ragione) << una educazione di AMORE, sbalzati in un'atmosfera, per « così dire di ARIDA ISTRUZIONE (cioè dove si scemano le « carezze)... vorremo noi pretendere da un fanciullino anche « venuto da un asilo più di quello che la vivacità degli anni « puerili ed una educazione TRONCATA A MEZZo (dunque le « scuole elementari non educano più) POSSONO PERMETTERE ?... «Oh se i precettori avessero il CUORE, usassero i MODI « GENTILI (ecco a quali patti obbediscono e riveriscono i fan« ciulli uscenti degli Asili) E CARITATEVOLI DELLE ISTITUTRICI "DE' NOSTRI ASILI, non so se troverebbero i loro fanciulli così «< irriverenti, arditi, irrequieti cOME DICONO.» (Dunque i maestri il dicono. Noi non abbiamo affermato altro nel nostro articolo).

«Abbiamo trascritti i brani di questa lettera, perocchè essa conchiude colla seguente dichiarazione: Di queste mie parole ne faccia quell'uso che ella crede.

« Oltre poi la predetta concessione di chi tanto conosce gli Asili e le scuole elementari; oltre l'autorità dei citati maestri che, secondo il loro giudizio, trovano talora tali fanciulli, più degli altri, arditi ed irrequieti, consentirà pure l'oratore che valga in risposta alla sua publica e solenne mentita il fatto degli espulsi o persuasi ad allontanarsi da alcune scuole elementari anche in Milano: fatto che da altri ci si afferma indubitato.

« Consentirà finalmente l'oratore che contro la sua mentita valgano anche le querele di qualche madre degli infanti medesimi, a cui sembra che i proprj figli tornino dagli Asili più riottosi che non erano prima.

nel principio di questo secolo se ne fece promotrice e direttrice a Parigi, prima che ne fosse immaginato

«Noi, siccome fu detto nell'articolo, non vogliamo credere per tutte queste cose, che tale riuscita in que' bambini sia universale, sia nemmanco comune, sia forse nemmanco frequente: ma pure siffatte testimonianze accennano almeno ad assai fatti speciali, che niuno forse può negare, e che consentono pienamente alle dottrine del nostro articolo.

«Tutte le maraviglie poi che quell'orazione narra sugli adunati infanti concederà pure graziosamente l'oratore che sieno giudicate da quelle savie e discrete persone, le quali conoscono ponderatamente l'indole universale dei bambini e incontrano ad ogni passo simili e bene spesso maggiori meraviglie anche ne' pargoletti che non videro giammai gli Asili. Anche la visita medica che si fa a ciascun bambino prima di ammetterlo agli Asili vuole essere calcolata assai nella mortalità, che affermasi ivi cotanto poca.

«Che poi fra quelle meraviglie si narri dall'oratore come ai fanciulli licenziati per età dagli Asili si domandasse (presenti i genitori), se fossero disposti ad intervenire all'Oratorio, e si facesse festa perchè essi accolsero la proposta, certamente è cosa consolantissima; ma in altri tempi sarebbesi domandato prima ai genitori, e questi avrebbero poi persuaso ai proprj figliuoli di recarsi all' Oratorio, ed i fanciulli avrebbero obbedito. Ma nelle presenti educazioni i genitori piangono di consolazione (pag. 25), perchè i loro bambini di sei anni, uscendo degli Asili, scelgono quello che ad essi piace di fare, non quello che ad essi è comandato; e gli educatori, ammirando, lo stampano.

« Quasi tutte le prove contro il nostro articolo sono di questa natura: I fanciulli fanno, i fanciulli dicono. Essi per le visitatrici e pei benefattori infermi recitano spontaneż una preghiera che non sospendono se non quando risalutano con festa questi loro superiori (pag. 20). Essi pregano ancora tutti i giorni per una maestra defunta già da alcuni anni, e della

o, a dir meglio, alterato il disegno da' plagiarj e difformatori acattolici. E a questo tipo richiamava fiducialmente l'amore e la sollecitudine de' buoni, in quest'anno medesimo, il zelante Arcivescovo di

quale tradizionalmente essi serbano una cara memoria (ivi). Essi chiedono spontanei di sostituire alla ricreazione la preghiera! (pag. 21). Essi spengono i risentimenti con un bacio. Essi insomma hanno le ispirazioni di tutto il meglio. Essi ?.... spontanei?..... da sè?..... Noi dunque impareremo da questi piccioli maestri, da questi inspirati angioletti. Eppoi si scrive alla pagina 17, che noi abbiamo usato nell'articolo colori di idillio!

«Noi non sappiamo poi perchè non valessero punto a meritarci almeno una benigna tolleranza tutta la nostra ammirazione verso gli istitutori e i promotori degli Asili solennemente attestata in quell'articolo, tutte le nostre benedizioni pregate su di essi, tutte le industrie della discrezione, tutta la riverenza alle altrui opinioni, tutta la diffidenza nelle nostre, tutta insomma l'urbanità de' concetti e delle frasi che si ingegnò di adoperare il nostro povero articolo.

«Ma perchè mo il nostro dubitare, il solo dubitare ci ha da tramutare in farisei, ci ha da muovere contro tante ire, sicchè paja che si tocchi il Credo? Non si ha dunque più da poter dire parola se non di meraviglia e di entusiasmo in questo argomento, e ogn' altra indagine sarà mal pensata detrazione? (pag. 22). S'avranno proprio da chiamar malevoli (pag. 9) tutti coloro che osano ancora meditare rispettosamente, ma pur liberamente nell'argomentc? Furono mai così intolleranti i lodatori degli altri istituti ? È ella questa la scuola con cui si vogliono redimere i poveri al BENE? (pag. 69). Le ire non sono argomenti.

«Noi ci riserbiamo ad isviluppare largamente in un intero articolo i cenni della presente nota, ove ci sforzino le circo

stanze. >>

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