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48. Et videntes admirati sunt. Et dixit Mater eius ad illum: Fili, quid fecisti nobis sic? Ecce pater tuus et ego dolentes quaerebamus

te.

49. Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebatis? Nesciebatis, quia in his, quae Patris mei sunt, oportet me esse?

50. Et ipsi non intellexerunt verbum, quod locutus est ad eos.

48. E vedendolo (i genitori) ne fecer le maraviglie. E la madre sua gli disse: Figlio, perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che tuo padre e io addolorati andavamo di te in cerca.

49. Ed egli disse loro:Perchè mi cercavate voi? Non sapevate, come nelle cose spettanti al Padre mio debbo occuparmi?

50. Ed eglino non compresero quel, che egli avea lor detto.

Vers. 48. Ne fecer le maraviglie. Vedendo il figlio in tale età sedere in mezzo a' dottori, rispondere, interrogare, e parlar della legge con istupore di que' sapienti, nulla avendo mai veduto di simile in lui, non comprendevano la ragione di tal fatto.

Figlio, perchè ci hai tu ec. Questa tenera doglianza della Vergine, perchè Gesù senza saputa sua e di Giuseppe si fosse rimaso in Gerusalemme, non fu fatta certamente, se non quando, separatosi egli da'dottori, con lei e con Giuseppe si unì per andare a Nazaret. È degno di osservazione il silenzio di Giuseppe, ed è anche più degna d' osservazione l'umiltà di Maria, la quale non isdegna chiamar Giuseppe padre di quello, che di lei sola era figliuolo, e a se stessa lo preferisce dicendo: Ecco che tuo padre e io ec.

Vers. 49. Perchè mi cercavate ec. Con queste parole non riprende Cristo l'amorosa e pia sollecitudine di Maria e di Giuseppe nel ricercarlo; ma scusa se stesso dell' essere stato causa del loro affanno, e dice, che, sapendo essi, come egli era venuto al mondo per fare la volontà del celeste suo Padre, avean dovuto pensare, che non per altro motivo poteva avergli allora lasciati, se non per fare quello, che dal Padre gli era ingiunto.

Vers. 50. Non compresero ec. Che non solo Maria, ma anche Giuseppe conoscesse, che Cristo era vero figliuol di Dio, e vero Messia, non vi ha luogo di dubitarne. Quello adunque, che essi non ben compresero, si fu l'ordine e il modo, onde egli adempir dovea il suo ministero : im

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51. Et descendit cum eis, 51. E sen'andò con essi, e ed era

et venit Nazareth, et erat subditus illis. Et Mater eius conservabat omnia verba haec in corde suo.

52. Et Iesus proficiebat sapientia et aetate et gratia apud Deum et homines.

fe' ritorno a Nazaret,
ad essi soggetto. E la Ma-
dre sua di tutte queste cose
faceva conserva in cuor suo.
52. E Gesù avanzava in
sapienza, in età e in grazia
appresso a Dio e appresso
agli uomini.

perocchè così suole Dio non tutti ad un tratto svelare i suoi misterj a' suni servi anche più cari; ma è degna di riflessione l'umiltà e la venerazione somma di Maria e di Giuseppe verso Gesù imperocchè quantunque non penetrassero il senso di sue parole, non osano nondimeno d' interrogarlo : ma si stanno in silenzio rispettando quello, che non intendono.

:

Vers. 51. Era ad essi soggetto. Siccome dimostrò col suo esempio, che la volontà di Dio dee preferirsi alla soddisfazione de' genitori carnali; così dimostra l'amore, che avea per l' obbedienza, tornando con essi a Nazaret, dove impiega tutti gli anni della sua vita fino al cominciamento della sua predicazione nell' obbedire e servire a Maria e a Giuseppe.

Vers. 52. Avanzava in sapienza, ec. Vedi vers. 40. Quello, che qui s' aggiunge appresso a Dio, ec., dee intendersi in tal modo, che le opere, le quali egli andava facendo, erano sempre più grandi, più accettevoli e più grate dinanzi a Dio, e più ammirate e stimate dagli uomini; e dicesi prima appresso a Dio, a cui primariamente dee cercar di piacere il giusto, e dipoi appresso agli uomini, i quali veggendo le buone opere del giusto glorificano Dio autor d'ogni bene, e si affezionano al giusto, e sono spronati ad imitarlo.

CAPO III.

Giovanni è mandato dal Signore ad adempiere la profezia d'Isaia e istruisce le turbe, i pubblicavi e i soldati, a' quali insegua quel, che debbon fare. Dichiara l'eccellenza di Cristo e del battesimo di lui. Sopra Cristo battezzato cala una colomba, e si ode la voce del Padre. Genealogia del medesimo da Giuseppe fino ad Adamo.

1.

Anno autem quintodecimo imperii Tiberii Caesaris, procurante Pontio Pilato Iudaeam, tetrarcha autem Galilaeae Herode, Philippo autem fratre eius tetrarcha Ituraeae et Trachonitidis regionis, et Lysania Abilinae tetrarcha,

1. Ma l'anno quintodecimo dell' impero di Tiberio Cesare, essendo procuratore della Giudea Ponzio Pilato, e tetrarca della Galilea Erode, e Filippo suo fratello tetrarca dell' Iturea e della Traconitide,e Lisania tetrarca dell' Abilene,

ANNOTAZIONI

Vers. 1. L'anno quintodecimo ec. S. Luca avea segnata la nascita diGesù Cristo coll'impero di Erode; ma quando Giovanni cominciò a predicare, morto già Erode, la Giudea era divenuta provincia romana, e aggiunta alla Siria, e dal preside della Siria dipendeva il procuratore, che gover nava la stessa Giudea a nome di Cesare. Questo avvenne dopo che Archelao figliuolo di Erode il grande (il quale col titolo di tetrarca avea regnato nella Giudea), fu dall'imperatore Augusto rilegato a Vieuna pelle Gallie. Nota perciò diligentemente l'Evangelista e gli anni del regno di Tiberio, e i diversi principi, che dominavano ne' paesi smembrati dalla Giudea. Erode e Filippo erano figliuoli di Erode il grande. Lisania era signore di un pic. col tratto di paese, che prendeva il nome da una città, che dicevasi Abila, e per differenziarla dall'altre, Abila di Lisania: e avea avuto tal nome da un altro Lisania ( forse padre o avolo di quello nominato qui da s. Luea ), di cui fa menzione Giuseppe, Hebr. Antiq. XIV. 23.

Tom. XXII.

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2. Sotto i pontefici Anna Caifa, il Signore parlo a Giovanni, figliuolo di Zaccaria, nel deserto:

3. Ed egli andò per tutto il paese intorno al Giordano, predicando il battesimo di penitenza per la remissione dei peccati:

4. Conforme sta scritto nel libro de sermoni d'Isaia profeta: Voce di uno, che grida nel deserto: Preparate la via del Signore: raddirizzate i suoi sentieri :

5. Tutte le valli si riempiranno, e tutti i monti e le col

Vers. 2. Sotto i pontefici Anna, ec. Un solo ed a vita era il sommo pontefice presso gli Ebrei ; e Caifa era allora in quella dignità : ma Anna suocero di Caifa, benchè già deposto dal pontificato riteneva di consenso del genero molta autorità, ed era anch' egli considerato e nominato pontefice. Fino da' tempi di Erode detto il grande frequentissime furono le mutazioni e deposizioni de' sommi pontefici, non essendo più in rispetto le leggi, ma dandosi quella diguità a capriccio del principe, a nou di rado a chi più offeriva; abuso continuato anche ne' tempi susseguenti sino alla rovina di Gerusalemme.

Vers. 5. Tutte le valli si riempiranno, ec. Gli Ebrei si servono del futuro in vece dell' imperativo. Tutte le valli si riempiano, ec. Ed è presa la metafora da quello, che far si suole, quando un gran principe va in qualche città, che si accomodano, e si adornano le strade, e i luoghi bassi si colmano. Ode adunque Isaia la voce del banditore, il quale a tutti gli uomini intima di preparare le strade per la venuta del Signore mandato dal Padre a liberare il suo popolo da durissima servitù e questo banditore era Giovanni Batista. Il senso della profezia è questo, che si tolgano

miliabitur: et erunt prava in directa, et aspera in vias pla

nas.

6. Et videbit omnis caro salutare Dei.

*

7. Dicebat ergo ad turbas, quae exibant, ut baptizarentur ab ipso: Genimina viperarum, quis ostendit vobis fugere a ventura ira?

*Matth. 3. 7. 23. 23.

8. Facite ergo fructus dignos poenitentiae, et ne coeperitis dicere: Patrem habemus Abraham. Dico enim vobis, quia potens est Deus de lapidibus istis suscitare filios Abrahae.

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line si abbasseranno : e i luoghi tortuosi si raddirizzeran no, e i malagevoli si appiane

ranno:

6. E vedranno tutti gli uo mini la salute di Dio.

7. Diceva adunque (Giovanni) alle turbe, che andavano per essere da lui battezzate: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire l'ira, che vi sovrasta?

8. Fate dunque frutti degni di penitenza, e non vi mettete a dire : Abbiamo Abramo per padre. Imperocchè io vi dico, che può Dio da queste pietre suscitar figliuoli ad

Abramo.

9. Imperocchè già anche la scure è alla radice degli albe ri. Ogni albero adunque, che non porta buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco.

10. Ele turbe lo interroga vano, dicendo: Che abbiamo noi dunque a fare?

gl' impedimenti, che possono ritardare l'ingresso al Salvatore ne' cuori degli uomini, la superbia, l' ingiustizia, ec.

Vers. 6. E vedranno tutti gli uomini, ec. Non solamente il Giudeo, ma ogni uomo di qualunque nazione vedrà, conoscerà per la fede la șalute di Dio, vale a dire il Salvatore mandato da Dio

per

tutti.

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