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E tra le tenebre
Di rea procella
Essa è la lucida
Benigna Stella,

Che il porto amabile
Mi fa veder.
Essa non lasciami
Nutrire in petto
Di questo perfido
Mondo l'affetto,
Che pare amabile,
Ma è poi crudel.
Anzi magnanima
Schivando il suolo
Le nubi valica
Con agil volo,
E ansiosa e rapida
Mi porta al Ciel.p

Questa è la Patriar
Allor mi dice,

Ove posandoti i

Sarai felice,

Ove a me vietasi

Restar con te.

D'amor qui lascioti

Per sempre in seno;
Egli è che svelati

L'aspetto appieno.

D'un Dio che donasi,

Per tua mercè.

O Dio, deh tengami

In questa speme
Fin del mio vivere
All' ore estreme

Un moto tenero

Di Tua Pietà.

Che mentre mi agita
Lungi dal porto
Tempesta torbida,
Altro conforto
Quest' alma misera,
Mio Dio, non ha.

CANZONETTA

II.

Tra sterpi orribili
Erra un' agnella;
Un Pastor tenero
A se l'appella,
E dolce sgridala
Del lungo error.
Sterpi foltissimi

Son gli empj affetti,
Che ognor germogliano
Nei nostri petti,
L'agnella è l'Anima,

Gesù il pastor .

L'anima credesi

Contento e pace

Trovar nel perfido

Mondo fallace,

Ma in mezzo al giubbilo

Trova il dolor.

Sol gioia provasi
Senza tormenti,
Quando s'ascoltano
I cari accenti,
Coi quali penetra
Gesù nel cor.
La voce amabile

Del mio Signore
Allor che è languido
Ravviva il core,
E dolce accendevi
Speme ed Amor.
Qual se dall' Indiche
Marine sponde
Sue stille gelide
L'Alba diffonde,
L'erbetta avvivasi,

E ride il fior.

Se parla all'intimo

Senso dell'alma,

Allor rinascere
Sento la calma,
Gli affetti fremere

Non sento allor.

Allor non fingono
Più i mali aspetto,
Allor di fragile
Mondano oggetto
Più non aggirami
Speme o timor.

Oh alfine un impeto

Di quella Voce

La rea disciolgane
Catena atroce,

Che nel mio carcere

Mi tiene ancor.
E l'alma libera

Fuor del suo frale
All' alta affrettisi
Reggia immortale,
E in seno ascondasi
Del suo Fattor.

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