ENDECASILLABI DEL SIG. ABATE LUIGI LANZI PER L'INCORONAZIONE DI CARLO LODOVICO INFANTE DI SPAGNA Jesu parvule, quem sinu in Parentis, Infanti licet ore vagientem, Rectorem tamen arbitrumque regum, Qui te nunc precibus rogat, lacessit En jam CAROLUS ille LUDOVICUS VERSIONE Gesù che picciolo fanciul ti stai l'aere Stretto al materno seno, e per Vagiti flebili spargendo vai. Pure in te venera l'umil mio core Dei più sublimi Regnanti l'arbitro, E de' moltiplici mondi il Signore. Deh tu dimostrati propizio al canto Del tuo poeta, che voti porgeti Tali che fervidi non fur mai tanto. Grand' opra compiesi, degnissim' opra Nella cui fronte raggio visibile Del tuo santissimo favor si scopra. Già CARLO il tenero vago germoglie Della famosa Gente Borbonia Sale sul vedovo paterno soglio. Sale d'Etruria sul regio scanno CARLO il più caro fanciullo amabile Di quanti furono sono o saranno. Huic, Matrique simul (cui virilem Dicatissima gens tibi est, merensqué, Gliscit rumor adhuc, viaeque passim Ad esso e all'inclita sua Genitrice, Quanti son giovani, e vegli, e spose, Che mai non cadano sue preci a vuoto. Ma or più si merita che tu l'ascolte, Mentre con alto, ma supplichevole Tuono ridiceti per cento volte : Col Re suo tenero la Genitrice Le vie, le piazze, gli angoli, i bivii, Profondo, e cercane la causa ascosa. Col guardo volgesi, e ansioso tende, L'orecchio, e appena far plauso il popolo Di CARLO al regio possesso intende, Che il seno empiendosi di quelle liete Voci augurose, dai torti vortici, E da' suoi concavi sassi ripete : |