» Non vi dee forse bastare, signori letterati, "il privilegio o monopolio che godete nella vo»stra patria? (1) » Non sarebbe soverchia ad un tempo ed » assurda la pretensione d'un autore, il quale » non volesse che i suoi scritti, fatti una volta di pubblica ragione, non si stampassero in verun luogo senza l'assenso suo; talchè, per esempio, (1) In mezzo agli Stati infinitamente piccoli d'Italia, questa proposizione è veramente ridicola, e non merita seria confutazione. Basterà il dire che se si dimandasse agli stampatori italiani (i quali non sono aggravati dalla spesa della produzione letteraria come gli autori) se sarebbero contenti vedendo tosto riprodotte ne' vicini Stati italiani le edizioni da esse intraprese, ciascun risponderebbe di no. Ora quod tibi non vis fieri, alteri ne feceris. L'interesse pubblico che consuona ai principii della morale, parla ancora più forte. La legge guarentisce agli Inglesi nella sola Europa lo smercio esclusivo sopra 22 milioni d'abitanti, ai Francesi sopra 30 milioni. In Italia il privilegio si ristringe tra i due seguenti estremi; la repubblica di S. Marino che ha abitanti 7000, e il regno delle Due Sicilie che ne possiede 6,830,000. Questo meschino mercato è una delle ragioni per cui l'Italia è costretta a tradurre le opere straniere e ristampare sotto mille forme o i classici latini o i suoi poeti de' scorsi secoli, mentre in Inghilterra e in Francia si ristampano opere nazionali ed i prodotti della generazione presente. In Francia ed Inghilterra il prodotto della stampa superando le spese della produzione letteraria, possono i letterati impinguare le loro biblioteche e condurre una vita indipendente e tranquilla al loro tavolino, mentre in Italia sono costretti a perdere il loro tempo nello scendere e salir per l' altrui scale, onde procurarsi un impiego e stimolare i governi a crearne de' nuovi. In somma gli stampatori-ladri impediscono la produzione nelle scienze, come le nebbie, le brine, le tempeste la impediscono nell'agricoltura. » tolta una tal condizione, fosse vietato il ristampare le opere d'un Francese in Alemagna, d'una Spagnuolo in Italia, ecc.?» (Un foglio intitolato; Un amico del tipografo Leonardo Ciardetti al signor P. Z. di Milano) (1). (1) Considerando 1.o Che le opere scientifiche sono benefizi fatti al genere umano; 2.° Che i benefizi impongono l'obbligo della riconoscenza ; 3. Che uno de' modi di dimostrare la riconoscenza si è di rispettare i desiderii de' benefattori, se pubblicamente utili; 4.° Che è pubblicamente utile il desiderio che resti inviolata la proprietà letteraria, giacchè la sicurezza di cogliere il frutto de' propri sudori è lo stimolo più attivo in qualunque maniera di produzione; 5.o Considerando che cresce la probabilità di vedere moltiplicati gli accennati benefizi, crescendo l'estensione de' paesi in cui sarebbe inviolabile la proprietà suddetta; 6.° Considerando che ogni autore desidera ad ogni ristampa di migliorare la sua opera facendovi aggiunte o togliendone errori; e che questo è un desiderio parimente utile al pubblico; 7. Considerando che questo desiderio resta ineseguito in ragione de' paesi in cui sono permesse le ristampe senza l'assenso degli autori; 8. Che ogni desiderio ineseguito è un dolore che la pubblica riconoscenza non dovrebbe cagionare; Fermandosi, dissi, sopra questi riflessi, si scorge ad evidenza che sarebbe eminentemente utile e conforme all'attuale incivilimento una legge europea la quale dicesse: Non sono permesse le ristampe senza l'assenso degli autori qualunque essi sieno. Un principe che pel primo proclamasse questa legge, 1.o Ecciterebbe un grido generale d'applauso in Europa, al quale entro 20 giorni farebbe eco l'America, ed otterrebbe questo applauso senza spendere un centesimo, senza derogare alle leggi censorie; 2.o Accrescerebbe il lavoro alle sue tipografie per la stessa ragione per cui i porti franchi accrescono la concorrenza nelle Riassunto. Gli stampatori-ladri 1. Guastano le altrui opere, talora castrandole od accorciandole in modi strani, talora stampandole malconcie dalle censure locali senza avvertirne gli autori; 2. Diffondono gli errori che gli autori, avvisati, avrebbero facilmente cancellati; città che li posseggono; giacchè gli esteri che non volessero, o non potessero stampare nel loro paese, ricorrerebbero a quel porto franco. 3.o Non conviene dimenticare che accrescendo il rispetto per una specie di proprietà, si accresce il rispetto verso la proprietà in genere, e questo una base dell' edifizio sociale. Dal secolo X sino alla fine del XVIII in tutti gli Stati europei fu in vigore il diritto d' albinaggio, in forza del quale ogni principe, alla morte d'uno straniero nel suo Stato, si impadroniva della sua eredità. Contro questo barbaro diritto riclamarono invano per nove secoli i primi principii della morale; ciò che non ottenne la morale, l'ottenne il commercio. Nel 1752 i re di Francia e di Svezia furono i primi ad esentare reciprocamente i loro sudditi dal diritto d' albinaggio; da quell' epoca in poi conobbero gli altri Sovrani che rispettando la proprietà degli esteri ne accrescerebbero la concorrenza ne' loro Stati; e il diritto d'albinaggio scomparve poco a poco da tutti i codici europei. La violazione della proprietà letteraria negli Stati esteri, la libertà lasciata ai tipografi di ristampare le altrui opere senza l'assenso degli autori, è un diritto d' albinaggio più fatale dell' antecedente, giacchè il 1.° s'opponeva allo sviluppo d' una ricchezza locale, mentre il 2.° s' oppone allo sviluppo della ricchezza universale, tale essendo la ricchezza scientifica la quale è utile a tutto l'universo; il 1.° si esercitava solamente alla morte dello straniero, il 2.° si esercita mentre il letterato straniero è tuttora in vita. 3.o Tolgono agli stessi l'occasione di fare giunte e migliorarne il metodo; 4. Impediscono la produzione scientifica, vendendo ad un prezzo che non compensa la triplice spesa che incumbe agli autori, e di cui i tipografi sono sciolti. Col diritto d' albinaggio i governi rubavano per l'addietro la proprietà dello straniero morto; col diritto d'illegittima ristampa i tipografi derubano gli stranieri tuttora vivi. FINE DEL SECONDO ED ULTIMO VOLUME DEI DUE GALATEI. § 1. Influenza delle conversazioni sulla felicità sociale » 5. Influenza delle conversazioni sulle arti. CAPO III. Scelta delle conversazioni » IV. Soggetto delle conversazioni CAPO V. Continuazione dello stesso soggetto, giuochi di |