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A Sua Eccellenza

IL SIG. COMMENDATORE

MICHELE COPPINO

MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

Rendendo di pubblica ragione uno scritto storico-critico relativo a quella istituzione che tenne per più secoli divisa l'Italia e fè guerra all'umano progresso; e che perciò in forza del voto dell'intera nazione e di uno splendidissimo plebiscito venne a cadere; credetti mio debito di consacrarlo al nome chiarissimo dell'E. V. E ciò feci principalmente per due motivi. In prima perchè lo scopo di questo libro essendo quello di mostrare al nudo innanzi gli occhi del Pubblico, con incontrastabili documenti, quali si furono le norme con cui si fondò e sviluppò il dominio temporale dei papi, gli effetti che ne derivarono, e la necessità morale e politica della sua caduta; reputai, pubblicandolo, di far cosa gradita alla stessa E. V. a cui è tanto a cuore la pubblica coltura, e la quale, unitamente ai grandi di nostra nazione, cooperò assai allo sviluppo di quei principi che resero la sovranità pontificia un fatto storico e nulla più. - Secondariamente, avendo io l'onore di diriggere un R. Istituto Scolastico di questa Capitale, nell'offerire questo scritto

all' E. V. ho creduto di fare un atto di omaggio verso Colui che ora meritamente presiede all'Istruzione generale del Regno; e verso il quale sono rivolti gli sguardi di tutti coloro che hanno a cuore un saggio riordinamento e perfezionamento de'pubblici studi.

Nella fiducia intanto che aggradirà l'espressione sincera de' miei sentimenti, ho l'onore di essere

dell' E. V.

Roma. Gennaio 1877.

Devotissimo

Rocco BOMBELLI

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Il papato politico è spento per non risorger più mai: ma la lunga vita che ebbe, segna nella storia dell'umanità una pagina molto importante, sebbene molto dolorosa per noi; una pagina, che per giustificazione dei fatti compiuti, debbe essere conosciuta appieno non solo dalle genti italiane, ma pur anco dai popoli di ogni paese.

La storia del papato politico, finora non fu studiata separatamente da quella del papato religioso; o venne confusa con quella generale d'Italia: non se ne analizzarono le parti più intime con uno spirito imparziale e di sana critica; ma al più venne in qualche punto trattata male ed a brani da uomini di partito.

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