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Premesse queste notizie, vedrà bene il lettore quale sia la cagione per cui notisi qualche differenza di forma e di stile fra alcuni capitoli; ed in specie fra i primi e gli ultimi. Perfezionandosi l'umano criterio per mezzo degli anni e dello studio, deve necessariamente esistere una diversità nell'andamento di uno scritto elaborato negli anni più giovanili, e di un altro fatto negli anni più maturi. E se in qualche punto alcuni modi di dire sembrassero a taluno poco miti, ed alcune frasi alquanto superflue, lascio considerare che un lavoro incominciato e sviluppato, come innanzi diceva, in mezzo ad una continua agitazione politica e nel cordoglio della patria sciagura, deve in certa guisa necessariamente mostrare le traccie del tempo in cui fu scritto, e rivelare l'animo esacerbato dell'autore.

Or finalmente che quel potere, il quale minacciava di continuo l'indipendenza della nostra nazione e lo sviluppo dell'umano progresso è caduto a terra corroso dagli anni e dai propri errori, ed abbattuto dalla forza inesorabile della legge di vita che regola le umane vicende; gl'Italiani tutti cultori degli studî nazionali, e massime i miei concittadini, i quali più che altri mai patirono il peso della dispotica istituzione di cui parliamo, volgeranno benevoli uno sguardo a queste mie povere fatiche, fatte nel solo

scopo di pubblica popolare istruzione; a fine cioè di mostrare ai meno eruditi quali si furono i mezzi con cui i papi ottennero e svolsero la loro autorità civile, e quali gli effetti che da essa derivarono all'Italia ed alla società umana; e di esporre a coloro che appartengono ad un'antica fede, e che per la caduta del papa-re veggono turbata la loro coscienza religiosa, quali si furono i giudizî dei Padri della Chiesa cristiana e degli uomini dotti di Europa relativamente al dominio temporale dei papi.

E giacchè, mentre sto scrivendo queste pagine, un popolo forte e generoso, prendendo quasi ad esempio quanto noi un giorno facemmo per svincolarci dall'azione dei papi-re, fa ora ogni sforzo per sottrarsi dal despotismo di un altro genere di papato, quale si è la teocrazia turca; qui dalle rive del Tebro, manderò ben di cuore a quel popolo un saluto pieno di fraterno affetto; e ad esso colla gioia sul labbro, e la speranza nel cuore, dirò: Abbi tu pure, come noi Italiani un giorno l'avemmo, la fede nel progresso continuo dell'umanità che da se stessa si rivela e cammina; e le tue care speranze saranno un fatto compiuto. Ancor noi un giorno manchi e divisi ci sentivamo oppressi dal duplice giogo di tirannide sacerdotale e straniera; ancor noi ci vedevamo dominati da una casta ignorante e superba

che ci teneva umili e schiavi, esuli e proscritti sull'istesso patrio suolo; ancor noi avevamo nemica una parte dei governanti di Europa; ma avemmo fede nei nostri principii, e nei veri destini delle nazioni; ed i papi-re sparirono dalla carta politica di Europa; e le varie popolazioni italiane si videro alfine strette in un solo vincolo di fratellanza e di amore, e riunite tutte sotto una sola bandiera. Caduto in Italia il papato politico, cadrà ben presto quello religioso; e l'ineluctabile fatum, che provvidenzialmente regola le sorti umane, malgrado pure le mene dei governi e dei potentati, riunirà in un sol patto fraterno anche le genti slave, e l'emanciperà da una tirannide secolare, là quale, a guisa del papato cattolico, perderà un giorno prima ogni forza politica, e più tardi ogni importanza religiosa.

Roma Settembre 1876.

R. B.

CAPITOLO I.

STATO PASSIVO DEI PAPI NEI PRIMI TEMPI DEL CRISTIANESIMO.

BENEFICENZE DI COSTANTINO.

"L'imperadore Constantino prodiga al seggio di Roma
"più doni che dire non saprei: gli dona la spada,
"la croce, la corona. A questa vista un angelo grida
"ad alta voce: sciagura, sciagura, tre volte scia-
"gura!... La Chiesa era risplendente di bellezza,
"ed ora il veleno serpeggia entro le sue vene.
(Gualtiero di Volgelwoide).

Penetrato il cristianesimo dall' oriente nelle occidentali contrade, incontrò quelle opposizioni che ogni nuova credenza ritrova ove sono in vigore diversi principi. Fu obbligato perciò a nascondere la sua faccia con cauto velame ed a propagare le sue dottrine con quel riserbo che poteva venire ispirato non solo dal disprezzo del Pubblico, ma anche dall'ira dei potentati. Poichè gl' imperadori pagani intenti a mantener salda la religione nazionale ed a scacciare ogni nuova superstizione, ponevano in mezzo ogni opra per estirparlo dal proprio seno. E sebbene sia incontrastabile che le genti cristiane pel troppo zelo e per non attenersi alle regole della prudenza provocassero talvolta l'ira dei magistrati; è pur vero però che le più lievi colpe e le più vaghe accuse servirono talora di pretesto a costoro per sfogare il proprio furore contro di esse. Le catacombe

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