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il contado di Lucca, e guastò Buggiano e Pescia con intendimento d' andare infino a Lucca; e dovevavisi fermare l'oste, e crescervi gente a cavallo e a piede per li Fiorentini; e la lega di Lombardia ferma a Parma doveano mandare alla detta oste di Lucca in aiuto de' Fiorentini cinquecento cavalieri. Ma le genti ordinano le cose, e Iddio le dispone che per la detta novità de' Tedeschi fatta in Lombardia ogni ordine dell' assedio di Parma e di Lucca tornò in vano, e la nostra gente d'arme col capitano si tornò in Pistoia.

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CAP. IX.

Di certe sante reliquie che vennero in
Firenze.

Nel detto anno, a dì 13 d'Aprile, furo mandate in Firenze delle reliquie di santo Jacopo e di santo Alesso, e alquanto del drappo che vesti Cristo, per procaccio d' uno monaco Fiorentino di Vallombrosa di santa vita, il quale le procacciò in Roma da'suoi signori. E venute in Firenze furo. no ricevute a grande processione di cherici, e furonvi i priori e l'altre signorie e molta buona gente di Firenze, e con grande divozione furono messe nell' altare di santo Giovanni.

CAP. X.

Di novità che furono nella città d'Orbivieto.

Nel detto anno, all' uscita d' Aprile, battaglia cittadina si cominciò in Orbivieto, e fu morto

Nepoleuccio de' Monaldeschi che n' era signore, per Manno di messer Currado suo consorto; e corsa la terra, ne cacciaro fuori tutta la setta e seguaci del detto Napoleuccio, onde la detta città fu guasta e partita, e 'l detto Manno se ne fece signore.

CAP. XI.

Di certo fuoco che s'apprese in Firenze.

A dì 10 di Giugno del detto anno, la mattina alla campana del giorno, s' apprese fuoco nel popolo di san Simone alla fine del Parlagio antico verso santa Croce, e arsonvi due case e tre femmine.

CAP. XII.

Quando si cominciò a fondare il campanile di santa Reparata, e 'l ponte alla Carraia,

Nel detto, anno a dì 18 di Luglio, si cominciò a fondare il campanile nuovo di santa Reparata, di costa alla faccia della chiesa in sulla piazza di santo Giovanni. E a ciò fare e benedicere la prima pietra fu il vescovo di Firenze con tutto il chericato e co' signori priori e l'altre signorie con molto popolo a grande processione ; e fecesi il fondamento infino all' acqua tutto sodo; e soprastante, e provveditore della detta opera di santa Reparata fu fatto per lo comune maestro Giotto nostro cittadino, il più sovrano maestro stato in dipintura che si trovasse al suo tempo, e quegli

che più trasse ogni figura e atti al naturale; e fugli dato salario dal comune per remunerazione della sua virtù e bontà. Il quale maestro Giotto tornato da Milano, che 'l nostro comune ve l'avea mandato al servigio del signore di Milano, passò di questa vita a dì 8 di Gennaio 1336, e fu seppellito per lo comune a santa Reparata con grande onore. E in questo tempo e istante si cominciò a fondare il nuovo ponte alla Carraia, il qual era caduto per lo diluvio, e fu compiuto di fare in calen di Gennaio 1336, e costò più di venticinquemila fiorini d'oro, e ristrinsesi due pile al vecchio; e fecionsi di nuovo le mura sopra la riva d' Arno dall' un lato e dall'altro, per addirizzare il corso del fiume, e per più bellezza e fortezza della città.

CAP. XIII.

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Come messer Mastino ebbe il castello di Colornio in Parmigiana.

Nel detto anno, del mese d'Agosto, messer Mastino della Scala colla lega di Lombardia venne ad assedio del castello di Colornio in sul contado di Parma, e 'l comune di Firenze vi mandò trecentocinquanta cavalieri,molto bella e buona gente, onde fu capitano Ugo degli Scali; sicchè messer Mastino vi si trovò con tremila cavalieri, e bisognavagli bene, ch' e' Parmigiani colla cavalleria che avea loro lasciata il re Giovanni, coll'aiuto di Lucca e di Reggio e di Modana, si trovarono più di duemila buoni cavalieri, i quali T. VI.

per più volte feciono punga per romper l'oste e per combattere con messer Mastino; ma l'oste era si forte di fossi e di steccati, che non ebbono podere, nè messer Mastino non si volle mettere a battaglia campale. Per la qual cosa i Parmigiani non poterono fornire Colornio, e quello abbandonato, s'arrendeo a messer Mastino a dì 24 di Settembre del detto anno. La quale vittoria fu cagione a messer Mastino d'avere poco appresso la città di Parma, come innanzi faremo menzione.

CAP. XIV.

Come i Fiorentini riebbono il castello d' Uzzano in Valdinievole.

Nel detto, anno a di 12 di Settembre, per trattato di messer Beltramone dal Balzo capitano di guerra de'Fiorentini, e per tradimento e costo di fiorini duemila d'oro, il castello d'Uzzano di sopra a Pescia in Valdinievole s'arrendeo al comune di Firenze; e ciò fatto, il detto messer Beltramone dal Balzo capitano di guerra de' Fiorentini cavalcò con cinquecento cavalieri e popolo assai per due volte infino alle porti di Lucca, ardendo e guastando e levando grán preda con grave danno de' Lucchesi. Ma ciò potea fare sicuramente per l'oste della lega ch' era a Colornio in Lombardia, e la cavalleria di Lucca era a Parma, sicchè la città di Lucca era sfornita di genti d'arme.

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CAP. XV.

Come il re Giovanni simulatamente donò
la città di Lucca al re di Francia.

Nel detto anno, a dì 13 d' Ottobre, essendo il re Giovanni a Parigi simulatamente e per favore de' Lucchesi e a loro richesta donò al re Filippo di Francia tutte le ragioni ch' egli avea in Lucca e nel contado; e il detto re di Francia significò a tutti i mercatanti di Firenze ch' erano in Parigi, come a lui appartenea la signoria di Lucca, e ch' eglino scrivessono al nostro comune, che alla città di Lucca nè al contado non si facesse guerra; ma però non si lasciò. E lo re Ruberto per sue lettere e ambasciadori della detta impresa di Lucca molto si dolse al re di Francia suo nipote, e pregandolo ch' egli lasciasse la detta impresa di Lucca, perocchè la signoria non era sua di ragione, ed eragli stata tolta per tradimento, e rubellata per Uguccione da Faggiuola e poi per Castruccio Interminelli, per la qual cosa il re di Francia non vi mandò sua gente nè ne prese possessione.

CAP. XVI.

Come i Fiorentini per guardia della terra fecero sette bargellini in Firenze.

Nel detto anno, per calen di Novembre, coloro che reggeano la città di Firenze crearono uno nuovo uficio in Firenze; ciò furono sette capi

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