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schrita da meij jerrij Vergitt da Raschlinnas: entten il on anni 1703.

DEI COLONI TEDESCHI

NEI XIII COMUNI VERONESI.

SAGGIO DI

FRANCESCO e CARLO CIPOLLA.

CAPO PRIMO.

APPUNTI LINGUISTICI,

I. ESORDIO.

La popolazione tedesca, distribuita in varj gruppi nelle provincie di Trento, Verona e Vicenza, destò, specialmente a partire dallo scorso secolo, la curiosità dei filologi e degli eruditi. Quelle genti, circondate da ogni parte da Italiani e disgiunte dal ceppo germanico, nascondevano un problema storico e linguistico, che gli studj rinnovati sentivano il bisogno di affrontare. In queste ricerche, il gruppo dei Tedeschi vicentini fu il più fortunato, per copia e per importanza di scritti, usciti dalla penna così di dotti terrazzani, come di studiosi stranieri.

I VII Comuni vicentini si gloriano di molti letterati, che si occuparono della loro lingua, e in essa scrissero in prosa ed in verso. Nei XIII Comuni veronesi, la cosa andò pur troppo diversamente. Essi non possono gloriarsi, nè di un Agostino Dal Pozzo, nè di un Angelo Rigoni Stern, nè di un Bonomo, nè di tanti altri, che, anche tacendo dei viventi, dimostrano in quanta stima i così detti Cimbri vicentini abbiano sempre tenuto le ricerche intorno la propria lingua ed origine.

In ricambio, i Veronesi vantano in Scipione Maffei l'uomo che fu il primo a indirizzare questi studj per una via strettamente scientifica. Anche prima di lui era stato detto e ridetto che quella lingua era un dialetto tedesco. Come è noto, il soncinese Francesco Corna, scriveva nel XV secolo: Sempre tra loro todescando vano,

La lingua al germanico pende

Ma con buoni tedeschi non s'intende.

1 Qui stieno intanto i loro nomi: Erbezzo, Chiesa Nuova (Bosco Frizolane), Val di Porro, Cerro, Roverè di Velo, Porcara, Saline, Velo, Azarino, Campo Silvano, Badia Calavena, Selva di Progno, S, Bartolomeo Tedesco. Di più nel Capo II.

G. VENTURI, Compendio della storia di Verona, I ̧7.

Archivio glottol. ital., VIII.

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