La Divina commedia di Dante Alighieri, Tom 1

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G. Comino, 1727
 

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Strona 261 - S' io ti fiammeggio nel caldo d' amore Di là dal modo che in terra si vede, Sì che degli occhi tuoi vinco il valore, Non ti maravigliar; che ciò procede Da perfetto veder, che come apprende, Così nel bene appreso move il piede. Io veggio ben sì come già risplende Nello intelletto tuo l' eterna luce, Che, vista sola, sempre amore accende ; E s' altra cosa vostro amor seduce, Non è se non di quella alcun vestigio Mal conosciuto, che quivi traluce.
Strona xli - Voi, cittadini, mi chiamaste Ciacco; Per la dannosa colpa della gola, Come tu vedi, alla pioggia mi fiacco. 19 Ed io anima trista non son sola, Che tutte queste a simil pena stanno Per simil colpa : e più non fe
Strona 8 - Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, nè piegò sua costa. E se, continuando al primo detto, S' egli han quell' arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della donna che qui regge, Che tu saprai quanto quell
Strona 304 - Ma sì come carbon che fiamma rende , E per vivo candor quella soverchia, Sì che la sua parvenza si difende; Così questo fulgor che già ne cerchia , Fia vinto in apparenza dalla carne Che tutto dì la terra ricoperchia: Nè potrà tanta luce affaticarne, Che gli organi del corpo saran forti A tutto ciò che potrà dilettarne.
Strona 310 - Fiorenza dentro dalla cerchia antica, Ond' ella toglie ancora e Terza e Nona, Si stava in pace sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura, Che fosse a veder più, che la persona. Non faceva nascendo ancor paura La figlia al padre, che '1 tempo e la dote Non fuggiau quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vote: Non v...
Strona 20 - Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d' onor sì degno. E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi: Da ch...
Strona 114 - In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal Regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento.
Strona 235 - In cerchio le facevan di sé claustro le sette ninfe, con quei lumi in mano che son sicuri d'Aquilone e d'Austro. "Qui sarai tu poco tempo silvano; e sarai meco sanza fine cive di quella Roma onde Cristo è romano. Però, in prò del mondo che mal vive, al carro tieni or li occhi, e quel che vedi, ritornato di là, fa che tu scrive.
Strona 74 - Ch' i' ebbi a divenir del mondo esperto, E degli vizii umani e del valore ; Ma misi me per 1' alto mare aperto Sol con un legno e con quella compagna Picciola, dalla qual non fui deserto. L...

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