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amenés à la strette, qui resserre, en plus grand, la trame du morceau. Enfin cette strette, à son tour, reparaissait au discours littéraire, sous d'autres noms, mais avec un rôle identique, et le même effet résultant.

Notre essai de parallélisme est-il donc achevé? Non pas encore. Car, après les règles générales, obligatoires, ou « de métier », il y a les préceptes de goût, disant les cas particuliers, les manières, n'obligeant pas, mais se recommandant, convenances plutôt que nécessités. Après la Grammaire, il y a la Rhétorique.

Nous allons tenter un travail qui ne fut jamais, à notre connaissance, entrepris: le décalque, sur la musique, de ces dessins d'idées, qu'on appelle, avec dédain parfois, les « figures, ou fleurs de Rhétorique ». Mais qui sait si ces fleurs d'herbier », si sèches et passées de ton, ne reprendront pas, trempées dans l'onde musicale, un éclat de vie, de jeunesse?

MAURICE GRIVEAU.

Rivista musicale italiana, I.

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Avremmo potuto scrivere, senza più, nelle Notizie: Il 22 settembre

fu inaugurato a Milano per opera di Edoardo Sonzogno il Teatro lirico internazionale. Ma il nuovo Teatro si annunciava << scuola dell'arte aperta al genio di tutti i popoli », e tempio dell'arte anche lo salutava un de' più colti poeti nostri: come contentarci ad un semplice cenno? Ecco perchè non vorrà parere singolarità ingiustificata se oggi per la prima volta nella Rivista la cronaca invade l'Arte contemporanea.

Singolar tipo di erudito, Paolo Canobio! Moriva nella sua casetta su la silenziosa piazza di Sant'Ambrogio in Milano il 1557; e nel testamento, che aveva la data di quattro anni innanzi, lasciava erede di tutti i suoi beni l'Ospedal Maggiore, coll'obbligo di aprire due scuole, in cui la logica e la morale d'Aristotele fossero dichiarate da maestri laici « di probità specchiata, da che i libri » - ammoniva << si debbono leggere non per sapere ciò che dicono nè per << disputarne, ma per operare quello che insegnano ». E così, nove mesi a pena dopo la morte del testatore, sorsero su l'area occupata

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già dall'Ospizio di donna Bona le scuole canobiane; e là dove oggi le pitture di Annibale Brugnoli narrano, tra il luccicar degli ori profusi e i ricami de' fregi eleganti, la greca favola di Euridice e svolgono le dilettose allegorie della mitologia pagana, trassero affollati gli studiosi ad intendere da severi maestri il commento del più severo e del più grande tra i filosofi antichi. E i maestri laici si successero per quasi due secoli; finchè, cresciuta la rinomanza e il concorso, la grande aula edificata da Galeazzo Alessio parve troppo angusta al bisogno. Chi avrebbe detto al Canobio che un giorno nelle scuole da lui dedicate allo studio dello Stagirita irromperebbe tumultuoso il carnevale del melodramma settecentistico, recando il trionfo della forma d'arte che nella bizzarria audace dei mutamenti di passioni e di scene e di caratteri fece più violenta offesa ai principî delle affermate unità aristoteliche?

Pure, fu così a punto; il melodramma vendicò allegramente la retorica d'Aristotele dalle interpretazioni pedantesche.

Il 1779, unite le scuole canobiane a quelle di Brera, l'architetto Piermarini edificava su le lor ruine un Teatro; e il teatro - vedete stranezze di contrasti! si inaugurò con un'opera giocosa, << La Fiera di Venezia » del maestro Salieri. Dell'apertura come allora la chiamavano nella vile prosa del settecento del nuovo Teatro Canobiano ci rimane documento autentico questo:

Seguendo nel giorno 21 del corrente l'apertura del Teatro alla << Canobiana, e volendo il Governo procurare in tale occasione un << maggiore divertimento al pubblico, permettendogli l'uso della ma<< schera nel detto Teatro, si fa noto col presente avviso che dalla << sera del giorno 21 corrente inclusivamente fino a che dureranno le << rappresentazioni autunnali nel mentovato Teatro sarà permesso a

chiunque l'uso della maschera in esso Teatro e nell'occasione del<< l'accesso e ritorno dal medesimo, con che però si osservino le ri<< spettive cautele, in torno a ciò disposte dagli editti altre volte <<< emanati in simile materia sotto le pene in essi comminate nel caso di contravvenzione.

Milano, 16 agosto 1779.

V. PECCI.

BOVARA ».

Nel Teatro alla Canobiana, l'opera giocosa si avvicendò col melodramma eroico, e questo dette luogo al dramma intimo e alla commedia; le rappresentazioni più diverse si alternarono ai balli e ai comizi e alle adunanze e alle feste; ma il periodo del maggior splendore fu breve, successe presto via via più oscura la decadenza.

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Dopo la prima metà di questo secolo se ne tentò assai volte la vendita, ma inutilmente. Solo al Sonzogno, più fortunato, riusciva l'anno scorso, mediante l'accordo con tutti i proprietari dei palchi, di trattarne l'acquisto: ottenutolo, egli commetteva all'ing. Achille Sfondrini di rifabbricare l'edificio temperando le inspirazioni dell'arte alle necessità della pratica e agli insegnamenti della scienza, così che all'altezza del concetto informatore rispondesse la bellezza classicamente severa e pur moderna dell'architettura.

La facciata del Teatro Lirico, su via Larga, è in stile del Rinascimento italiano, e ricorda nella semplicità elegante della linea le architetture del Sanmicheli, quella segnatamente del palazzo Guastaverza di Verona.

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Alla platea si accede, per mezzo di un atrio, dal vestibolo, assai ampio; cariatidi di satiri sostengono la volta stendendo le braccia ad offrir rami d'alloro dalle foglie di bronzo dorato e dai fiori d'argento, tra cui si aprono luminose le lampade elettriche; tra le cariatidi ricorre tutto all'ingiro una galleria dai balconi di ferro fuso ricchi d'ornati, che al lor centro chiudono un trofeo musicale. Nella sala si aprono a torno due ordini di palchi; l'uno sostenuto da genietti alati che sporgendo tra gli archi tengono fra le mani un cornetto e ne versano, non più fiori come nelle antiche allegorie, ma fasci di luce; l'altro appoggiato a sirene: adorna il parapetto un fregio a fogliame riuscente in grappoli e fiori nello stile del cinquecento, donde si rilevano leggiadre figure di putti tra medaglioni e conchiglie.

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