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fate penitenzia. E di quella grande Città Ninive si legge, che feciono penitenzia alla predicazione di Jona Profeta. De'Santi del nuovo Testamento, i quali ricevettono e la dottrina di Cristo, e l'esemplo della vita sua, è manifesto, come ammaestrarono colle parole e coll'opere del fare penitenzia. Onde Santo Piero dicea nella Pistola sua: -- Nolens aliquos perire, sed ad poenitentiam reverti: -- Iddio non vuole, che altri perisca, ma che torni a penitenza. E negli Atti degli Apostoli si scrive: Testificans Judaeis, atque Gentibus in Deum poenitentiam, et fidem: Protestava a Judei, e a Pagani la penitenzia in Dio, e la fede. E in se per opera la dimostrò: del quale si legge, che avendo negato Cristo, e udendo cantare il gallo, come Jesù Cristo gli avea predicato e predetto, uscì fuori della corte del Pontefice: dove domandato dall'ancilla e da' ministri, s'egli era 31 de'discepoli di Gesù: et egli negandolo, e che non

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sapeva chi egli si fosse; pianse amaramente il ресcato. E dicesi, che sempre portava uno sudario in seno per asciugare le lagrime, che gittava, qualunque ora udiva cantare il gallo; ricordandosi, che avea negato Cristo, siccome è scritto di sopra ad un altro intendimento. Il cibo suo, secondochè dice nel libro di Santo Clemente, I pane solo con ulive, e alcuna volta con erbe: il vestimento suo una sola 2

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gonnella col mantello, e più non ne volea, contento del poco. E Santo Paolo dicea: -- Quae enim secundum Deum tristitia est, poenitentiam in salutem stabilem operatur:--Quella tristitia, ch'è secondo Iddio, adopera penitenza stabile in salute. E in altro luogo: facientes fundamentum poenitentiae: Gittate un fondamento di penitenzia, se volete fare uno edificio d'etterna salute. Non solamente con parole ammaestrava la gente l'Apostolo, ma maggiormente coll' opere; onde diceva: onde diceva: -- Castigo corpus meum, et in servitutem redigo: -- Io gastigo il corpo mio, e riducolo in servitù dello spirito. E in altro luogo parlando della sua penitenza, dicea, che sostenea fame e sete, freddo e nuditade. Così dissono, e feciono gli altri Santi, che seguitarono gli Apostoli, come fu Santo Martino, Santo Niccolao, Santo Germano, Santo Agostino, Santo Ambrogio, Santo Jeronimo, Santo Domenico, Santo Francesco, Santo Benedetto, Santo Antonio, Santo Bernardo, e tutti gli altri Santi, udendo e osservando quella parola, che 32 dice Santo Luca, anzi Gesù Cristo nel Vangelio: Si poenitentiam non egeritis, omnes simul peribitis: Se voi non farete penitenzia; tutti insieme perirete. Acciò dunque, fratelli miei dolcissimi, che non periamo con coloro, de' quali dice Santo Joanni nell' 2 Apocalissi: -- Non egerunt poenitentiam: -

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1 Santo Gregorio. E. M. Si ■ Apocalisse. E. M.

Non feciono penitenza; ma siamo salvi, e abbiamo vita eterna. Tegnamo il consiglio di quella Santa Donna Judit, la quale disse: Poeniteamus, et indulgentiam cum lachrymis postulemus: Pentianci, e con lagrime domandiamo perdonanza a Dio.

DISTINZIONE TERZA

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Dove si dimostra quali sono quelle cose, che ci danno impedimento, e ritraggonci dalla penitenza.

La terza cosa, che dobbiamo dire della peniten

che

za, secondo l'ordine preso, è, Quali sono quelle cose che ci danno impedimento, o ritraggonci dal fare penitenza. Che, imperocchè 'l diavolo vede, per la penitenzia l'uomo, quantunque sia grande peccatore, esce delle sue mani, e salvasi ; 2 egli s'ingegna di dare impedimento, e di ritrarre l' uomo, che non faccia penitenza, sì che l'abbia in sua balìa, vivendo e alla morte lo meni a dannazione. E però è utile e necessario 3 a manifestare gl'impedimenti della penitenza, acciocchè si tolgano via: e anche dire i rimedj; acciocchè quegli vietando, e questi prendendo, possiamo fare frutti degni di penitenza. Secondochè dicono i savi, quattro sono gl'impedimenti, che ritraggono da fare pe

1 Che perchè. M, Imperocchè. E. S. 2 però egli. M.

3 il manifestare. E.

nitenzia, cioè, vergogna, paura, speranza, e de

sperazione.

CAPITOLO PRIMO.

Ove si dimostra, come la vergogna 1 ritrae altrui dalla penitenza.

Il primo impedimento è vergogna, per la quale

l'uomo si ritrae di fare l' opere della penitenza, come confessare i peccati suoi, piangere, e percuotersi il petto, orare, digiunare, 2 andare disprezzato, fuggire l'usanze e le compagnie, perdonare le ingiurie, rendere pace, pace, e simili cose, che fa fare la penitenza: le quali gli uomini del mondo biasimano, e fannone 3 scherno. Per la qual cosa molti vergognandosene si ritraggono dal fare penitenzia: la qual cosa non debbono fare. In prima se noi consideriamo la ragione naturale, la quale ci detta e ammaestra, che non è vergogna, nè esser dee, che l' uomo si lavi e netti, quando fosse lordo o brutto ; ma più tosto è vergogna lordarsi : così non è vergogna levarsi, quando l' uomo fosse caduto; ma il cadere de' esser vergogna così non è vergogna vincere, ma l'esser vinto. Onde conciossiacosachè il fare penitenza sia lavarsi, rilevarsi, e vincere : il peccare sia

I trae. M. 2 andare disprezzo. S. 3 scherne. E. S. 3 cecità. E.

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lordarsi, cadere, et esser vinto; manifesta cosa e, che del peccare ci dobbiamo vergognare, e non del fare penitenza. Ma, come dice San Bernardo, La 1 cechità degli uomeni è tanta, che del lavarsi si vergognano, e non dello imbrattarsi. La seconda ragione si è, che non ci dobbiamo curare delle beffe e 34 degli scerni degli uomini mondani, che sono stolti

e ciechi. Onde Seneca dice, che con forte e diritto
animo portar si debbono i biasimi e gli scerni degli
stolti. E faccendo l'uomo bene, dee spregiare d'es-
sere spregiato. Cosa sconvenevole sarebbe, che l'uo-
mo si curasse se uno cieco il biasimasse, che si di-
lettasse di vedere lume : e se uno zoppo lo schernis-
se, ch'elli andasse ritto e se uno, ch' avesse rotto
in mare, e perduto suo arnese, si facesse beffe di
colui, ch'avesse saputo scampare la vita, e le cose
dalla fortuna, e da' pericoli del mare. Così l'uomo,
per
la penitenza torna alla luce della grazia, e
alla dirittura della giustizia, liberato del pericolo
del tempestoso mare 2 del mondo, e del peccato,
non si de'curare, nè avere vergogna dello scherno
degli uomeni mondani, i quali maggiormente sono
degni d'essere scherniti. E avvegnachè del peccato
appo noi ci dobbiamo vergognare, re, e con ver-
gogna confessarlo: tuttavia, per amore della veri-
tà e della giustizia, non dobbiamo della vergo-

che

1 di questo mondo. E. S.

2 dall'eternale. M.

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