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cosa certamente eterna salute s'acquista: e lascia lo 'ncerto della penitenza indugiata infino alla morte, la quale è incerta, avvegnachè sia possibile, se sia 15 valevole,o sì, o nò. Onde il Salvatore nel Vangelio

vogliendoci avvisare, e renderci solleciti per la incertitudine della morte, dice: Vegghiate, e siate sempre apparecchiati, che voi non sapete il dì, nè

l'ora.

E pone uno esemplo di quello uomo ricco, che avendo avuto copiosa e abondante ricolta di tutti i beni terreni da vivere, diceva a se medesimo: Or godi, anima mia, riposati, e datti buono tempo, che hai da ben vivere per molti anni. E' venne una voce I Stolto, stolto, stanotte ti sarà richiesta, e tolta a l'anima : e queste cose, che hai riposte, cui seranno? quasi dicesse: non tue, e non le goderai. Non si lasci adunque l'uomo menare alla vana speranza della lunga vita; ma oda Salamone, che dice: Memor esto, quoniam mors non tardat. Ricordati, che la morte 3 a venire non tarda. 4. Ma ecco pure, che la vita fusse lunga, non dee l'uomo indugiare la penitenzia per più ragioni. L'una si è: Che vivendo in peccato, e continuando in mal fal'uomo si dilunga più da Dio, e fassi più indedella grazia sua, la quale 5 è bisogno, ad avere

re,

gno

I e disse: Stolto. S. 2 la vita. E. S. l'anima tua. M.

3 ha a venire, e non tarda. M.

4 Ma ponghiamo. E. Ma pognamo, S. Ma esto pure. M. 5 è di bisogno. S.

verace penitenza. E spesse volte interviene a questi cotali, che potendo avere la grazia di fare penitenza e non volendola; che poi, volendola, non la possono avere. 1 Ond'è il comune proverbio, che dice: Chi non vuole, quando puote; non puote, quando vuole. Come dice Santo Paolo d' Esau, che non trovò luogo di penitenza, avvegnachè con lagrime la domandasse. Simile conta la scrittura di quello Antioco superbo. L'altra ragione si è: Che indugiando la penitenza, si perde molto tempo, il quale sarà richesto all' uomo, e mai non si può ricoverare. La terza ragione si è: Che continuando 16 il mal fare, si converte l'uso in natura, et è poi troppo malagevole a lasciarlo. L'altra ragione, perchè la penitenza non si de' indugiare, si è: Per acquistare più merito, e per vivere più sicuro e con migliore speranza di salute, e per non avere a sostenere tante pene nel Purgatoro, se la misericordia di Dio 2 il campi della etterna pena dello'nferno. 5 Or v'avvedete a buona otta, amatori delle cose vane: e non perdete più tempo, e sanza indugio tornate a vera penitenza, non aspettando più lo 'ncerto tempo.

1 Onde il comune proverbio dicc. E. S.

2 ci liberi. E. ci libera, S.

3 Or ravvedetevi a buona ora. M.

CAPITOLO QUARTO

Dove si dimostra, come la Pazienza, e la benignità di Dio c' induce a Penitenza.

L.

quarta cosa, che c'induce a fare penitenza, e tosto sanza indugio, è la pazienza e la benignità di Dio, la quale ci sostiene, chiamaci, et aspettaci: e noi vil lanamente la sprezziamo, e faccianne beffe, e strazio. 2 Bene dovremmo più tosto ver di lui arrenderci et umiliarci, servirlo et amarlo: e noi come ma' servi, ingrati, superbi, e protervi, la benignità di Dio usiamo male, e prendiamo sicurtà d'offenderlo, perch' egli è buono. Onde Santo Paolo riprende ciascuno, che non s'arrende alla benignità di Dio, ma protervamente lo contasta e spregia, e dice: An ignoras, quod benignitas Dei ad poenitentiam te adducit? An divitias bonitatis ejus, et longanimitatis contemnis ; etc. Or non sai tu, dice l'Appostolo, peccatore protervo, che la benignità 17 di Dio t' induce a penitenza? O isvergognato, spregi tu l'abbondanza della bontà e della sua pazienza, colla quale t'aspetta? Or non t'avvedi tu quello, che tu fai, secondo la durezza tua, e 'l cuor perti

I facciamocene. E. M.

2 Dove doveremmo piuttosto inverso lui. E. M. S.
raguna. E. raggravi. M.

3

nace, che non si pente? 3 Rauni tu l'ira di Dio contro a te, la quale egli ti mostrerrà il dì del suo justo judicio, quando renderà a ciascuno secondo I' opere sue. E però se noi considerassimo bene, e con diligenza, quanto beneficio è quello, a che i Dio ci aspetta e che s'egli ci togliesse il tempo, che ci dà, acciocchè facciamo penitenza: e giudicasseci secondo l'opere nostre, come saremmo noi a mal punto e male arrivati; noi ci vergogneremmo della nostra ingratitudine verso la bontà Dio, e d'avere male speso il tempo, ch'e'ci ha dato. Che come dice Santo Gregorio: Se noi non vogliamo temere la divina giustizia, almeno ci dovemo vergognare. della sua bontà: la quale avvengachè si vegga da noi spregiare, non sdegna, nè rimansi di richiamarci e d' aspettarci ancora più innanzi. Ma quando avrà assai aspettato, e sostenuto con molta pazienza li nostri peccati, egli farà vendetta aspra del nostro peccato e dispregio, e della nostra tracotanza. E questo è quello, che ci dà ad intendere Santo Agostino, il quale dice: Non vogliate essere negligenti, e 2 infignere di non avvedervi, che 'l pietoso Signore v'aspetta; e sostiene, continuando voi 3 il peccare; perocchè quanto più 4 v' aspetterà, che v'ammendiate, tanto più gravemente vi giudicherà, se non vi correggete. E che Dio ci aspetti, il Pro

1 Iddio ci fa aspettandoci. E. S. 2 infingervi. E.
3 in peccato. S. 2. aspetta. E. S.

feta il dice: Expectat vos Dominus, ut misereatur vestri: Iddio v'aspetta, per avere misericordia di voi. La quale parola 1 sponendo Santo 18 Jeronimo, dice: Iddio lungo tempo aspetta la nostra penitenza, acciocchè se noi faremo penitenza de' peccati nostri, egli si penta de' mali, ch'elli ci minaccia di farci. E acciocchè mutando noi la nostra sentenza del mal fare, egli muti la sua sentenza del mal fare a noi. E ch'elli ci chiami, e rammarichi si, che non gli sia risposto, e dolgasi d'essere dispregiato, protestando di fare vendetta, chiaramente 2 cel dice ne' Proverbi di Salamone, ove dice: Vocavi, et renuistis: extendi manum meam, et non fuit, qui aspiceret: despexistis omne consilium meum, increpationes meas neglexistis: Ego quoque in interitu vestro ridebo, et subsannabo, quando id quod timebatis, advenerit: Io (dice Iddio) vi chiamai, e non mi rispondeste: 3 stesi ver di voi la mano mia, e non fu 4 chi por la mente: e spregiaste ogni mio consiglio, e le mie reprensioni non voleste; onde io mi riderò della vostra morte, e farò beffe, e 5 scerno di voi, quando quello, che temavate vi verrà in capo. Adunque, fratelli carissimi, 8 chiamaci: non indugiamo l'an

I esponendo. E. M. 2 cel dimostra. E. S.

3 stesi inverso di voi. E.

4 chi la ponesse mente. E
6 chiamati. E. M. S.

distesi verso voi. M.

5 scherno. E. M.

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