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non leggiadro, non feminacciolo, non motteggiatore, non giullare, non crudele, non rattore, non vagabundo, non isleale, non oltraggioso, non spietato, non astioso, non sfrenato, non presuntuoso. Ma dee essere sobrio, pudico, casto, modesto, mansueto, pietoso, benigno, affabile; liberale, paziente, fedele, secretiere, tacito, pacifico, quieto, veritiere, caritativo, continente, onesto, esperto, et inreprensibile d'ogni mal mendo. E chi vuole sapere, chente de' esser colui, che ha cura d'anime, legga la prima pistola di San Paolo a Timoteo, quello capitolo, dove dice: Oportet Episcopum inreprehensibilem esse, etc. Il quale capitolo sponendolo Santo Ambruogio e Santo Agostino, come si contiene nel Dicreto, dicono, che avvegnachè paja, che l'Appostolo parli de' Vescovi, 1 ma quella regola s' intende di tutti coloro, che sono preti ordinati, et hanno cura d'anime. Guai a quello prete, al quale è commessa la cura dell' anime, e consecrare il corpo e '1 sangue di Cristo, et a dispensare i Sacramenti della chiesa, se non ha la sofficienza, che si richiede a tanto 2 officio, e della vita santa, e de' buoni costumi, e del senno, e della scienza colla necessaria discrezione. Quello, che rende indegno il prete del Santo officio, è spezialmente la disonestà e la incontinenzia della carne: considerando con quanta riverenza si debbono trattare i I sì s'intende. E. M. 2 ufficio. E. M. così sempre.

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Sacramenti, de' quali egli è ministro e dispensatore, e massimamente il corpo e 'l sangue di Cristo ; onde appari di ciò una 1 fiata uno bello miracolo.

Leggesi scritto da Cesario, che in Francia fu un prete, il quale la notte di Natale passando da una Villa a un'altra per dire l'officio, si scontrò in una femmina sola, colla quale, vinto dalla sua incontenenza, in quella ora carnalmente peccò. E te/ mendo più la vergogna umana, che la giustizia divina, detto il mattutino, si parò alla prima messa, e solennemente la cantò. Consecrato il corpo e 'l sangue di Cristo, e mostratolo al popolo, come l'ebbe posto giù in sull' altare, di subito venne da Cielo una colomba bianca, come neve e messo il becco nel calice, tutto il sangue si bevve 2 veggendola il prete, anche tolse l'ostia sacrata d'in sull'altare, e volò via. Il prete tutto stordito, e non sappiendo bene quello, che in cotale caso fare dovesse: pur temendo vergogna, se'l fatto si palesasse ; procedette innanzi coll' officio, infino alla fine della messa faccendo vista di comunicarsi. E come ardito e presuntuoso, non volendo il 3 fallo suo manifestare celebrò la seconda e la terza messa, come s'usa di fare il dì di cotale Pasqua. E in ciascuna messa, non volendo Iddio, che prendesse il santo Sacramento colla immonda e brutta coscienza, la colomba fece, come avea fatto nella prima, portandone via

1 volta. E. M. 2 e veggendola. E. S. 3 fatto. S.

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il venerabile Sacramento. Compiuto tutto l'officio,
il prete venne 1 ripensando tutto il peccato suo, e
miracolo intervenuto; e compunto, andò a uno Abate
dell'Ordine di Cestella: e confessando il peccato suo
con molte lagrime contò il miracoo, ch'era 2 in-
tervenuto. L' Abate veggendo la contrizione del
prete, con altre cose, gl'ingiunse per penitenza, 137
che dovesse dire la messa del Natale, la quale egli
aveva tre volte male detta. La qual cosa faccendo
il prete con gran timore e con molto ianto, quando
venne per dire le parole della consacrazione sopra
l'ostia e sopra il calice, innanzichè e proferisse, la
colomba bianca venne in su l'altare con tre ostie in
bocca, le quali ponendo in sul corprale, versò nel
calice, traendosi del gozzo, tutto il iquore del san-
gue, il quale bevuto avea in tuttee tre le messe.
Comunicossi il prete con una di quele ostie, e bev-
ve parte del sangue : il quale riserando il rima-
nente in testimonianza del bel niracolo, e tor-
nando pieno di letizia al suo coressore, e nar-
rando tutto ciò, che 3 divenuto era domandò umi-
lemente d'essere ricevuto all' ordin: et 4 esaudito,
abbandonando il mondo, prese l'aito della santa
religione, dove santamente vivend, finì i di della
vita sua.

I ripensando il peccato suo et il miraɔlo. E. S.
2 avvenuto. E. S.
3 addivento gli era,
4 esaudito, abbandonò il mondo, e pese. E. S.

E. M.

Qui si dimostra, come il prete confessore dee avere
colla scienzia, 1 discrezione, spezialmente
in quattro cose.

Fra l'altre cose, spezialmente conviene ch'abbia

il confessore, si è scienzia con discrezione. Dee avere scienzia e semo, molto eccellentemente, 2 almeno molto en venevolmente: e. tanta quanta è necessaria all'esecuzione dell' ordine. Onde in quanto 3 ha dire la messa, e l'altro divino officio, è tenuto di sapere tanta gramatica, che sappia bene profferir le parole, e bene accentuare, e spezialmente e parole sacramentali e anche, 138 ch'egli intend quello, ch'egli dice e legge, al

meno secondo a lettera. Onde in quanto egli è ministro dei Sacrmenti, dee sapere, quale è la debita materia di ciasuno Sacramento: e quale è la debita forma e 'l mdo, come si debbono i Sacramenti dispensare. Inquanto egli è dottore, dee sapere almeno, quali soo gli articoli della fede, i Sacramenti della Chiesa, i comandamenti della legge. In quanto egli è gudice della conscienza, dee sapere distinguere e dcernere tra peccato e peccato. E questo è quello che si dicea di sopra, ch'egli dovea avere sciena con discrezione; imperocch' egli dee avere discreione in quattro cose in verso il

pec

la discrezioe. E. 2 o almeno convenevolmente. E. S. 3 ha a dire. ES.

catore che si confessa. In prima dee sapere discernere i peccati l'uno dall'altro, quale sia grave, e quale leggiere, e quale più grave: quale sia veniale, e quale mortale. Dee sapere discernere e cognoscere quali sono le cagioni de' peccati, per insegnarle confessare, e schifare; che alcuno peccato si commette per ignoranza e 1 tale ignoranza scusa, e talvolta nò; anzi 2 l'aggrava, alcuno per certa malizia, alcuno per temenza, alcuno per violenza, alcuno per povertade, alcuno per mala compagnia, e per opportunitade. Anche dee avere discrezione in sapere riprendere il peccatore, e soavemente e aspramente, secondochè richiede il peccato, e la condizione della persona. Simigliantemente de' esser discreto in sapere confortare, consolare, consigliare, e ammaestrare, secondochè richiede la materia e 'l bisogno e avere compassione al peccatore, e non essere spietato o crudele, come fu uno, del quale si legge scritto da Cesario.

Un monaco fu dell'ordine di Cestella, che essendo già prete sacrato, uscì dell' Ordine, e diventò malandrino e rubatore di strade. Et essendo una volta ad assedio ad un Castello, fu 3 ferito d' una saetta a morte. E pregato da molti, che si confessasse, avvegnachè prima se ne rendesse malagevole; poi chiamato il prete, cominciò a dire li suoi

I tale ignoranzia talvolta non iscusa, e non allevia il peceato. M. 2 lo raggrava. E. M. 4 fedito. E. M.

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