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che in ver di voi è stato detto e fatto. Onde alla grazia ch'avete ricevuta, per amore di quella, che l'ha impetrata, io voglio porgere la mano. Io ho una sola figliuola et unica, vergine, la quale vi voglio sposare, se v'è in piacere: e tutte le vostre possessioni grandi 1 e ricche, che da voi comperai, vi voglio per nome di dota ristituire : e intendo d'avervi per figliuolo, e lasciarvi 2 reda di tutti i miei beni, che sono assai. Udendo ciò il giovane cavaliere, consenti al proferto matrimonio. E adempiuto tutto ciò che promesso gli era, ringraziò la Vergine Maria, dalla quale riconobbe tutte le ricevute grazie. 3 Abbiate, peccatori, reverenza e divozione in tale avvocata, come è la Vergine Maria, la quale ciò che domanda, sanza fallo riceve, e non lascia perire coloro, che hanno 4 confidanza in lei .

DISTINZIONE QUARTA,

Dove si dimostra, quali sono le parti della penitenza, e quante cose si richeggono alla vera penitenia. E prima si dirà della principale parte, cioè della Contrizione.

La

-cbe seedita dudire deia peniten ܙܘܘ L quarta

quarta cosa, che seguita di dire della peniten

Ir, secondo l'ordine, che nel principo prendem

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mo, si è delle sue parti, e quante cose sono quelle, che si richeggiono a vera penitenza. Della quale dice il Maestro delle Sentenze, che ha tre parti, sanza le quali, o sanza alcuna di quelle, non si puote dire, che penitenza sia vera e intera. L'una si è la contrizione del cuore: la seconda la confessione della bocca: la terza è la sodisfazione 1 dell' opera. Di queste tre parti della penitenza dice Santo Giovanni Boccadoro, et è nel Decreto: In corde contritio, in ore confessio, in opere tota humilitas: haet est fructuosa poenitentia: Nel cuore sia contrizione, nella bocca confessione, nell' opere tutta humilità di soddisfazione: e questa è fruttuosa penitenza. E rispondono queste tre parti della penitenzia a tre modi, per li quali offendiamo Iddio, cioè col cuore, colla bocca, e colla mano. E così per tre modi nella penitenza gli soddisfacciamo, cioè 74 con contrizione, con confessione, e con sodisfazione: e di ciascuna di queste parti ordinatamente si conviene dire. In prima diremo della contrizione della quale scriverremo quattro cose: la prima sarà, che cosa è contrizione: la seconda, onde si dice questo nome contrizione: la terza, quante sono quelle cose, che c' inducono ad avere contrizione: la ta, quale è l' affetto della contrizione.

quar

I dell' opera.

E. M. S. 2 effetto. E. M. S.

CAPITOLO PRIMO.

Dove si dimostra, che cosa è contrizione e come de' avere tre condizioni.

Contrizione, secondochè dicono i maestri, è uno

dolore volontariamente preso per li peccati, con proponimento di confessargli, e di sodisfare. E comprende questa diffinizione sofficientemente che cosa è contrizione, e in quanto è atto di virtude di giustizia. E però dice, ch'è dolore volontario de' peccati: e in quanto è parte del Sagramento della penitenzia; e però dice con proponimento del confessare, e di sodisfare. Questo dolore, che si chiama contrizione, dee avere tre condizioni. La prima, che sia generale, cioè, che l'uomo si dolga generalmente d'ogni suo peccato. Questo dà ad intendere il Profeta Davit nel Salmo, dicendo: Lavabo per singulas noctes lectum meum: lacrimis meis stratum meum rigabo: Io laverò per ciascuna notte il letto mio, e bagnerollo colle mie lagri75 me. Dove intende per la notte la colpa del peccato; onde dice, che per ciascuno peccato egli piangerà, e laverà la coscienza sua con lagrime di doloroso pianto. Questo è contro a molti, che avvegnachè si dolgano d'alcuni peccati di vitupero e di vergogna; di certi altri non solamente non se ne dolgono, ma quante volte se ne I ricordano, 2 se ne rallegrano,

I raccordano . M. 2 tante volte se ne rallegrano. E. S.

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o sonne contenti d'avergli fatti: 1 e che è via peggio, se ne lodano e vantano, come d'avere acquistato onore, e stato, e ricchezza per illicito modo, d'avere avuto vittorie, fatte vendette de' nemici, acquistati figliuoli d'amore, e di simili cose: delle quali radi sono, che bene se ne pentano, o dolgano. Nondimeno è di necessità a salute, d'avere dolore di contrizione di tutti i peccati generalmente, e di ciascuno spezialmente, cioè di ciascuno a peccato mortale. Imperocchè, come in ciascuno peccato mor tale la volontà si disordina, partendosi da Dio, e accostandosi al peccato dilettevolmente ; così si riformi e riordini per lo contrario, partendosi dal peccato (e ciò fa il dolore) e rivolgendosi a Dio, che 'l fa l'amore. Onde il dolore, che viene solo da paura, non basta, e non fa 3 sofficiente contrizione; ma conviene, che venga da amore di carità, come il dolore della Maddalena, della quale disse Gesù Cristo: Imperocchè molto ha amato, le sono dimessi molti 4 peccati. Sopra la qual parola dice Santo Gregorio: Che diremo noi, che sia l'amore, se non un fuoco e 'l peccato, sc non una ruggine? Tanto dunque più si consuma la ruggine del peccato, quanto il cuore arde di maggiore amore. E che cosa è il dolore che nasce dall'amore della carità? È, che l'uomo più si dolga dell'offesa,

e che vie peggio è. E. S.
2 peccato. Imperocchè. E. S.
4 peccati, e perdonati. E.

3 sufficiente. E. M.

della ingiuria di Dio, che di qualunque suo danno 76 o pena. E questo è il dolore, che nasce dall'amore della carità, che l'uomo ha a Dio più che a se, o a sue cose. Ma de' peccati dimenticati basta averne generale contrizione, sforzandosi l'uomo di ricordarsene in quanto puote: e anche si dolga della dimenticanza, che sia intervenuta per negligenzia,o per altra colpa della persona. La seconda condizione, che dee avere questo dolore, si è, che sia continuo: e non si dee intendere continuo,quanto ad attuale memoria con attuale dolore, ma quanto ad abituale dispiacere: cioè a dire, che sempre, che all'uomo ricorda del peccato, gli dispiaccia, e mai non se ne ricordi, che non gli dispiaccia. Avvegnachè molto è utile ricordarsene, e dolersene spesso; perocchè tale dolore è in luogo di soddisfazione, e sempre scema la pena purgatoria. 1 E come sia utile la ricordazione col dolore del peccato, per uno esemplo, che qui scriverremo, il daremo ad intendere.

Leggesi nella vita di Santi Padri, che al tempo. di Valentiniano Imperadore, fu in Grecia una fem mina di mondo, la quale dalla sua fanciullezza, per colpa 2 della disonesta madre, spuose il corpo suo a peccato. Il nome suo era Tais: et essendo bellissima e famosa meretrice, molti venivano a lei di 3 diversi paesi: e a molti era cagione di perdizio1 Nel MS. Guadagni manca tutto il periodo. 2 di disonesta. E. M.

3 diverse parti. E.

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